I grandi del tartufo: Don Giovanni Balsamini
Uno dei primi personaggi "illustri" che hanno spinto per la valorizzazione del tartufo è sicuramente Don Giovanni Balsamini. Conosciamo meglio la sua vocazione per il tartufo
Correvano gli anni 70/80 quando Amintore Fanfani Ministro degli Esteri face una delle sue consuete visite a Sant’Angelo in Vado (PS) dove, fra l’altro incontrò il suo più sincero ed affezionato simpatizzante di sempre: Don Giovanni Balsamini. Costui era il prete che alcuni chiamavano con simpatica locuzione “il sindaco nero” per distinguerlo dal suo inseparabile compagno di scuola e di vita Giuseppe Pasquini che invece era lo storico “sindaco bianco” di questa località. Il colore sicuramente riferibile al partito nel quale militava.
Don Giovanni nutriva per Fanfani una simpatia sfrenata e non a torto perché quando aveva bisogno di aiuto per i suoi paesani ricorreva sempre al potente parlamentare ed otteneva in questo modo ciò che richiedeva.
Il prelato, da sempre sicuro che il tartufo fosse un importantissimo veicolo di promozione per la sua terra, chiese a Fanfani un aiuto per fa diventare Sant’Angelo in Vado importante nel mondo proprio per questo prezioso frutto che in questo entroterra pesarese si trovava anche in abbondanza. La risposta di Fanfani fu immediata: «mettetevi in contatto con il nuovo Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo che, fra l’altro, è una delle mie creazioni».
Ecco che qui inizia la mia storia a proposito di tartufi perché, io giovane ricercatore scientifico di questo Ente, ebbi l’incarico di interessarmi della cosa ed appunto conobbi questo strano e determinato prete che di tartufi se ne intendeva più del diavolo. Amici da subito ed entrambi fanfaniani convinti e fanatici sfruttammo anche la favorevole combinazione del Ministro dell’Agricoltura del tempo Giuseppe Bartolomei che ci incoraggiò ad inventare e realizzare il Centro di Ricerca sul Tartufo di Sant'Angelo in Vado che divenne una sezione periferica dell’Istituto Sperimentale per Selvicoltura entrambi dipendenti dal Ministero.
Ma Don Giovanni già da tempo si stava interessando di questo argomento e le sue conoscenze specialmente quelle del mondo giornalistico erano notevoli e ben presto il Centro di Ricerca divenne molto popolare e di dominio pubblico. Del resto si trattava di una cosa nuova che interessava moltissimo al mondo dell’agricoltura della ristorazione del turismo e via di seguito.
E’ chiaro che la mia amicizia molto stretta con questo prete combattivo e volitivo portava frutti notevoli anche perché la sua azione verso il mondo dei media fu molto rafforzata dal momento che poteva vantare un primato straordinario e cioè quello di aver ottenuto per il suo territorio uno strumento di ricerca scientifica e applicata che era invidiato da tutti.
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Alberto Lupini