L’Horeca chiude, latte in crisi La Lega si appella a Bellanova
Con la chiusura di bar e ristoranti, i caseifici pagano dazio non potendo più smaltire il latte prodotto. Centinaio chiede al Ministro un tavolo; Baldrighi (Grana Padano) ipotizza la polverizzazione
13 marzo 2020 | 12:30
Tra le innumerevoli conseguenze negative che il coronavirus sta causando nel mondo dell’economia - e dell’Horeca in partiolare - spunta oggi la questione latte. Con qualunque tipo di attività ristorativa che è stata costretta dall’ultimo decreto a chiudere i battenti e a lavorare al minimo del motore (servizio a domicilio), i caseifici si sono ritrovati con in casa una quantità di prodotto difficilissima da vendere.
E dunque che si fa? Il presidente del Consorzio Grana Padano Nicola Cesare Baldrighi non si perde in troppi giri di parole: «La situazione - spiega a Italia a Tavola - è molto semplice: il settore dell’Horeca si è fermato e i consumi di latte sono praticamente azzerati per cui i caseifici non vendono più. Si stanno studiando soluzioni alternative come quella della polverizzazione che si può stoccare per un anno. Difficile però dire se questo basterà a tappare i buchi di fatturato lasciati dal mercato tradizionale. Il mercato del latte polverizzato è mondiale, l’uso principale che ne si fa è in ambito zootecnico, per il mangime animale. Una speranza è data dal mercato della grande distribuzione, i consumi in casa aumentano e il latte potrebbe trovare margini lì».
La questione è presto diventata anche politica. La Lega, attraverso i senatori Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione Agricoltura e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura, ha pungolato subito il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova: «Il ministro Bellanova convochi d'urgenza il “tavolo del latte” che ricomprende tutti gli attori del settore ed intorno al quale individuare le migliori opzioni per sostenere l'intero comparto dei produttori di latte, a cui non si può chiedere di ridurre la produzione, pena il completo collasso. Ci aspettiamo che, in un'ora così delicata, si invitino anche le forze di opposizione e si ascoltino le loro proposte nell'esclusivo interesse dei produttori e della intera filiera. Serve buonsenso e collaborazione condivisa: solo così manterremo il latte italiano eccellenza e risorsa nazionale».
Caseifici in forte difficoltà
E dunque che si fa? Il presidente del Consorzio Grana Padano Nicola Cesare Baldrighi non si perde in troppi giri di parole: «La situazione - spiega a Italia a Tavola - è molto semplice: il settore dell’Horeca si è fermato e i consumi di latte sono praticamente azzerati per cui i caseifici non vendono più. Si stanno studiando soluzioni alternative come quella della polverizzazione che si può stoccare per un anno. Difficile però dire se questo basterà a tappare i buchi di fatturato lasciati dal mercato tradizionale. Il mercato del latte polverizzato è mondiale, l’uso principale che ne si fa è in ambito zootecnico, per il mangime animale. Una speranza è data dal mercato della grande distribuzione, i consumi in casa aumentano e il latte potrebbe trovare margini lì».
Il banner usato dalla Lega per promuovere l'utilizzo di latte italiano
La questione è presto diventata anche politica. La Lega, attraverso i senatori Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione Agricoltura e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura, ha pungolato subito il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova: «Il ministro Bellanova convochi d'urgenza il “tavolo del latte” che ricomprende tutti gli attori del settore ed intorno al quale individuare le migliori opzioni per sostenere l'intero comparto dei produttori di latte, a cui non si può chiedere di ridurre la produzione, pena il completo collasso. Ci aspettiamo che, in un'ora così delicata, si invitino anche le forze di opposizione e si ascoltino le loro proposte nell'esclusivo interesse dei produttori e della intera filiera. Serve buonsenso e collaborazione condivisa: solo così manterremo il latte italiano eccellenza e risorsa nazionale».
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Alberto Lupini
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