L'intelligenza artificiale ha permeato quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Dalla guida autonoma fino a consigliarci quale film guardare sul divano, l'Ia è ovunque. Ma cosa succede quando inizia a scrivere guide di viaggio per esplorare il mondo? Quei testi che fino all’altro ieri sono stati esclusivo appannaggio di esperti riconosciuti e viaggiatori incalliti che hanno camminato per le strade del mondo, ora potrebbero essere scritti da un algoritmo. Sicuramente un nuovo orizzonte, ma a quali costi?
Quando l'Intelligenza artificiale diventa la guida turistica
Questi testi stanno rapidamente guadagnando popolarità su piattaforme come Amazon. Spesso venduti a prezzi modici, presentano descrizioni generiche e immagini prese da piattaforme molto note. Possono essere più o meno eleganti e accattivanti all'apparenza, ma nascondono una realtà meno poetica: la stessa guida può essere riadattata per diversi Paesi, con descrizioni che sembrano prese direttamente da Wikipedia o foto generate da un'altra Ia. Questo ha fatto sorgere la complessa questione della loro veridicità e affidabilità.
La “truffa” non si limita a un solo Paese o a una singola piattaforma. Molti hanno iniziato a notare strane somiglianze tra guide che presentano più o meno tutte gli stessi titoli generici o le medesime copertine semplicistiche.
Quando le guide turistiche sono troppo generiche…
La questione (non di poco conto per un mercato importante come quello dell’editoria) sta sollevando domande serie sull'etica e sulla qualità nell'era digitale. Alcuni editori, sotto pseudonimi o marchi anonimi sembrano aver costruito un business particolarmente redditizio: sfruttando l'Ia riescono a produrre un gran numero di volumi, facilmente adattabili per qualsiasi destinazione.
Al capitolo recensioni, parametro che orienta in maniera determinante l’acquisto sulle piattaforme digitali, troviamo molti elogi (apparentemente generati da bot) e altrettante critiche di clienti delusi, caduti nella trappola.
Guide turistiche con l’Ai: da che parte stare?
Il problema riguarda anche la responsabilità degli editori e delle piattaforme. Mentre l'Ai offre opportunità apparentemente illimitate di creare contenuti, le piattaforme come Amazon si trovano di fronte alla sfida di regolamentare una quantità impressionante di materiale. La domanda diventa quindi: dove tracciamo la linea tra l'innovazione e l'inganno? La capacità dell'Ai di produrre grandi quantità di contenuti pone una questione cruciale sulla qualità rispetto alla quantità e sul valore intrinseco del contenuto scritto.
Ma il discorso tocca anche le questioni etiche. Che posizione dovrebbero assumere le società in merito all'uso improprio dell'Ia? Le normative attuali sono sufficienti a regolamentare un campo in costante evoluzione e tecnologicamente avanzato come questo?
Infine, c'è la questione dell'umanità nella scrittura. Le guide turistiche hanno sempre rappresentato un collegamento intimo tra l'autore e il lettore: non solo un’accozzaglia di informazioni, ma anche una visione personale e spesso appassionata di un luogo. Quando l'Ai prende il posto dell'essere umano, la scrittura diventa un prodotto standardizzato, privo dell'unicità e della passione che un vero autore può infondere nelle parole.
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Alberto Lupini
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