Icam Cioccolato: un’azienda sempre più sostenibile

Un team dedicato per progettare tappe di miglioramento. Procedure che affondano nella tradizione, sistematizzate all’interno di una nuova corporate identity caratterizzata dal pay off “Chocolate by Nature”

20 luglio 2022 | 14:57
di Gabriele Ancona

Icam Cioccolato, azienda lombarda specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, ha presentato il suo quarto Bilancio di Sostenibilità. «È un metodo di efficientazione per integrare i diversi obiettivi – ha spiegato Sara Agostoni, chief sustainability officer – Oggi abbiamo un team dedicato per progettare tappe di miglioramento. Un cambio di passo anche per favorire una maggiore consapevolezza e presa di coscienza. La sostenibilità è una strategia operativa che deve essere integrata in tutti i progetti aziendali».

Nessun bollino, ma tradizione

Si tratta, in vero, di una messa a punto di un modus operandi che fa parte del dna di Icam da 75 anni, dalla sua fondazione. Procedure di approccio etico che affondano nella tradizione anche culturale di Icam, sistematizzate all’interno di una nuova corporate identity caratterizzata dal pay off “Chocolate by Nature”. «Siamo un’azienda sostenibile ante litteram, anche quando questo termine non esisteva – ha puntualizzato il direttore commerciale Giovanni Agostoni – Ci siamo sempre mossi in questa direzione fin dall’origine e non dobbiamo appiccicarci bollini di virtù».

Le macroaree

Una linea declinata lungo le quattro fondamenta dell’azienda: persone, filiera, innovazione, ambiente. Nel 2021 l’organico si è arricchito di 17 nuove unità, entrate con differenti mansioni ed è proprio del 2021 l’introduzione del nuovo elemento di professionalità, un premio che viene riconosciuto a tutti i dipendenti sulla base delle competenze e che si somma a una formazione costante (40 ore pro capite quest’anno) e ad altri contributi economici per supportare tutti i dipendenti nelle spese sostenute per l’istruzione dei figli o per aver svolto attività di volontariato. Allo stesso modo una grande attenzione viene data ai coltivatori dei Paesi di origine che vengono formati per accrescere le competenze tecnico-agricole, al fine di migliorare e incrementare sempre di più la quantità e qualità del raccolto per ottenere un pagamento più alto dalla vendita delle fave di cacao e migliorare le condizioni socio-economiche delle loro famiglie. «La nostra garanzia di acquisto del raccolto – ha sottolineato Sara Agostoni – per i coltivatori significa a sua volta una garanzia di accesso al credito. Si viene a costituire così una filiera virtuosa, non solo etica, ma anche produttiva».

Un impegno concreto

Da anni Icam rivolge infatti una grande attenzione all’intero percorso che le fave di cacao effettuano, da quando sono ancora appese alla pianta fino a quando non diventano una delle ricette (734 nel 2021) prodotte nello stabilimento di Orsenigo. Attenzione che allo stesso modo viene rivolta anche a tutti i player (produttori di zucchero, latte, vaniglia, frutta secca e altri ingredienti che contribuiscono alla realizzazione delle ricetta) che possono entrare a far parte della filiera solo dopo aver condiviso e firmato il codice etico dell’azienda, che nel 2021 ha raccolto il 100% dei fornitori di materie prime. Lo stesso codice è stato firmato anche da molti dei fornitori da cui Icam acquista il cacao, arrivando a chiusura d’anno al 96%. Al fine di incrementare la tracciabilità e la trasparenza, tra la fine del 2020 e il 2021 è stato sviluppato un progetto denominato “Supply Chain Esg Risk Assessment”, con l’obiettivo di accrescere la conoscenza della struttura e dei rischi Esg (ambientali, sociali e di governance) che caratterizzano le catene di fornitura di tre delle materie prime più significative nel flusso produttivo del cioccolato: cacao, latte (siero e lattosio) e zucchero. Di rilievo anche l’attenzione nei confronti dell’ambiente e l’impegno a operare mantenendo il più basso possibile il proprio impatto, in linea con il concetto di “Chocolate by Nature”. Un impegno che si traduce nell’incremento anno su anno della quantità di energia che Icam autoproduce grazie al trigeneratore, da dove nel 2021 è arrivato l’85% dell’energia necessaria al fabbisogno produttivo dello stabilimento, della riduzione del 10% di emissioni di CO2 nell’atmosfera o agli incarti delle confezioni delle tavolette di cioccolato che nel 2021 sono state realizzate per il 96% in materiale rinnovabile.

Flowpack compostabile

Una sfida, quella dell’impatto ambientale, che nel corso dello scorso anno ha visto il raggiungimento di un grande traguardo: il primo flowpack compostabile, realizzato utilizzando carta e un biopolimero brevettato, composto da biomassa a base di mais. Un particolare incarto costituito per l’80% da materie prime rinnovabili e compostabili in base alle regole dello smaltimento industriale. Un’innovazione che oggi rapperesenta l’incarto della gamma di tavolette del premium brand Vanini realizzate con cioccolato biologico monorigine proveniente dalla subsidiary ugandese di Icam.

 

25.000 tonnellate di fave di cacao 

Icam ha chiuso il 2021 con risultati positivi. Un trend in crescita da diversi anni, dai 135 milioni di euro di fatturato nel 2015 ai 189 di oggi(+40%), di cui 12 di incremento ottenuti nel solo 2021. Un risultato generato su 25.000 tonnellate di fave di cacao acquistate nel corso dell’anno (+4% rispetto al 2020) e che ha permesso di raggiungere il 60% del mercato estero, affezionato al cacao bio e fair trade, e il 40% di quello italiano, in una suddivisione tra le tre principali aree di business che vede i prodotti a marchio dell’azienda (Vanini, Agostoni e Icam Professional) primeggiare con il 42% della quota di fatturato generata, quelli in private label presenti nella gran parte delle insegne della grande distribuzione italiana ed estera con il 40% e infine i prodotti semilavorati forniti all’industria dolciaria (18%).


Icam Cioccolato
via Caio Plinio 5/7 – 22030 Orsenigo (Co)
Tel 031 634 6101

 

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Alberto Lupini


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