Grilli o gamberetti? È la scelta che potremo trovare in futuro nei menu e tra gli scaffali dei supermercati. Nel mondo due miliardi di persone consumano insetti, mentre in Europa si prevede una crescita esponenziale da qui al 2030, quando i consumatori di proteine animali sotto forma di insetti dovrebbero crescere fino a 390 milioni contro i 9 «progressiti gourmand» registrati nel 2019. Una nuova filiera agroalimentare sta prendendo forma anche in Italia. L’Università degli Studi di Bergamo ha promosso la nuova ricerca “Insect Food e consumatori” che, a 6 anni dall’ultima indagine su larga scala, aggiorna la fotografia del sentiment degli italiani sul novel food e che di fatto rappresenta », la più recente indagine sul tema. Entro il 2030 saliranno a 390 milioni (erano 9 milioni nel 2019) i consumatori di insetti all’interno dell’Unione Europea, mentre in Italia è propensa all’acquisto una persona su tre. È quanto emerso da «Insect Food e Consumatori», la più recente indagine sul tema realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo.
Il valore del novel food si appresta a triplicare
Steven Barbosa, Public Affairs Manager di Ipiff - International Platform of Insects for Food and Feed, ha snocciolato i numeri, con investimenti per tre miliardi di euro da qui al 2025 e 30mila nuovi posti di lavoro entro il 2030, dove si arriverà a consumare 260mila tonnellate di prodotto. In Europa il valore di mercato del novel food passerà dagli 82 milioni di dollari del 2018 ai 261 previsti nel 2023. Il campione di 1170 persone intervistate ha fatto emergere come il 9% degli intervistati sarebbe altamente propenso a consumare insect food e il 21% mediamente propenso, mentre il restante 70% si dichiara poco incline. «Condurremo altri studi per approfondire il rapporto tra italiani e insect food, utilizzando anche tecniche neuroscientifiche che potrebbero includere l’assaggio diretto di questi cibi – ha affermato il ricercatore Riccardo Valesi – per valutare i processi percettivo-emotivi impliciti sottesi ai soggetti rientranti nei target primari (progressisti ed edonisti) e secondari (follower)».
Consumatori progressisti, inconvincibili, edonisti e follower
La ricerca dell’Università di Bergamo aiuta quindi, per la prima volta, a profilare le caratteristiche dei consumatori, considerando congiuntamente l’atteggiamento verso il prodotto, l’influenza sociale, il controllo percepito e alcuni dei principali driver motivazionali che possono spingere all’acquisto, in particolare quelli edonici, etici e legati alla salute. Per capire in che modo le intenzioni di acquisto siano effettivamente distribuite nel campione e quanto ne influenzino la composizione, la ricerca ha individuato quattro gruppi omogenei per caratteristiche sociodemografiche, comportamentali e psicologiche: “progressisti", "inconvincibili", "edonisti" e "follower”. Gli “edonisti” (15% del totale degli intervistati, 181 individui), in particolare, sono tra i più aperti all’acquisto. Sono soprattutto uomini, fino ai 25 anni d’età, per lo più onnivori, con un livello di istruzione media e una vita attiva (dichiarano di praticare sport fino a cinque volte a settimana). Rispetto agli altri cluster, registrano la percentuale più alta di soggetti che hanno già avuto esperienze passate con il consumo di cibo a base di insetti, e l’interesse più basso verso le dimensioni di salubrità ed etica nelle decisioni alimentari.
Altrettanto interessati all’insect food sono i “progressisti” (18%, 208 soggetti): persone over 40, equamente divise tra uomini e donne, per lo più liberi professionisti e imprenditori ed un livello di scolarizzazione universitario. Si definiscono onnivori e praticanti sport individuali con una media di 1 o 2 volte a settimana. Sono i più interessati a provare alimenti inusuali e nuovi e compiono scelte di acquisto alimentari che tengano conto delle proprietà salutistiche degli alimenti e della loro dimensione etica. I meno interessati all’insect food sono gli “inconvincibili” e i “follower”. Gli “inconvincibili” (33%, 391 partecipanti), composti soprattutto da donne, tra i 18 e 25 anni, con un livello di istruzione medio-alto, sono onnivori e non hanno avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti. Non vogliono esplorare alimenti nuovi e sono poco interessati alla dimensione salutistica degli alimenti. I secondi, ovvero i “follower” (33%, 390 consumatori), sono rappresentati soprattutto da donne, over 26, con istruzione intermedia e sedentarie. Interessati alla salubrità e alla dimensione etica degli alimenti acquistati, tendono a volersi conformare alle opinioni altrui, non hanno mai avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti e non vogliono variare i loro consumi alimentari.
Le variabili che inducono all’acquisto di insetti
Dall’analisi trasversale dei quattro cluster, emergono infine le variabili che, secondo gradi differenziati, possono accostarsi positivamente all’intenzione di acquisto di alimenti a base di insetti. Tra queste spiccano: le esperienze pregresse nel consumo di insetti; chi ha già sperimentato alimenti a base di insetti risulta più incline a ripetere l’esperienza; il genere, con gli uomini maggiormente inclini alla possibilità di acquistare cibi a base di insetti; la propensione al cambiamento; i soggetti più curiosi risultano più aperti all’entomofagia.
Le prospettive per l’agroalimentare
«“Insect Food e Consumatori” è la prima indagine che offre una profilazione degli italiani sul tema, rappresentando un riferimento importante per tutto il settore in Italia. Come evidenziato dalla ricerca, i driver principali che spingerebbero i consumatori all’acquisto di questi alimenti sono la curiosità e lo spirito innovativo. Ma questo è solo il primo passo per indagare un mercato molto promettente per il futuro: condurremo altri studi per approfondire il rapporto tra italiani e insect food utilizzando anche tecniche neuroscientifiche che potrebbero includere l’assaggio diretto di questi cibi al fine di valutare i processi percettivo-emotivi impliciti sottesi ai soggetti rientranti nei target primari (progressisti ed edonisti) e secondari (follower)» ha spiegato Riccardo Valesi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università degli Studi di Bergamo.
«Il cibo non è solo un prodotto di consumo, ma ha la caratteristica innata di saper abbracciare al suo interno gli elementi della storia, della cultura, del territorio e della salute. C'è altresì un forte aspetto edonistico nel cibo: mangiar bene fa star bene. Ringrazio l’Università degli Studi di Bergamo per la ricerca condotta relativamente al tema del consumo alimentare di insetti, in quanto evidenzia ancor di più quanto il cibo sia collegato alla dimensione del contesto culturale in cui è inserito» ha osservato Giovanni Malanchini, consigliere della Regione Lombardia, intervenuto all’evento di presentazione odierno. «Sono convinto che il modello alimentare italiano e lombardo vada promosso: a livello mondiale è il modello più sano. Inoltre, il settore primario è l'unico settore non delocalizzabile: vanno supportate le nostre eccellenze agroalimentari e i benefici sociali, ambientali ed economici che portano ai nostri territori. Lo studio che viene presentato apre a nuove valutazioni, che meritano attenzione, rispetto a quel dinamismo innovativo che è intrinseco alle culture e ai territori, e che ha tra le sue espressioni quella del cibo, attraverso percorsi che possano attuare le giuste soluzioni anche a livello normativo».
L’esempio della start up Alia Insect Farm
Alia Insect Farm, start up agricola impegnata dal 2020 in attività di ricerca e sviluppo nel settore del novel food a filiera corta e 100% made in Italy, è specializzata nella produzione di polvere atomizzata di grillo, ottenuta esclusivamente da animali allevati in Italia. «Il settore degli insetti commestibili può essere un'opportunità per innovare il settore e per creare valore nella filiera agro alimentare dei novel food made in Italy – ha commentato la fondatrice Carlotta Totaro Fila. Introducendo la polvere di grillo ad esempio in pane, pasta, pizza, biscotti, snack, potremmo aggiungere benefici nutrizionali e contribuire anche al benessere del pianeta».
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Alberto Lupini
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