In Europa si gioca la partita del turismo. Ma l’Italia rimane a guardare
Tra accordi bilaterali anche con America e Canada e date certe per l’avvio della stagione estiva, Spagna, Grecia ed Egitto sono già pronte. L’Italia, aspettando il green pass europeo, rischia di perdere il treno
06 aprile 2021 | 12:10
Prima del Covid sognavano e venivano in Italia, ora la destinazione numero uno, prenotazioni alla mano, per l’estate 2021 è la Grecia. Stiamo parlando dei turisti americani. E come dargli torto visto che lì, in Grecia, c’è già una data per l’inizio della stagione estiva (il 14 maggio) e la certezza che se si è vaccinati o immuni si può entrare. E l’Italia? «Loro hanno le isole Covid-free, noi abbiamo i pennarelli (per colorare di rosso, arancio, giallo le Regioni, ndr)» afferma diretto Bernabò Bocca, presidente di Federalbereghi a La Repubblica.
Quindi che fare? «Anche se la riapertura dovesse slittare al 15 maggio, l’importante è che ci venga detta in anticipo e che si mantenga quella data, altrimenti continueremo a rimanere davanti alla televisione a guardare i colori che cambiano», suggerisce Bocca.
E magari, a questo punto guardare agli altri Paesi, come la Gran Bretagna o Israele, ma anche alla Grecia e alla Spagna che poi sono i competitor dell’Italia in tema turismo. Per evitare che a un certo punto, l’amara ironia che oggi fa “scherzare” gli italiani dicendo “Maestà, il popolo non può uscire dal suo Comune”. “Mandatelo alle Canarie”, si trasformi in rabbia in rabbia incontrollata.
Perdita dei turisti stranieri: posta in palio altissima
Una situazione non più sostenibile, per un comparto, quello delle vacanze che genera annualmente il 13% del pil italiano (pari a circa 220 miliardi di euro) con il 50% delle entrate italiane da turismo che arriva dai viaggiatori stranieri (solo gli americani nel 2019 hanno speso in Italia 5,4 miliardi di euro, i tedeschi 7,6).Aspettare il Green pass europeo non basta
Anche perché all’estate mancano solo due mesi e se la strategia del Governo italiano è quella di aspettare il Green pass europeo, mentre gli altri Stati, tra cui appunto la Grecia che, nel mentre, sta stringendo accordi bilaterali con una decina di Paesi (come Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada), avanzano, è chiaro sin da subito che l’Italia perderà la partita: «Il 14 giugno (data del passaporto vaccinale europeo, ndr) è troppo tardi– continua Bocca – Almeno dovrebbero annunciarlo da adesso, in modo che la gente che si sta prenotando per l’estate si possa organizzare. Tra burocrazia italiana ed europea, l’animo degli operatori è davvero esasperato». «I colleghi greci ci hanno confermato di aver ricevuto una valanga di prenotazioni anticipate», aggiunge, infatti, Marina Lalli di Fedderturismo.Treno perso?
Stiamo perdendo un treno. Che ci passa sotto il naso senza neanche vederlo? Perché la domanda che tutti si pongono, operatori in primis ma anche i cittadini, è: perché l’Italia non stia facendo come Spagna o Grecia? Perché non essere più furbi e nel mentre che si aspetta il passaporto vaccinale aprire accordi bilaterali con i Paesi extra-Ue per evitare fughe in avanti rispetto a Bruxelles, come del resto sta accadendo? E ancora perché non “liberare” quegli oltre 3 milioni di italiani che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino per dare un po’ di ossigeno al comparto?Prospettive nere per l'estate italiana 2021
In questo modo le prospettive per l’estate italiana 2021 sono nere, forse più che nel 2020: «L’estate 2021, malgrado i vaccini, rischia di essere peggiore di quella dell’anno scorso – spiega Luca Patanè, presidente di Confurismo – Capisco l’emergenza sanitaria, ma nel nostro mondo per far ripartire il business, aprire un hotel e preparare una spiaggia servono almeno 30-60 giorni. E a noi servirebbe almeno una data certa in cui si possa iniziare a lavorare».Serve una data certa per la ripartenza
Dunque, per prima cosa, subito, una data certa e che sia, finalmente presa dal Governo basandosi sui «dati scientifici», aggiunge Bocca (cavalcando l'idea della Fipe che il 13 aprile sarà in piazza, a Roma proprio per chiedere la stessa cosa al Governo). Anche perché l’unico modo per salvare quegli imprenditori che, malgrado, tutto, sono arrivati fino ad oggi, è ripartire, visto che i Ristori, nonostante la cifra di 10 miliardi di euro messa in campo, sarnno poi in effetti di poco aiuto: «una cifra importante, a cui si dà del lei, ma quando ad averne diritto sono tre milioni di soggetti, a ciascun commensale non può che spettare una fettina della torta – continua Bocca – Come Federalberghi noi abbiamo fatto un calcolo: una struttura media che nel 2019 ha fatturato due milioni e mezzo e nel 2020 ha perso almeno il 60%, quindi oltre un milione, avrà solo 12mila euro».Quindi che fare? «Anche se la riapertura dovesse slittare al 15 maggio, l’importante è che ci venga detta in anticipo e che si mantenga quella data, altrimenti continueremo a rimanere davanti alla televisione a guardare i colori che cambiano», suggerisce Bocca.
E magari, a questo punto guardare agli altri Paesi, come la Gran Bretagna o Israele, ma anche alla Grecia e alla Spagna che poi sono i competitor dell’Italia in tema turismo. Per evitare che a un certo punto, l’amara ironia che oggi fa “scherzare” gli italiani dicendo “Maestà, il popolo non può uscire dal suo Comune”. “Mandatelo alle Canarie”, si trasformi in rabbia in rabbia incontrollata.
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Alberto Lupini
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