Le incertezze su convegni e congressi rischiano di mettere in difficoltà gli alberghi

Il problema è quello della capienza massima. Un'ordinanza del ministero della Salute vorrebbe assegnare alle Asl il compito di definirla di volta in volta. Ma gli hotel non ci stanno: «Ci vuole un criterio oggettivo»

06 dicembre 2021 | 18:11

Da sempre hotel e alberghi sono fra i luoghi più gettonati per organizzare convegni e congressi, ma le nuove linee guida delle Regioni recepite in un'ordinanza del ministro alla Salute, Roberto Speranza in via di pubblicazione rischiano di creare non pochi grattacapi alle strutture ricettive che vedrebbero venir meno un'importante fonte di introiti. Al centro delle preoccupazioni la necessità di individuare di volta in volta con le autorità sanitarie il numero massimo di partecipanti. Un aspetto che, in assenza di parametri oggettivi di riferimento, apre la strada ad una sorta di Far West del settore se non il blocco totale dell'attività.

 

Superato criterio del distanziamento, c'è incertezza sui prossimi parametri

Con l'introduzione delle nuove norme, a partire dal super green pass (entrato in vigore il 6 dicembre), se da un lato viene superato il vincolo del distanziamento che finora ha regolamentato l'attività congressuale e convegnistica, dall'altro l'assenza di un criterio oggettivo per determinare il numero massimo di partecipanti rischia di creare confusione e difficoltà organizzative non di poco conto. Per Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi si tratta di «un percorso di incertezze e burocrazia che condizionerà tutta l’attività congressuale e convegnistica, peraltro proprio riguardo a un aspetto che in sé non presenta particolari complessità. Tutti gli spazi infatti sono autorizzati per legge, alla luce delle caratteristiche strutturali, ad un massimo di capienza correlata agli utilizzi».

 

Colaiacovo (Confindustria Alberghi): «Perché non portare la capienza al 100% come altre attività al chiuso?»

Il tutto complicato dal fatto che le ultime disposizioni in materia di regole anti-contagio e capienza risultano poco chiare per il settore dei convegni e dei congressi. «Se questa non si ritiene possa essere portata al 100%, ma ci chiediamo perché, visto che spettacoli e teatro dal vivo al chiuso sono già da diverse settimane operativi a pieno regime, è comunque necessario che vengano individuati criteri chiari e oggettivi di valutazione comuni su tutto il territorio, che permettano ex ante di valutare la capienza in fase Covid», ha aggiunto Colaiacovo. Difficile pensare, infatti, che siano le Asl di competenza a farsi carico di questa incombenza, peraltro in tempi stretti come richiede l'organizzazione di queste attività. «Per non parlare dell'assegnazione dei congressi a livello internazionale - ha sottolineato Colaiacovo - dove evidentemente non possiamo permetterci incertezze nella determinazione degli spazi e delle relative capienze».

 

 

Il settore rischia il blocco

A questa incertezza che pesa sulla programmazione degli eventi si aggiunge anche quella per gli appuntamenti già in calendario dove appare ancor più complesso gestire la modifica in corsa delle norme rispetto a quanto è già stato organizzato. Per questo «crediamo che sia indispensabile ed urgente un chiarimento su questo punto per evitare che già nelle prossime ore tutta l’attività di convegni e congressi rischi di essere bloccata», ha concluso Colaiacovo.

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Alberto Lupini


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