Hotel e terme in agonia, Federalberghi: Perderemo 14 miliardi

Confindustria Alberghi e Federalberghi in audizione alla Camera hanno parlato delle perdite previste dal settore nel 2020 chiedendo a gran voce aiuti più massicci e strutturali, tra cui la proroga per le scadenze fiscali

24 novembre 2020 | 12:21
Gli alberghi sono sempre più in crisi e sempre più preoccupati per quello che accadrà nel futuro, che si fa ogni giorno più nero considerando che il Governo non vuole aprire gli impianti sciistici per le festività natalizie. Confindustria Alberghi e Federalberghi sono state audite oggi in videoconferenza, presso la Commissione Attività produttive, nell'ambito dell'esame in sede consultiva del disegno di legge di Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e Bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
 

Gli alberghi provano a salvarsi

Nel 2020 perdite per 14 miliardi di euro
Le premesse sono sempre affidate ai numeri che inquadrano la situazione. Il Centro studi di Federalberghi ha parlato di una perdita prevista per il 2020 di 14 miliardi causati da 245 milioni di arrivi in meno in Italia. Una crisi senza precedenti che dura ormai da 10 mesi e che ha colpito senza distinzione l’intero panorama alberghiero a partire dal mese di marzo.

Da marzo non si lavora più e il Natale sarà "magro"
Il paradosso è nessun Dpcm ha mai imposto la chiusura delle attività, ma di fatto l’hotellerie soffre gli effetti dovuti al blocco di fiere, congressi, eventi, convegni e alle limitazioni alla circolazione delle persone. Un momento difficilissimo, che dura ormai da 10 mesi e che rischia di complicarsi se saranno confermate le notizie stampa che circolano in queste ore dove si discute l’ipotesi di non riaprire gli impianti sciistici né tanto meno prevedere lo spostamento tra le regioni nelle prossime settimane comprese quelle di Natale e Capodanno.

Nucara (Federalberghi): -70% di assunzioni
«In queste settimane - denuncia il direttore generale di Federalberghi Alessandro Massimo Nucara - stiamo assistendo a una replica di quanto già visto durante il lockdown primaverile, quando Istat registrò un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi (7 milioni di pernottamenti nel trimestre marzo-maggio 2020, a fronte degli 81 milioni del corrispondente periodo dell'anno precedente). Fosche prospettive incombono sulle festività natalizie e sulle vacanze invernali. Nel 2020 verranno meno 165 milioni di presenze straniere (-74,6%) e 81 milioni di presenze italiane (-37,5%). Le presenze totali saranno ben 245 milioni in meno (-56,2%). Il fatturato del comparto ricettivo subirà una perdita di 14 miliardi di euro (-57%). Tra agosto e dicembre il Governo ha stimato per i settori turismo e terme una riduzione del 70% delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2019».


Alessandro Nucara

La necessità di aiuti più massicci
Confindustria Alberghi nel suo intervento si è concentrata sul tema degli aiuti che dal Governo arrivano con il contagocce, in ritardo e in maniera sporadica invece che strutturale. Nel rispetto di quelle che sono le decisioni legate alle scelte di natura sanitaria, durante l’audizione è stata sottolineata la necessità di disporre di aiuti adeguati alla effettiva gravità della crisi, che garantiscano la sopravvivenza di molte imprese altrimenti destinate al collasso. È stato anche posto l’accento sul problema del limite agli aiuti di stato che rischia di rendere inefficaci le misure già previste. Il protrarsi della crisi, infatti, ha reso inadeguata la soglia a 800mila euro nell’attesa che vengano attivate le nuove opportunità previste dal nuovo temporary framework di ottobre.
 
Colaiacovo (Confindustria Alberghi): Fondo perduto da correggere
«L’aggravarsi ed il protrarsi della crisi - ha sottolineato durante l’audizione Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - hanno purtroppo reso insufficienti i provvedimenti adottati dall’inizio della pandemia, rendendo di fatto necessarie misure di sostegno straordinarie. Tra gli interventi più attesi chiediamo correttivi al contributo a fondo perduto che, così come pensato, non riesce ad offrire un sostegno adeguato agli operatori alberghieri visto che gli aiuti sono esclusivamente correlati alle perdite subite nel mese di aprile 2020».
 

Maria Carmela Colaiacovo

Bene i provvedimenti sulle locazioni brevi
Il settore è allo stremo e ha bisogno di misure robuste e di un percorso di accompagnamento per tutto il 2021, un anno in cui la ripresa sarà lenta e discontinua.  Ma al contempo è stato espresso vivo apprezzamento per la scelta di intervenire sul tema delle locazioni brevi per tutelare il tessuto urbano e sociale delle città e offrire maggiore trasparenza ai consumatori.
 
Tema caldo: tasse da ammorbidire e scadenze da prorogare
Tra i tanti i temi sollecitati quest’oggi anche quelli relativi alle misure fiscali, dalla proroga degli interventi per affitti e Imu, alla richiesta di sospensione della Tari, passando per la riduzione del 50% dell’aliquota Iva applicata alle prestazioni alberghiere e azzeramento dell’Irap. Spazio è stato dedicato anche alle misure per il lavoro con la richiesta di prolungare gli ammortizzatori sociali dando possibilità agli operatori di poter accedere anche alla decontribuzione per quei lavoratori che possono essere richiamati anche solo parzialmente in servizio.         
 
Necessario il superbonus del 110%
In conclusione Colaiacovo ha sottolineato l'importanza di prevedere l'estensione del superbonus anche alle strutture alberghiere. «Il comparto ha bisogno di maggiore attenzione e intervenire oggi significa poter tornare ad operare più forti domani. Per questo sarebbe altrettanto importante poter prevedere l’estensione del Superbonus al 110% alle strutture alberghiere consentendo di trasformare lo stallo attuale in un’opportunità di riqualificazione e riposizionamento dell’offerta attraverso un meccanismo virtuoso che vedrebbe tra le altre cose coinvolte filiere delle costruzioni, dell’impiantistica, all’arredo e design».

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Alberto Lupini


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