Food blogger e influencer, approfittatori e “scrocconi”? Dopo la recente cronaca che ha visto proprio una di loro chiedere ad un noto ristoratore una cena per 5/7 persone gratis in cambio di post sui social, la questione – per molti già nota – è emersa e, sentendo gli addetti ai lavori dall’una e dall’altra parte, quanto è accaduto sarebbe riconducibile a tutto tranne che a un professionista, anche se spiega Gennaro Esposito, chef de La Torre del Saracino di Vico Equense (NA), «Capita tutti i giorni di ricevere richieste di questo genere». Per la regina dei food blogger, Chiara Maci l’artefice potrebbe essere solo un giovane avventato alle prime armi perché, spiega: «Non ho mai conosciuto, giornalista o influencer che chieda».
Fenomeno ben noto
Eppure, se la food blogger è estranea ai fatti, nel mondo della ristorazione, il fenomeno è noto da tempo: «Mi è capitato tante volte, mandano mail un po’ equivoche, a volte non è nemmeno chiaro di chi si tratti» commenta lo chef campano - già vincitore del Premio Italia a Tavola nella categoria cuochi -, riguardo alle richieste di cene a “scrocco” da parte di presunti influencer. «Dopo tutti questi anni di lavoro e sacrificio non accettiamo proposte miserabili per fare in modo che i clienti vengano da noi. Vogliamo sapere che quello che facciamo riscuote il consenso e il favore del pubblico senza scorciatoie, se no è costruire sulla finzione e questo non ti porta lontano -continua Esposito - . Non ho mai offerto una cena, al massimo un bicchiere di vino, un dolce, perché faceva piacere a me, ma non altro. Da giovane è capitato, poi però ti lascia un po’ di amaro in bocca, quando esce il post sai che è effimero, che potrebbe non essere sincero, e ci resti male». Eppure, a quanto pare, altri colleghi accettano lo scambio: «Non voglio giudicare - commenta -, ognuno gestisce la propria azienda come pensa».
A proposito di opinioni, cosa rappresentano oggi blogger e influencer per gli chef? «E’ una nuova frontiera della comunicazione. Io penso che sia un mestiere bellissimo perché ti permette di raccontare la tua esperienza agli altri, condividere le tue emozioni con il mondo e le persone, ma deve essere onesto intellettualmente. Quando si parla alla gente bisogna dire e quello che si pensa», sottolinea lo chef che su Instagram conta oltre 200mila followers, «Ma non seguo tanto, dovrei fare di più. Mia moglie mi dice sempre che dovrei fare di più, ma non lo faccio, anche se adesso mi aiuta un’agenzia».
La qualità deve essere la nostra bussola
Dalla richiesta azzardata di una cena gratis al rapporto tra influencer e chef, una relazione necessaria oppure no? «Tutti abbiamo bisogno di tutto nel modo giusto – sentenzia dall’alto della sua esperienza chef Esposito - . Abbiamo bisogno di esserci in queste dinamiche che riguardano la nuova comunicazione, e che ancora io forse non ho ben capito e non riesco ancora a governare bene. Una grande trasformazione che, per la prima volta nella nostra vita, ci permette di provare a governare noi la comunicazione sulle nostre aziende».
Nella vita le scorciatoie raramente funzionano
Compito non facile, soprattutto quando essere social ti espone e ti trasforma in un personaggio pubblico, apprezzato e amato ma anche facile bersaglio di richieste e critiche, «Quando qualcuno mi scrive rispondo a tutti quanti, mi piacerebbe avere un rapporto diretto con i follower ma la questione non è sempre possibile, talvolta anche per il genere di messaggi e poi anche perché implica una gestione complicata. Posso capire però – dice in conclusione lo chef campano – la paura dei colleghi per una recensione o un post negativi, siamo insicuri, abbiamo sempre bisogno di conferme e bisogna essere molto forti, affrontare il mondo del lavoro e i momenti di difficoltà che ci sono per tutti; ma nella vita ho imparato che le scorciatoie raramente funzionano» conclude lo chef Gennaro Esposito.
Post per mangiare senza pagare, Maci: «Mai nemmeno pensato»
Se lo chef napoletano ammette di conoscere la realtà degli influencer soliti chiedere cene gratis in cambio di recensioni a cinque stelle, Chiara Maci, precorritrice dei professionisti online del settore food, nonostante gli anni di esperienza e il nome ben noto nel settore, ammette di non aver mai nemmeno immaginato di chiedere di poter mangiare in un ristorante senza pagare anzi, commenta, «Semmai è il contrario». Riguardo a quanto accaduto e riportato dai media spiega quasi incredula: «Secondo me è stata un po’ ingigantita la storia. Non mi è mai capitato nemmeno di conoscere qualcuno che abbia chiesto di mangiare senza pagare per poi pubblicare dei post o delle recensioni. Sicuramente chi ha alle spalle una certa esperienza e professionalità, non chiede questo genere di cose».
Dalle foto ai pasti gratis, l’avanzata (senza vergogna?) dei food blogger
Con un (piccolo) salto indietro nel tempo, la food blogger e noto volto televisivo, ricorda come, quando iniziò a scrivere di cibo, fosse temerario anche solo scattare le foto ai piatti, mentre oggi le fa chiunque, e da allora si sarebbe arrivati a temerarie richieste di pasti gratis.
«È una questione personale – continua Chiara - , a me non verrebbe mai in mente al mondo di chiedere di essere ospitata in un posto senza voler pagare. A me è capitato al contrario: ristoranti che mi scrivono di andare da loro offrendomi anche un compenso, ma io non mi faccio pagare per andare dal ristorante. A volte, al momento di pagare mi dicono che sono loro ospite, ma io trovo sempre il modo, sul tavolo, per lo staff di sala» spiega l’influencer che su Instagram conta oltre 720mila followers ed in bacheca -come lo chef Esposito - vanta già due trofei di Italia a Tavola nella categoria Opinion leader.
Tornando a quanto accaduto 15 giorni fa, aggiunge: «Magari sono giovani, non sanno come muoversi, anche se io lo trovo molto maleducato».
Cena gratis per un gruppo, dov’è il rispetto per il lavoro?
«Certo, chiedere di cenare gratis per 5/7 persone, io avrei risposto allo stesso modo dello chef. In un momento come questo, post pandemia, con tanti problemi, dal costo dell’energia alla mancanza di personale, con molti ristoranti che hanno chiuso: 5/7 coperti sono soldi, c’è una brigata dietro che lavora, è anche una questione di rispetto. E a livello di etica, cosa fai? pubblichi un post buono perché ti hanno offerto un pranzo», continua la food blogger che vanta anni di esperienza nel mondo della ristorazione, del quale conosce ogni aspetto.
Food blogger e influencer, questione di professionalità
«C’è un discorso da fare a monte, su come le persone usano i social, e su chi siano i food blogger e gli influencer: si tratta di professionisti che fanno questo lavoro con impegno e passione, io me ne accorgo subito quando una persona pubblica un piatto perché ama quello che sta facendo o solo per avere più visibilità. Il fatto è che non basta avere follower per avere credibilità, così come non basta pubblicare un piatto. Purtroppo, bisogna dirlo, c’è anche ignoranza da parte dei cuochi che, in buona fede, non conoscono gli influencer e si fidano».
Dai ristoranti alle aziende
Oggi esiste questo “ricatto” tra post e recensioni favorevoli in cambio di pranzi e cene gratis? «Un ristoratore, un cuoco che sa il fatto suo, non ha paura di un commento. Le opinioni sui piatti sono talmente personali, io non le leggo mai perché devo sapere chi l’ha scritta per fidarmi». Ma se da questo punto di vista Chiara Maci non ha esperienze dirette, da un altro invece ne è ben cosciente: «Molto spesso parlando con i direttori marketing di aziende, mi raccontano di quante mail ricevano per richieste di prodotti da parte di influencer o presunti tali. È una questione di educazione personale e di come stai al mondo. Se un’azienda ha bisogno di te, ti cerca. Forse sono persone che non sanno bene come destreggiarsi, per questo provano», conclude la food blogger.
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Alberto Lupini
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