I ristoranti alla ricerca di spazio chiedono certezze sui dehors
Nonostante la zona rossa, i locali pensano già alla ripresa post-pasquale: distanziati e all'aperto. A patto che ci siano ancora tavolini e gazebi. Da Firenze a Roma, gli enti locali chiedono l'intervento del Governo
19 marzo 2021 | 17:23
La primavera ancora non è arrivata, l’Italia è ancora in prevalenza rossa, ma il tema “tavolini all’aperto” scalda già ristoranti, bar e tutti quegli esercizi commerciali che, sull’utilizzo dello spazio esterno extra, puntano per organizzare la ripartenza dell’attività; non appena si potrà. Da Firenze a Roma, l’appello è uno solo: rinnovare per tutto il 2021 le deroghe già sperimentate lo scorso anno.
La scelta di Firenze: niente Cosap fino a dicembre
In questo senso va letto l’attivismo del Comune di Firenze che ha deciso di prorogare un provvedimento molto apprezzato dai pubblici esercizi: la sospensione della Cosap (canone per l’occupazione del suolo pubblico). «È ancora emergenza Covid e per questo allunghiamo fino al 31 dicembre prossimo le concessioni straordinarie per bar e ristoranti in modo da sostenere uno dei settori che più di altro ha sofferto per la drammatica crisi economica dovuta alla pandemia», è stata la spiegazione offerta dall’assessore al Commercio della città toscana, Federico Gianassi.
La delibera, ora al vaglio del Consiglio comunale, prevede la possibilità di utilizzare sedie e tavolini all’aperto per tutto il 2021 rendendo quindi possibile la somministrazione all’aperto di cibi e bevande anche a costo di lasciare sul terreno un introito per le casse del comune che si aggirerebbe intorno ai tre milioni di euro. Che restano quindi nelle tasche dei commercianti. Chi ha già usufruito di questa deroga potrà quindi continuare a servire i clienti all’aperto, mentre chi decidesse di farne richiesta per la prima volta saranno riaperti i termini per le domande.
Ora però, da Palazzo Vecchio arriva un appello per una soluzione a livello nazionale.
L'allarme della Capitale
Appello già rilanciato nei giorni scorsi da Virginia Raggi, sindaca di Roma, che oltre alla Cosap, solleva il tema dei vincoli di Soprintendenza e Sovrintendenza. Se, entro il 31 marzo non verranno riviste le scadenze delle deroghe, dall’1 aprile gazebi, ombrelloni e tavolini dei locali del centro storico dovranno essere smantellati.
Attraverso un post sulla propria pagina Facebook, Raggi ha messo nero su bianco che se dall’esecutivo non dovessero arrivare delle novità, si metterebbe a rischio il «modello» lanciato dalla città giusto un anno fa. «Abbiamo dato la possibilità a ristoranti e locali di mettere i tavolini all’aperto gratuitamente. È stato un aiuto concreto a imprenditori in difficoltà e a tanti lavoratori. Fondamentale che questa misura venga estesa per tutto il 2021», ha spiegato la sindaca.
Uno strumento contro la movida selvaggia
Al di là del nodo burocratico, la questione dei tavolini all’aperto si lega anche alla battaglia contro gli assembramenti selvaggi e a quella movida che rischia di trasformare ogni minimo spiraglio di libertà in occasione per puntare il dito contro gli esercenti. D’altronde, uno dei motivi più semplici alla base di questo fenomeno è proprio la mancanza di spazio. Locali troppo piccoli non permettono di accogliere la quantità di avventori sufficienti a evitare che fuori si creino code, ingorghi, capannelli indesiderati. Ecco allora che allargare la superficie commerciale anche all’esterno permetterebbe di diluire il “traffico” dentro e fuori i locali.
La scelta di Firenze: niente Cosap fino a dicembre
In questo senso va letto l’attivismo del Comune di Firenze che ha deciso di prorogare un provvedimento molto apprezzato dai pubblici esercizi: la sospensione della Cosap (canone per l’occupazione del suolo pubblico). «È ancora emergenza Covid e per questo allunghiamo fino al 31 dicembre prossimo le concessioni straordinarie per bar e ristoranti in modo da sostenere uno dei settori che più di altro ha sofferto per la drammatica crisi economica dovuta alla pandemia», è stata la spiegazione offerta dall’assessore al Commercio della città toscana, Federico Gianassi.
La delibera, ora al vaglio del Consiglio comunale, prevede la possibilità di utilizzare sedie e tavolini all’aperto per tutto il 2021 rendendo quindi possibile la somministrazione all’aperto di cibi e bevande anche a costo di lasciare sul terreno un introito per le casse del comune che si aggirerebbe intorno ai tre milioni di euro. Che restano quindi nelle tasche dei commercianti. Chi ha già usufruito di questa deroga potrà quindi continuare a servire i clienti all’aperto, mentre chi decidesse di farne richiesta per la prima volta saranno riaperti i termini per le domande.
Ora però, da Palazzo Vecchio arriva un appello per una soluzione a livello nazionale.
L'allarme della Capitale
Appello già rilanciato nei giorni scorsi da Virginia Raggi, sindaca di Roma, che oltre alla Cosap, solleva il tema dei vincoli di Soprintendenza e Sovrintendenza. Se, entro il 31 marzo non verranno riviste le scadenze delle deroghe, dall’1 aprile gazebi, ombrelloni e tavolini dei locali del centro storico dovranno essere smantellati.
Attraverso un post sulla propria pagina Facebook, Raggi ha messo nero su bianco che se dall’esecutivo non dovessero arrivare delle novità, si metterebbe a rischio il «modello» lanciato dalla città giusto un anno fa. «Abbiamo dato la possibilità a ristoranti e locali di mettere i tavolini all’aperto gratuitamente. È stato un aiuto concreto a imprenditori in difficoltà e a tanti lavoratori. Fondamentale che questa misura venga estesa per tutto il 2021», ha spiegato la sindaca.
Uno strumento contro la movida selvaggia
Al di là del nodo burocratico, la questione dei tavolini all’aperto si lega anche alla battaglia contro gli assembramenti selvaggi e a quella movida che rischia di trasformare ogni minimo spiraglio di libertà in occasione per puntare il dito contro gli esercenti. D’altronde, uno dei motivi più semplici alla base di questo fenomeno è proprio la mancanza di spazio. Locali troppo piccoli non permettono di accogliere la quantità di avventori sufficienti a evitare che fuori si creino code, ingorghi, capannelli indesiderati. Ecco allora che allargare la superficie commerciale anche all’esterno permetterebbe di diluire il “traffico” dentro e fuori i locali.
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Alberto Lupini
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