In Basilicata sulle tracce del peperoncino
Viaggio alla scoperta della preziosa spezia lucana al centro di progetti di gemellaggio con la Calabria. Siamo a a Satriano di Lucania dove da alcuni anni la coltivazione del peperoncino è praticata negli orti familiari
Nella Valle del Melandro, in Basilicata, a Satriano di Lucania in provincia di Potenza, da alcuni anni la coltivazione del peperoncino è praticata negli orti familiari tanto da diventare un inaspettato prodotto studiato dall’Alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura). Infatti, il progetto, messo in campo dall’agenzia, mira alla “Valorizzazione e recupero di ecotipi di peperoncino piccante presente nelle aree interne della Lucania e negli orti del Melandro” con l’obiettivo di incentivare la produzione delle diverse varietà a rischio di estinzione.
Qui favorita la coltivazione
La pianta del peperoncino nelle zone interne della Basilicata ha trovato delle caratteristiche pedoclimatiche che ne favoriscono quindi la coltivazione. Gli studi e le ricerche dell’Alsia, nel progetto di valorizzazione degli ecotipi, nel periodo 2016-2018, sul campo sperimentale dell’azienda Bosco Galdo di Villa d’Agri (Marsicovetere), si sono concentrati su 11 ecotipi varietali della Valle del Melandro raccolti dall’associazione Orti del Melandro. Tra le varietà si annoverano la “Corno di capra, Cerasedda piccante, Cirasiedd corto, Pezza farina, Cirasiedd Pantanelle, Cirasiedd piccante, Satrianese, Sperone di gallo, Cirasiedd lungo, Acqua li salici e Cirasedda corta”.
Una storia lontana
Il prezioso “oro rosso” della tavola, il cui maggiore produttore mondiale è la Cina e di cui si conoscono tremila varietà nel mondo, trae le sue origini con la scoperta dell’America quando fu importato in Europa dagli spagnoli e si diffuse grazie agli scambi commerciali con i paesi orientali, la penisola arabica, le Indie e l’Africa.
Tanti i benefici e le proprietà
Impiegato in cucina nelle più diverse preparazioni sia fresco che in polvere o in bacche, il peperoncino o Capsicum annum L. che appartiene alla stessa famiglia delle patate, tabacco, melanzana e pomodoro (Solanacee) è ricco di vitamina C, minerali e il grado di piccantezza dipende da una sostanza chiamata capsaicina. Tra le importanti proprietà del “cerasiello o cerasedda”, come viene chiamato nei vari dialetti lucani, si riconosce il miglioramento della circolazione e l’ossigenazione del sangue, oltre ad essere un cardioprotettivo.
Sodalizio con la Calabria
Il peperoncino a Satriano di Lucania è diventato anche un ponte culturale per costruire un gemellaggio con la Calabria che risale al 2012, terra d’elezione del peperoncino, con la città di Diamante, dove ha sede anche l’Accademia Italiana del peperoncino che ne promuove i vari ecotipi tra cui il “Diavolicchio” anche attraverso un noto festival. Un sodalizio che vede entrambe le città protagoniste grazie anche ai murales. Mentre nel 2013 fu costituita a Satriano la delegazione dell’Accademia del peperoncino dell’appenino lucano nell’ambito dei progetti culturali con Diamante.
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Un museo a cielo aperto
Un territorio quello satrianese dove è possibile ammirare anche i tesori d’arte grazie ai 140 murales che colorano le facciate del paese di quasi tremila anime che ne fanno un Museo a cielo aperto dei dipinti murali come “luogo di cultura pubblica permanente” per uno dei “Borghi autentici d’Italia”. Una terra, quella satrianese, che ha dato i natali al noto artista del ‘500 Giovanni Di Gregorio, detto “il Pietrafesa”. La Basilicata terra anche di peperoncino.
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