Indiani e la carenza di personale: «Prima centinaia di curriculum, ora una decina»

In occasione della presentazione dei Best Luxury Hotel Awards, Ezio Indiani, general manager del Principe di Savoia, ha parlato dei problemi legati alla carenza di personale negli hotel e non solo

04 luglio 2024 | 12:00
di Gianluca Pirovano

Al Principe di Savoia di Milano si è alzato il sipario sui Best Luxury Hotel Awards, un nuovo premio per gli alberghi a cinque stelle che si sono distinti nella valorizzazione dell'accoglienza di lusso in Italia. Tra gli ideatori e promotori dell'iniziativa, Ezio Indiani, general manager dello storico albergo meneghino. E, durante la presentazione dell'evento, proprio Indiani ha parlato di un problema che ormai da tempo affligge gli alberghi di lusso, ma non solo, tutto il comparto dell'accoglienza e dalla ristorazione: la carenza di personale.

Ezio Indiani e la crisi del personale negli hotel

«Il mondo dell'ospitalità dopo la pandemia si è trovato ad affrontare situazioni molto difficili - ha sottolineato Indiani nel suo discorso - Il problema della carenza di personale è tra questi ed è in tutti gli alberghi e in tutte le aree operative». A dimostrazione di ciò, Indiani ha portato un esempio lampante di come il Covid abbia scombinato i piani e accelerato in maniera evidente una tendenza che, comunque, già c'era: «Prima della pandemia ricevevamo 100/120 candidature al mese per lavorare da noi per le più diverse mansioni. Oggi ne riceviamo mediamente 10 e, molto spesso, la metà dobbiamo scartarle subito. C'è un prima e un dopo la pandemia. Il mondo è cambiato. E oltre a nuove esigenze da parte dei clienti ci sono anche nuove esigenze da parte del personale».

Indiani: «Serve cambiare, ma ci vuole tempo»

E dire, come confermato dallo stesso Indiani, che il mondo dell'accoglienza, stando ai numeri, è in piena salute: «I ricavi medi sono in costante crescita - ha specificato - C'è un mercato del lusso che continua a crescere e il 2024 sta andando molto bene, nonostante una lieve flessione a giugno». Quelle della carenza di personale, però, rischia di diventare un limite invalicabile. Cosa fare? «Serve reinventare tutto per far vedere questo mondo come un riferimento - ha concluso Indiani - In tanti entrano e si chiedono, ma chi me lo fa fare? Poi c'è sempre una percentuale di chi ha la nostra professione nel Dna, ma per chi cerca semplicemente un lavoro l'accoglienza non è più non è più appetibile. Non possiamo cambiare le esigenze delle nuove generazioni, dobbiamo analizzare e capire cosa si possa fare per soddisfare queste esigenze. Si tratta di un processo lungo, che non si risolve dall'oggi al domani».

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