Capri, un codice per hotel e b&b. Ma ora serve una norma nazionale
Un disciplinare regionale che verrà applicato per l'isola prevede che le due tipologie di ricettività siano accomunate da un codice identificativo. Altre Regioni l'hanno già applicato, il Ministero è fermo al palo
08 marzo 2021 | 11:11
Una parte di turismo ci è arrivata: nessuna distinzione tra albergo e bed&breakfast, ma un codice unico per identificare entrambe le tipologie di attività ricettive. L’obiettivo? Limitare al massimo l’offerta abusiva che negli ultimi anni, soprattutto con il boom delle case private ritenute dai turisti più sicure degli hotel, stava dilagando minando la solidità del settore con ripercussioni notevoli soprattutto sull’alberghiero.
Un’idea che potrebbe essere ricalcata anche dalla ristorazione che, alle prese con codici Ateco che orami decidono le sorti dell’attività tra aperture e chiusure, forse deve rivalutare la distinzione tra ristorante, bar, pasticceria, gelateria anche in funzione del fatto che ormai tutti si ingegnano per fare un po’ di tutto.
L'esperimento di Capri
A istituire il codice unico per hotel e b&b - dopo i pionieri Lombardia, Toscana, Puglia e Sardegna - è la Campania, in particolare per quello che riguarda Capri. L’approvazione di un disciplinare regionale con il quale i comuni dovranno assegnare ad ogni struttura un codice sarà un modo per alzare l’asticella dell’offerta turistica e frenare irregolarità e alloggi abusivi. I codici infatti fungeranno da caeta d'identità di ogni struttura con i turisti che potranno verificarne la reale esistenza sui siti istituzionali; un modo utili soprattutto quando, ormai sempre più spesso, si prenota su piattaforme online.
«Un provvedimento - ha spiegato a Metropolis, Lorenzo Coppola della Federalberghi isola di Capri - che dota le amministrazioni di uno strumento diretto al controllo su chi, avendo sregolato accesso agli stessi canali di distribuzione utilizzati dalle strutture ricettive regolari, svolge attività turistica illegalmente. Il controllo delle autorità si rivelava, inoltre, estremamente difficoltoso. Oggi le amministrazioni potranno catalogare tutte le attività e registrarne le caratteristiche così da individuare le attività non a norma e migliorare notevolmente la qualità dell’offerta ricettiva. È ben nota la profonda crisi abitativa causata dall’esponenziale crescita delle strutture extralberghiere illecite e il consequenziale aumento dei prezzi pluriennali per gli immobili ad uso abitativo».
Albergatori: passo importante verso la regolarizzazione
Da parte dell’associazione degli albergatori isolani, guidata da Sergio Gargiulo arriva un plauso al provvedimento condotto in porto dall’assessore regionale al turismo Felice Casucci il quale dopo l’approvazione aveva sottolineato come con il codice si potrà assicurare la qualità dell’offerta turistica e lottare contro l’abusivismo ricettivo. Insomma una sorta di “bollino” che rappresenterà il marchio di garanzia per un soggiorno in linea con le aspettative e gli standard elevati del territorio in un momento in cui la garanzia di idoneità, sicurezza, trasparenza è determinante.
Alessandro Nucara, direttore di Federalberghi, approva la decisione, ma ci tiene a sottolineare che il percorso da compiere è ancora lungo: «Il Mibact, in carica fino alla caduta del Governo Conte, stava lavorando per una norma nazionale - ha detto - ma ancora non si è arrivato a nulla. Confido nel lavoro delle singole Regioni, ma sarebbe utile che queste si coordinassero per un lavoro di squadra o, ancora meglio, che fosse il Ministero a prendere le redini e condurre in porto le operazioni. Nel farlo abbiamo più volte chiesto che bisognerà specificare se le attività in questioni sono professionali o meno così da comunicare al cliente su quali e su quante tutele possano contare».
«Un passo importante nel processo di regolarizzazione del turismo di cui la regione Campania e l’isola di Capri hanno bisogno - aggiunge Coppola dall’associazione - e contribuirà a mitigare le criticità connesse».
Un’idea che potrebbe essere ricalcata anche dalla ristorazione che, alle prese con codici Ateco che orami decidono le sorti dell’attività tra aperture e chiusure, forse deve rivalutare la distinzione tra ristorante, bar, pasticceria, gelateria anche in funzione del fatto che ormai tutti si ingegnano per fare un po’ di tutto.
Capri
L'esperimento di Capri
A istituire il codice unico per hotel e b&b - dopo i pionieri Lombardia, Toscana, Puglia e Sardegna - è la Campania, in particolare per quello che riguarda Capri. L’approvazione di un disciplinare regionale con il quale i comuni dovranno assegnare ad ogni struttura un codice sarà un modo per alzare l’asticella dell’offerta turistica e frenare irregolarità e alloggi abusivi. I codici infatti fungeranno da caeta d'identità di ogni struttura con i turisti che potranno verificarne la reale esistenza sui siti istituzionali; un modo utili soprattutto quando, ormai sempre più spesso, si prenota su piattaforme online.
«Un provvedimento - ha spiegato a Metropolis, Lorenzo Coppola della Federalberghi isola di Capri - che dota le amministrazioni di uno strumento diretto al controllo su chi, avendo sregolato accesso agli stessi canali di distribuzione utilizzati dalle strutture ricettive regolari, svolge attività turistica illegalmente. Il controllo delle autorità si rivelava, inoltre, estremamente difficoltoso. Oggi le amministrazioni potranno catalogare tutte le attività e registrarne le caratteristiche così da individuare le attività non a norma e migliorare notevolmente la qualità dell’offerta ricettiva. È ben nota la profonda crisi abitativa causata dall’esponenziale crescita delle strutture extralberghiere illecite e il consequenziale aumento dei prezzi pluriennali per gli immobili ad uso abitativo».
Albergatori: passo importante verso la regolarizzazione
Da parte dell’associazione degli albergatori isolani, guidata da Sergio Gargiulo arriva un plauso al provvedimento condotto in porto dall’assessore regionale al turismo Felice Casucci il quale dopo l’approvazione aveva sottolineato come con il codice si potrà assicurare la qualità dell’offerta turistica e lottare contro l’abusivismo ricettivo. Insomma una sorta di “bollino” che rappresenterà il marchio di garanzia per un soggiorno in linea con le aspettative e gli standard elevati del territorio in un momento in cui la garanzia di idoneità, sicurezza, trasparenza è determinante.
Alessandro Nucara, direttore di Federalberghi, approva la decisione, ma ci tiene a sottolineare che il percorso da compiere è ancora lungo: «Il Mibact, in carica fino alla caduta del Governo Conte, stava lavorando per una norma nazionale - ha detto - ma ancora non si è arrivato a nulla. Confido nel lavoro delle singole Regioni, ma sarebbe utile che queste si coordinassero per un lavoro di squadra o, ancora meglio, che fosse il Ministero a prendere le redini e condurre in porto le operazioni. Nel farlo abbiamo più volte chiesto che bisognerà specificare se le attività in questioni sono professionali o meno così da comunicare al cliente su quali e su quante tutele possano contare».
«Un passo importante nel processo di regolarizzazione del turismo di cui la regione Campania e l’isola di Capri hanno bisogno - aggiunge Coppola dall’associazione - e contribuirà a mitigare le criticità connesse».
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Alberto Lupini
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