Italia in deflazione, ma il cibo corre Schizzano i prezzi di frutta e salumi
L’Istat ha rilevato un calo generale dei prezzi al consumo dello 0,2%, ma il settore agroalimentare fa eccezione. Carrello della spesa più caro, in media, del 2% ma con picchi che riguardano verdura e pesce
15 giugno 2020 | 11:35
Lockdown, clima impazzito e deflazione. Così il mercato dell’alimentare fa registrare un’impennata dei prezzi che in media si assesta sul +2,5%, ma che tocca picchi del 7,9% per quanto riguarda la frutta e del +3,7% per i salumi. Il tutto in un generale contesto di deflazione (-0,2%) del Paese come ha rilevato l’Istat analizzando l’andamento del mese di maggio.
Oltre a salumi e frutta (il cui prezzo è in costante crescita ormai da settimane), sale anche il prezzo del latte (+3,5%) e della carne (+2,7%), in controtendenza con l’andamento generale che su base tendenziale vede il Paese in deflazione (-0,2%). Proseguendo nell’analisi dei prezzi dei generi alimentare si evidenziano aumenti anche per il pesce surgelato (+5%), la verdura (+5,3%) pasta (+3,5%), burro (+2,1%), formaggi (+2,4%), acqua minerale (2,3%) e zucchero (+2,2%) spinti dall’andamento anomalo della domanda che ha favorito l’accumulo di scorte di prodotti, soprattutto a lunga conservazione, e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa, con le difficoltà per la ristorazione e per il commercio ambulante causate dall’emergenza coronavirus.
A incidere sulle quotazioni sono stati i problemi di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche di mercati rionali e degli agricoltori che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. Una situazione che ha favorito le speculazioni al ribasso nei campi e nelle stalle con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori, dalla carne al latte fino a molti ortaggi. Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale.
Già qualche settimana fa era arrivato un allarme molto urgente dal settore dell'agricoltura: «I prezzi dei suini sono crollati del 45% - aveva dichiarato Stefano Salvarani, presidente della Federazione suinicola di Confagricoltura Lombardia - I costi di questa grave crisi li sta pagando solo l'anello più debole della filiera, ossia gli allevatori. È oramai necessaria e non più rinviabile la convocazione di un tavolo nazionale di filiera per sottoscrivere un patto all'interno del settore che consenta di valorizzare la carne nazionale». Ora i prezzi si sono riassestati e sono tornati a correre ben più in fretta di quanto sta succedendo per altri comparti.
A pesare, oltre all’andamento sfavorevole del mercato, è stato il clima impazzito in una primavera complicata, che è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo e la siccità, per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine delle ultime settimane. Il risultato è la perdita a livello nazionale di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (-28%) alle albicocche (-58%) fino alle ciliegie, ma danni sono stati subiti da vigneti, ortaggi, mais, pomodoro, tabacco e segnalate anche serre sventrate, campi allagati e frane e smottamenti con milioni di euro di danni nelle campagne.
Coldiretti, quando l'allerta per la crescita dei prezzi nei supermercati aveva già avuto ripercussioni sui portafogli degli italiani, aveva stilato un decalogo per una spesa intelligente e che consentisse di contenere i costi:
Il decalogo della Coldiretti per una “spesa smart”
Crescono i prezzi di frutta, carne e verdura
Oltre a salumi e frutta (il cui prezzo è in costante crescita ormai da settimane), sale anche il prezzo del latte (+3,5%) e della carne (+2,7%), in controtendenza con l’andamento generale che su base tendenziale vede il Paese in deflazione (-0,2%). Proseguendo nell’analisi dei prezzi dei generi alimentare si evidenziano aumenti anche per il pesce surgelato (+5%), la verdura (+5,3%) pasta (+3,5%), burro (+2,1%), formaggi (+2,4%), acqua minerale (2,3%) e zucchero (+2,2%) spinti dall’andamento anomalo della domanda che ha favorito l’accumulo di scorte di prodotti, soprattutto a lunga conservazione, e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa, con le difficoltà per la ristorazione e per il commercio ambulante causate dall’emergenza coronavirus.
A incidere sulle quotazioni sono stati i problemi di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche di mercati rionali e degli agricoltori che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. Una situazione che ha favorito le speculazioni al ribasso nei campi e nelle stalle con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori, dalla carne al latte fino a molti ortaggi. Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale.
Già qualche settimana fa era arrivato un allarme molto urgente dal settore dell'agricoltura: «I prezzi dei suini sono crollati del 45% - aveva dichiarato Stefano Salvarani, presidente della Federazione suinicola di Confagricoltura Lombardia - I costi di questa grave crisi li sta pagando solo l'anello più debole della filiera, ossia gli allevatori. È oramai necessaria e non più rinviabile la convocazione di un tavolo nazionale di filiera per sottoscrivere un patto all'interno del settore che consenta di valorizzare la carne nazionale». Ora i prezzi si sono riassestati e sono tornati a correre ben più in fretta di quanto sta succedendo per altri comparti.
A pesare, oltre all’andamento sfavorevole del mercato, è stato il clima impazzito in una primavera complicata, che è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo e la siccità, per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine delle ultime settimane. Il risultato è la perdita a livello nazionale di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (-28%) alle albicocche (-58%) fino alle ciliegie, ma danni sono stati subiti da vigneti, ortaggi, mais, pomodoro, tabacco e segnalate anche serre sventrate, campi allagati e frane e smottamenti con milioni di euro di danni nelle campagne.
Coldiretti, quando l'allerta per la crescita dei prezzi nei supermercati aveva già avuto ripercussioni sui portafogli degli italiani, aveva stilato un decalogo per una spesa intelligente e che consentisse di contenere i costi:
Il decalogo della Coldiretti per una “spesa smart”
- Fare il check up al frigo e preparare la lista degli alimenti da comprare
- Frequentare e confrontare diversi punti vendita
- Quando possibile acquistare direttamente dai produttori
- Occhio alle scadenze
- Occhio alle etichette con informazioni complete
- Scegliere prodotti italiani
- Acquisti di quantità limitate per evitare spreco
- Acquisti ripetuti nel tempo per avere sempre prodotti freschi
- Scegliere formati in base a composizione famiglia
- Scegliere in base alla stagionalità
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Alberto Lupini
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