Il Turismo boccia il ministro Garavaglia: servono ristori seri e la Cassa Covid

Tutte le associazioni di categoria, unanimi, contestano l’ultimo decreto sostegni: Nonostante le rassicurazioni, il Governo ha dimostrato indifferenza totale. Il settore, che nel 2019 fatturava 13,3 miliardi di euro, è in piena crisi; nel 2021 il fatturato è sceso a 2,5. Richiesti nuovi aiuti attraverso uno scostamento di bilancio

25 gennaio 2022 | 12:44
di Martino Lorenzini

Le associazioni del turismo organizzato (così come del resto avevano già fatto anche i sodalizi dei ristoratori nei giorni scorsi), Astoi Confindustria Viaggi, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro, alla luce della drammatica situazione in cui versa ancora il comparto, dopo 24 mesi ininterrotti di restrizioni sui viaggi, giudicano il nuovo decreto Sostegni Ter, varato dal Governo venerdì 21 gennaio l’ennesimo duro colpo inferto al settore. «Nonostante le ripetute rassicurazioni del Ministro Massimo Garavaglia, il dato di fatto è che questo Governo ha dimostrato ancora una volta la totale indifferenza verso il turismo organizzato, noncurante dei pesanti effetti economici generati dalle decisioni assunte», hanno fatto sapere le associazioni di categoria, che chiedono quindi di prorogare la cassa Covid, snellire la procedura di rimborso, attualmente molto più complicata a livello burocratico, nonché di trovare nuove risorse tramite lo scosamento di bilancio.

Ristori per il turismo: «Soluzione inadeguata»

L’ultimo decreto ristori per le associazioni del settore turismo è incompleto. Secondo Astoi Confindustria Viaggi, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro manca infatti la richiesta più importante che era stata fatta nei giorni prima della pubblicazione del decreto al Governo.

«La richiesta ribadita più volte dal comparto era di prorogare la cassa Covid – hanno ricordato gli addetti ai lavori - Mentre il Governo ha scelto di mettere a disposizione delle imprese in crisi gli strumenti ordinari che sono stati oggetto di riforma, con la sola esenzione sul contributo addizionale a carico dei datori di lavoro. Si tratta di una soluzione inadeguata, in quanto gli ammortizzatori ordinari prevedono normalmente un’anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro e le imprese, in fortissima crisi di liquidità, non sono minimamente in grado di fare fronte a tali esborsi».

Le associazioni di categoria segnalano anche che la procedura di rimborso sarà inevitabilmente più macchinosa. «Per ottenere il pagamento diretto da parte dell’Inps, le aziende dovranno produrre tutta una serie di documenti che invece, per la cassa Covid, non dovevano produrre per dimostrare la palese ed oggettiva crisi finanziaria in corso. - hanno spiegato - Le procedure legate agli ammortizzatori ordinari previsti dal decreto sono quindi molto più lunghe e complesse di quelle della cassa Covid e le imprese e i lavoratori del turismo organizzato, che hanno già esaurito la fruizione dei periodi concessi al 31 dicembre 2021, non possono più permettersi di attendere tempi lunghi e incerti. Le aziende saranno quindi costrette a licenziare a breve migliaia di lavoratori».

 

 

«L’incremento al Fondo unico per il turismo è irrisorio»

Dure critiche anche al sostegno economico destinati dal decreto al settore, in particolare  all’incremento del Fondo Unico per il turismo che da 120 è passato 220 milioni, giudicato «del tutto irrisorio, vista l’ampia platea di beneficiari a cui è rivolto lo strumento» (strutture ricettive, agenzie di animazione, guide e accompagnatori turistici, imprese di trasporto turistico, agenzie di viaggio, tour operator). Le aziende di settore lamentano anche il fatto che il Governo si è dimenticato di un aspetto a loro dire cruciale. «Tour Operator e Agenzie di Viaggi sono aziende ancora ferme per via di un decreto,  risalente a marzo 2020, che impone il divieto di spostamento per motivi di turismo verso molti paesi esteri. A fronte di tale divieto era atteso un indennizzo specifico che avevano stimato in almeno 500 milioni di euro per i danni subiti nel 2021, non ancora ristorati da alcun provvedimento».

Non c’è stato nemmeno il prolungamento della moratoria sui finanziamenti

Altro fondamentale nodo della questione è quello legato al mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti. A detta degli addetti ai lavori sta infatti «già lasciando dei caduti sul campo e molte di più saranno le imprese che subiranno pesanti conseguenze fino alla definitiva chiusura se non si interverrà in modo mirato sul settore».

Una drastica discesa del fatturato nell'arco di soli tre anni

Secondo i dati forniti dai sodalizi di categoria il comparto del turismo organizzato complessivamente conta 13.000 imprese che nel 2019 fatturavano 13,3 miliardi di euro. Nel 2020, a causa della pandemia,  è sceso a 3,1 miliardi, con una perdita rispetto al 2019 pari al 76,69%, mentre nel 2021 si è attestato intorno a 2,5 miliardi, facendo registrare una perdita ancora più significativa rispetto al 2019 (81,20%).  

Indispensabile lo scostamento di bilancio

Per le associazioni di categoria l’unica alternativa è fare leva sul Governo affinché attui il promesso scostamento di bilancio. «Si rivela indispensabile addivenire quanto prima ad uno scostamento di bilancio poiché non è accettabile che imprese che hanno perso oltre l’80% del proprio fatturato possano essere sostenute con pochi spiccioli e, per di più, danneggiate da nuove norme sugli ammortizzatori sociali che non considerano minimamente le relative esigenze specifiche», è scritto nel comunicato. Oltre a questo lamentano anche il fatto che agli operatori del settore «non viene data la possibilità di lavorare per cercare di tamponare lo stato di crisi in cui versano, per via di decreti datati e senza senso che rimangono ancora in vigore, nonostante il diverso approccio degli altri Paesi europei e dell’Europa stessa sui viaggi».

Le aziende del settore chiedono al Governo di assumersi le proprie responsabilità

A fronte delle richieste di aiuti, nuovamente ribadite, i sodalizi di settore mettono il Governo con le spalle al muro.  «Qualora non vi fosse l’intenzione di sostenere questo importante segmento dell’economia, il Governo esca allo scoperto, si assuma le proprie responsabilità e ammetta una volta per tutte la precisa volontà di decretare la morte di un settore rispetto al quale non nutre alcun interesse», hanno concluso.

Intanto la mancata proroga della Cassa Covid sta già colpendo gli hotel

La mancata proroga della Cassa Covid-19 e le insufficienti misure proposte sul fronte degli ammortizzatori sociali non lasciano scampo anche agli altri settori del turismo. Basti pensare che gli alberghi hanno purtroppo già cominciato a licenziare. «I licenziamenti sono già partiti. Nei primi venti giorni del 2022 siamo venuti a conoscenza diretta di oltre 300 casi di dipendenti degli alberghi italiani che hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Un vero e proprio dramma sociale per un settore in profonda crisi a causa dell’emergenza Covid», sottolinea Nicola Scolamacchia, vice-presidente vicario di Assohotel Confesercenti.

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Alberto Lupini


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