In attesa di ballare, il Boba si adatta Ora spazio al cibo per ripartire

Un "prodotto a metà" dopo il 15 giugno per la disco di Dalmine. Musica, intrattenimento, consumazioni ma niente balli. Il titolare: «In pista con 2 metri di distanziamento? Impossibile»

11 giugno 2020 | 16:40
di Marco Di Giovanni
Il 15 giugno si riapre più o meno tutto: cinema e teatri, centri estivi dai 3 anni in su e... discoteche. Ma per queste ultime le misure da seguire - decise al momento dalla Conferenza Stato-Regioni (si aspetta il Dpcm del presidente del Consiglio) - sono veramente limitative. Una di queste, definita «impensabile» dal presidente Silb-Fipe Maurizio Pasca, prevede addirittura la distanza interpersonale obbligatoria a 2 metri quando si è in pista. Con queste direttive, tante discoteche non riapriranno o investiranno nell'aspetto ristorativo, in attesa di un ritorno alla normalità. Un esempio è proprio il Bobadilla Feeling Club, discoteca pluridecennale (quest'anno è il 48°).


Il Boba ha aperto come spazio per aperitivi e ristorazione e continuerà così anche dopo il 15 giugno

Il "Boba" - così lo chiamano gli abitué - ha già aperto le porte il weekend del 4-5-6 giugno con servizio di ristorazione-aperitivo. Proseguirà con questo format chiaramente anche questo fine settimana... Ma per i prossimi? Non si è convinti di testare le nuove normative, piuttosto la proprietà preferisce mantenere fino a settembre (a meno che non si allentino le limitazioni) l'attuale format. Abbiamo parlato a questo proposito con il titolare Omar Maffioletti.

Omar, il Boba ha già aperto come ristorante e bar per aperitivi nel weekend. Ora, con questa nuova "apertura" da parte delle istituzioni, come avete intenzione di comportarvi?
Abbiamo letto la normativa, dobbiamo ancora ragionarci. Questo weekend, prima del 15, offriremo ancora servizio ristorante con chiusura alle 2. Per il weekend dopo il 15 dobbiamo effettivamente capire cosa ci è concesso fare. Sembra consentano il "prodotto discoteca" un po' a metà. Il distanziamento interpersonale rimane, e anzi raddoppia nella zona pista. La nostra idea, in linea generale, è quindi non creare una situazione pista, troppo difficile da gestire, ma utilizzarla per posizionarci i tavoli. Diversamente davvero, risulterebbe a dir poco ingestibile.


Benvenuto Maffioletti, storico patron del Boba venuto a mancare a marzo 2017, con i figli Omar e Valter

Cosa invece vi interessa tra le concessioni date?
Se si potrà fare un po' di musica, quello sì, un po' di intrattenimento. Ma manterremo sicuramente i tavoli, che faranno da distanziatori tra le persone. Dopo il 15 insomma renderemo il ristorante un po' più animato. Anche per chi desidera passare nel dopo cena. Questa è la nostra via di mezzo, permettiamo alla gente di godere di una serata piacevole con intrattenimento musicale.

Non è consentita la consumazione di bevande al banco, ma la somministrazione dovrebbe esserlo, sempre con le distanze dovute...
Se fosse così, valuteremo il servizio bar, controllando sempre l'afflusso delle persone, potenziando la segnaletica, che già comunque abbiamo predisposto. Magari prevedendo anche un addetto che controlli l'afflusso, così da creare un giro continuo di persone.


Una spiccata attenzione per le normative al Bobadilla

Per la parte "beverage" abbiamo scambiato due parole anche con Fiorenzo Colombo, socio Abi Professional e barman proprio al Bobadilla.

Fiorenzo, per i drink, a quanto sembra, i clienti dovranno fare file ordinate mantenendo le distanze, ritirare il proprio cocktail e allontanarsi subito. Cosa ne pensi?
Dunque. Per quanto riguarda l'allontanarsi subito, non sarà sicuramente un problema. La gente, quando viene al bancone, prende il drink e subito si allontana, altrimenti le braccia di quelli dietro, in fila, ti passano sopra la testa per prendere da bere. Per evitare la classica ressa al bancone, creeremo dei percorsi anti-stress per arrivare al banco mantenendo le distanze di sicurezza. Una volta che il cliente avrà preso il suo drink, tornerà al tavolo. Certo, per dare da bere in maniera ordinata a - per esempio - 2mila persone saranno necessarie 20 postazioni, esagero. Non è cosa facile. Però da noi in estate abbiamo 10 postazioni per prendere il proprio drink, facciamo bene il nostro lavoro. Sarebbe stato più difficile se fosse stato inverno... Così invece riusciamo ad organizzarci al meglio.


Fiorenzo Colombo

Omar, come gestite gli ingressi invece?
Come da prassi. Abbiamo sempre prestato molta attenzione agli accessi nel locale, già prima dell'emergenza Covid. Faremo un conteggio dei clienti direttamente all'ingresso. A maggior ragione adesso, visto che è obbligatoria la prenotazione. Sappiamo sempre quante persone abbiamo nel locale.

Poi sarà importante anche far rispettare le regole all'interno del locale...
Noi facciamo controlli continuamente, durante tutta la serata, più volte, anche a costo di essere quasi fastidiosi. Specialmente sul mantenere la mascherina quando ci si alza dal tavolo, lo facciamo presente al cliente. Chiaro che sta poi alla sua responsabilità. Se ti dice di sì, poi appena ti giri la toglie subito, noi non possiamo fare molto, se non ripeterglielo nuovamente. Ovviamente garantiamo gli spazi necessari affinché risulti anche facile mantenere le distanze. Lo scorso weekend avevamo a sera 250 persone su una superficie di circa 4mila mq, tra parco e pista.

Fiorenzo Colombo è d'accordo con quanto detto da Omar Maffioletti: «Il problema è la responsabilità dei singoli. Mi spiego meglio. Il locale deve impegnarsi a mettere tutto in sicurezza. Noi adottiamo le misure necessarie per garantire il distanziamento, mettiamo cartelli dappertutto ricordando quali sono le norme da rispettare. Sta però poi al cliente rispettarle, per la sua sicurezza e per quella degli altri».

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