Italia non fare la fine di Maiorca: da isola Covid free a polveriera

L'Italia è tutta bianca, ma con la variante Delta si rischiano zone rosse. Nel frattempo il problema vero è non allentare la guardia e non rischiare di ritrovarci ad ottobre a dovere richiudere alcune attività

28 giugno 2021 | 13:05
di Alberto Lupini
Da oggi l'Italia è tutta zona bianca, ma con la variante Delta si rischiano zone rosse. Crescono di giorno in giorno gli avvertimenti degli scienziati che, causa proprio il diffondersi rapido della variante indiana, non escludono il rischio concreto che il governo debba ricorrere a nuovi mini lockdown. Un problema che non sembra però sfiorare la gran parte dei politici che, con l’eccezione del premier Draghi, sono quasi tutti tesi a mettersi sul petto le medagliette dello stop a mascherina per strada o al coprifuoco.



Sileri: Potrebbe servire una revisione del Green pass

Fa eccezioni il sottosegretario Paolo Sileri che mette le mani avanti e pensa a una revisione del green pass appena introdotto, facendolo scattare solo in presenza della seconda dose del vaccino fatto. Una scelta di prudenza che ci riporta a quella che doveva essere il progetto originario, ma che sulla spinta degli aperturisti ad ogni costo aveva di fatto annacquato il pass vaccinale.

Per Sileri, in verità, fare il Green pass con una sola dose non è stato un errore perché «quando è stato formulato i dati mostravano che andava bene». Ma poi è arrivata la variante Delta contro la quale la barriera è proprio la seconda dose. Quella contro Covid, ha aggiunto, «è una battaglia dinamica. Il virus è dinamico e noi dobbiamo essere pronti ad adattarci. Al momento non serve una modifica del passaporto verde, ma va messa in cantiere. L'analisi dei dati ce lo dirà. Verosimilmente - ha concluso - ma qui parla più il medico del politico, bisognerà modificarlo se si conferma l'efficacia del vaccino contro la variante Delta con la seconda dose. A quel punto bisognerà introdurre un Green pass con una seconda dose fatta».

L’attenzione massima sui giovani

Nel frattempo il problema vero è non allentare la guardia e non rischiare di ritrovarci ad ottobre a dovere richiudere alcune attività. Da tempo andiamo avvertendo di questi rischi: assembramenti e feste senza regole sono i rischi maggiori. Anche perché oggi la variante, un po’ per mutazione e molto perché trova meno soggetti da contagiare grazie ai vaccini, colpisce molto più di prima i giovani. E i primi segnali sono chiarissimi ovunque, dalla Gran Bretagna che rinvia alcune riaperture ad Israele che reintroduce la mascherina in molte situazioni e potrebbe avviare mini lockdown.

Maiorca, da Covid free a polveriera

Basta un niente e tutti gli sforzi fatti per metterci in sicurezza possono saltare. Basta guardare cose è successo a Maiorca, l’isola delle Baleari su cui la Spagna ha investito per creare una località Covid free che ha fatto scattare decine di migliaia di prenotazioni di turisti da tutta Europa: una mega festa di studenti per la conclusione dell’anno scolastico (con concerti e assembramenti su barche e hotel) ha creato un viluppo di un maxi-focolaio di Covid, che ha coinvolto ormai oltre 3mila studenti messi in quarantena.

Discoteche solo con il Green pass

Il punto è che se anche abbiamo gradualmente riconquistato molte “normalità” dobbiamo stare più che mai attenti e spingere sui vaccini. L’ottimismo insensato dispensato da molti politici rischia di farci pagare un nuovo prezzo che stavolta sarebbe salatissimo. E rave come quelli dell’altro giorno nel lodigiano devono essere assolutamente vietati, mentre l’ingresso nelle discoteche deve davvero essere consentito solo a chi ha green pass in regola. E in caso di mancati controlli i locali vanno chiusi. Ne va della credibilità dell’intero sistema e si devono tutelare i gestori che lavorano correttamente.

E per dirla tutta, sarebbe meglio non andare all’estero. 9 italiani su 10, prudentemente, preferiscono restare in Italia. Sarebbe opportuno che gli altri ci ripensassero, anche perché potrebbero rischiare di dovere restare bloccati o in quarantena se andassero in posti, come le Baleari, dove la variante Delta è sicuramente oggi presente.

Dobbiamo tutelare i ristoranti e gli hotel

E se si dovessero chiudere le frontiere con qualche Paese, ciò va fatto subito e senza alcuna remora. Abbiamo già pagato abbastanza per incertezze e dopo quanto abbiamo già dato e pagato per presenti interessi economici. Oggi abbiano ristoranti e hotel che con difficoltà si stanno rimettendo in piedi, facciamo in modo che possano lavorare ed evitiamo nuovi rischi di contagi. Oggi abbiano un minimo di esperienza e non dobbiamo sprecarla.

È molto probabile che la variante Delta di Sars-CoV-2 tenti un colpo di colpa in autunno, anche se non dovrebbe provocare i danni dello scorso anno. I vaccini sembra che stiano proteggendo contro la mutazione indiana, e non si dovrebbero avere forme gravi in chi è vaccinato. Ma resta il fatto che è molto contagiosa e meno ci abbiamo a che fare meglio sarà per tutti.

Il bollettino del 28 giugno

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 240.310 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (+174; ieri +175). Di queste, 34.738 sono decedute (+22, di cui 13 in Lombardia; ieri erano stati registrati solo 8 decessi in 24 ore, il dato più basso dal 1 marzo) e 188.891 sono state dimesse (+307, +0,2%; ieri +969). Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 16.681 (-155, -0,9%; ieri -802: il conto sale a 240.310 se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia). I pazienti ricoverati con sintomi sono 1.160 (-100, -7,9%; ieri -96), di cui 97 in terapia intensiva (+1, ieri -8).



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