Inflazione e siccità spingono al rialzo i prezzi di frutta e verdura

Mentre l’Istat segnala che a giugno l’inflazione è salita al 9% per i prezzi degli alimentari rispetto allo stesso mese del 2021, Coldiretti denuncia: “I prezzi della verdura sono saliti al 10,8% e per la frutta dell'11,7%”

15 luglio 2022 | 12:00

L'Istat segnala a giugno un aumento complessivo del 9% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un dato preoccupante per Coldiretti. L'associazione che tutela le aziende agroalimentari ha evidenziato che l'inflazione  pesa sul carrello della spesa alimentare degli italiani per oltre 8 miliardi in più nel 2022 rispetto all'anno precedente. Nel dettaglio gli aumenti dei prezzi più considerevoli sono quelli che vanno dal +11,7% per la verdura al +10,8% per la frutta.

Intanto Coldiretti segnala che nei campi i compensi per i raccolti decimati da caldo e siccità sono sotto i costi di produzione in forte aumento, costringendo molte imprese agricole a lavorare in perdita

A giugno Inflazione e siccità spingono i prezzi di frutta e verdura a un drastico rialzo

Coldiretti segnala che l’impennata dell’inflazione pesa sul carrello della spesa alimentare degli italiani per oltre 8 miliardi in più nel 2022, mentre nei campi i compensi per i raccolti decimati da caldo e siccità sono sotto i costi di produzione in forte aumento, costringendo molte imprese agricole a lavorare in perdita.  

«La siccità con il taglio dei raccolti spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +11,7% della verdura al +10,8% per la frutta -  sottolinea la Coldiretti - Quest'ultima è tra l'altro segnata da pezzature più piccole per la mancanza di acqua e gli agricoltori costretti al diradamento dei raccolti sulle piante per salvare il salvabile. L’estate 2022 si classifica infatti fino ad ora come la seconda più calda mai registrata in Italia, con una temperatura media a giugno superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800».

In Italia il caro prezzi dei beni alimentari incide anche sulla carenza di foraggio 

A spingere i prezzi è il fatto che in Italia – spiega Coldiretti – si registrano cali  del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove – evidenzia la Coldiretti – si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – a un impatto devastante sulle produzioni nazionali con danni che superano i 3 miliardi di euro.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

 

 

Il presidente di Coldiretti: «Servono accordi di filiera»

«Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare «la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare».

Anche la Federazione italiana pubblici esercenti è preoccupata per l'aumento dell'inflazione

L'aumento dell'inflazione inevitabilmente si ripercuoterà anche sui ristoratori nell'acquisto delle materie prime e nell'utilizzo dell'energia elettrica e del gas. E, di conseguenza,  verranno coinvolti anche i clienti. «Difficile che nei prossimi mesi i listini di bar e ristoranti non vengano maggiormente toccati dalla fiammata inflazionistica che sta attraversando l’intera economia», ha spiegato Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti in una nota.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024