In Friuli-Venezia Giulia arrivano i voucher turistici e gli incentivi per l'albergo diffuso. Funzioneranno?

La Giunta regionale ha dato parere favorevole alla creazione di un fondo ad hoc per il turismo. Fra gli strumenti a disposizione gli incentivi per le seconde case a uso ricettivo e per chi si ferma più di tre notti . Un modo per rilanciare i viaggi in un momento (lungo un anno) di crisi dal quale si fatica ad uscire, soprattutto senza aiuti

18 gennaio 2021 | 08:31
di Liliana Savioli
Alla fine dell’anno scorso, la Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia ha approvato il ddl SviluppoImpresa per la ripartenza. Composto da 91 articoli, suddivisi in sei titoli, scaturisce dalla proposta dell'assessore alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini, che lo ha definito «la radice nuova su cui si innesterà la ripartenza dell'economia del Friuli-Venezia Giulia». Questo disegno di legge, i primi di febbraio, verrà portato all'esame del Consiglio regionale, ma già in questi giorni è stato presentato in dettaglio ai rappresentanti delle categorie economiche regionali.

Piazza Unità d'Italia a Trieste

All'obiettivo di crescita contribuisce in particolare il turismo, settore che viene valorizzato dal ddl con l'istituzione di un fondo specifico per l'accesso al credito, che si chiamerà Fondo credito per il turismo.

«La Regione - ha dettagliato l'assessore - intende aumentare lo standard qualitativo delle strutture, rafforzare la progettualità legata all'albergo diffuso e ridare slancio agli investimenti turistici di rilevante impatto assegnando, nella concreta attuazione dei progetti, un ruolo precipuo e innovativo alla finanziaria regionale Friulia».

Voucher e albergo diffuso, i nuovi strumenti
Nell'ambito turistico, la principale novità, oltre alla creazione del Fondo credito per il turismo, è il provvedimento che consente ai proprietari di seconde case di ottenere un contributo fino a 20mila euro per ammodernare l'immobile e immetterlo nel mercato delle locazioni per vacanze attraverso le agenzie immobiliari. Viene quindi previsto il rilancio dell'albergo diffuso e l'introduzione di un voucher da 80 a 120 euro per chi pernotta almeno 3 giorni in un albergo del Friuli-Venezia Giulia.

E proprio sui voucher, chiamati Tu resta Fvg, abbiamo chiesto un parere ad alcuni albergatori della regione.

I commenti degli albergatori
Concorde con il progetto Paola Schneider, dell’Hotel Riglarhaus di Sauris: «È una buona idea, ne parlavo anche con altri colleghi che concordano che l’esperimento andrà bene per la montagna. In questo momento l’unico turismo è quello di prossimità, quello del fuori porta. Dare un aiuto per poter fare un fine settimana lungo è l’unico modo per far muovere il turista. I buoni vacanza nazionali ci hanno aiutato un pochino, speriamo questi ci aiutino di più».

Meno ottimista Riccardo Zanellotti, dell’Hotel Savoia di Trieste: «I voucher nazionali per la nostra categoria di hotel non hanno funzionato. Forse questi aiuteranno, in parte, le strutture di montagna ma non è con piccoli incentivi che si risolvono i grossi problemi del turismo nazionale. I nostri governanti nazionali non hanno ancora capito che il turismo è la più grossa industria che abbiamo e che ha bisogno di ben altro. Io utilizzerei queste risorse per aiutare i più bisognosi, chi si trova senza lavoro e deve vivere con la cassa integrazione e magari ha il mutuo da pagare, dei debiti, ecc.».

Più realista si rivela Alessia Solder, dello Chalet Dolomiti di Sappada: «Tutto aiuta, e fa piacere che dalla Regione ci venga data un po’ di considerazione. D’altra parte, con la zona arancione, siamo tutti bloccati di nuovo. Noi resteremo aperti, ma nessuno potrà venire. In ogni caso, ogni azione è ben vista e potrebbe essere un valido aiuto visto che il  nostro target sono le famiglie».

Su posizioni riflessive rimane Tanja Sirk, de La Subida a Cormons: «Bella idea e opportunità ma penso sia venuto il tempo di riflettere sulla qualità della vita, sulle nostre radici. Vedere il positivo del fermarsi, senza continuare a piangere. Forse c’era bisogno di tutto questo affinché potessimo guardare serenamente dentro noi stessi per trovare la strada giusta da percorrere. Comunque, a proposito dei voucher, spero siano più flessibili e con una burocrazia meno ingarbugliata di quelli nazionali».

Il precedente sloveno
Al di là delle diverse posizioni degli albergatori, c’è da notare che,nella vicina Slovenia (una Paese con poco più di due milioni di abitanti, contro il milione e duecentomila del Friuli-Venezia Giulia), i voucher turistici dati ai residenti hanno salvato la stagione. Un risultato che si augurano anche da questa parte dell’Isonzo.

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Alberto Lupini


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