Crescono i servizi (almeno nei numeri), ma calano i turisti. È il paradosso che sta vivendo quest’anno il nostro Paese. In attesa dei dati ufficiali sulle
presenze turistiche in Italia in questa travagliata stagione estiva, dalla Camera di Commercio di Milano arriva un’altra notizia: il numero delle imprese balneari è cresciuto in un anno del 2,4% attestandosi alla fine del primo trimestre del 2019, a quota 8.002 attività.
Napoli è la provincia con più stabilimenti balneari in Italia
Si tratta, è bene precisarlo, di attività che per la maggior parte gestiscono stabilimenti sulle spiagge dei nostri mari, ma anche di imprese che offrono i loro servizi sulle rive dei laghi e sulle sponde dei fiumi o noleggiano pedalò e canoe. Tra le province più attrezzate c’è Napoli, che primeggia con 449 imprese (pari al 5,6% del totale, con un incremento del 3% in un anno), seguita da Savona con 428 attività e da Rimini con 423. Tra le prime dieci aree per numero di imprese, crescono soprattutto Cosenza (+7,6%), Salerno (+6,1%) e Latina (+6%).
«Vogliamo puntare sulla valorizzazione di questi luoghi di benessere, riposo e divertimento - spiega Valeria Gerli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano - in abbinamento con visite culturali per una esperienza turistica più completa e soddisfacente alla scoperta del territorio».
Per quel che riguarda la distribuzione delle attività a livello regionale, l’Emilia Romagna traina il settore con il 12,5% delle presenze a livello nazionale, davanti a Toscana (12,1%) e Campania (11,3%), con rispettivamente 1.000, 966 e 903 imprese. Le regioni che sono cresciute di più negli ultimi 12 mesi sono invece l’Umbria (+22,2%), il Trentino (+15,4%) e la Sardegna (+6,9%).
La ricerca della Camera di Commercio ha fatto un focus anche sull’export di barche made in Italy, un settore che vale 1,8 miliardi di euro. Si esporta soprattutto nei Paesi dell’Unione Europea (circa 603 milioni di euro e 32,8% del totale) e in America centromeridionale (435 milioni, 23,6% del totale e +16% tra 2017 e 2018). Si è diretto verso gli Stati Uniti il 22,3% dell’export italiano per 410 milioni di euro (+37,5% in un anno), mentre tra i primi Paesi acquirenti ci sono anche le Isole Cayman (210 milioni, +19,4% in un anno) e Malta (204 milioni).