Guide turistiche, approvata la riforma: cosa non piace alle associazioni
Tra i punti contestati: l'abbassamento del titolo di accesso da laurea a diploma, la riduzione delle lingue straniere obbligatorie e la deroga per gli enti del Terzo Settore a svolgere visite guidate senza guide abilitate
Via libera alla riforma delle professioni di guida turistica a seguito dell’intesa ottenuta in Conferenza Stato-Regioni sul regolamento attuativo della professione di guida turistica che completa il quadro normativo avviato con la pubblicazione, a dicembre scorso, della Legge 190/2023, attesa dalla categoria da dieci anni. Ma le associazioni di categoria non sono del tutto soddisfatte.
Riforma delle guide turistiche: le perplessità delle associazioni
ConfGuide apprezza alcuni aspetti positivi della riforma, come la definizione della professione, l'elenco nazionale delle guide, la possibilità di accesso alle visite guidate in musei e siti culturali, e il divieto di avvalersi di guide non abilitate. Tuttavia, esprime perplessità su alcune modifiche, come la deroga per gli enti del terzo settore di effettuare visite guidate senza guide abilitate, l'abbassamento del titolo di accesso da laurea a diploma e la riduzione da due a una delle lingue straniere obbligatorie. Secondo ConfGuide, queste modifiche rappresentano un abbassamento del livello qualitativo della categoria e una concorrenza non equilibrata tra gli operatori. L'associazione auspica che i nuovi legislatori europei tutelino maggiormente la categoria, prevedendo percorsi di studio simili per l'accesso alla professione e garantendo qualità e parità di condizioni operative.
Federagit (Federazione italiana guide turistiche) concorda con ConfGuide e sottolinea che molti dei punti concordati durante i lavori preparatori non sono stati inclusi nel testo finale. Inoltre, critica la posizione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome che escludono l'applicazione del Regolamento sui propri territori. Angt (Associazione nazionale guide turistiche) è ancora più dura e definisce la Riforma "avvilente" e "depauperante". L'associazione critica l'abolizione della specializzazione territoriale, l'abbassamento del titolo di accesso e la riduzione delle lingue straniere obbligatorie. Angt teme che la Riforma porti ad un peggioramento del servizio offerto ai turisti e ad una perdita di professionalità tra le guide turistiche.
Cosa dice la riforma delle guide turistiche
La riforma delle professioni di guida turistica, entrata in vigore il 17 dicembre 2023, ha l'obiettivo di disciplinare la professione e il relativo esercizio, introducendo nuovi requisiti e regole per svolgere questa attività. Tra le principali novità:
- Elenco nazionale delle guide turistiche: è stato istituito un elenco nazionale in cui sono iscritte tutte le guide abilitate. Per iscriversi all'elenco è necessario superare un esame di abilitazione oppure essere in possesso di un titolo estero abilitante.
- Requisiti di accesso: per sostenere l'esame di abilitazione è necessario avere un diploma di istruzione secondaria superiore e conoscere almeno una lingua straniera. In precedenza era richiesta la laurea.
- Formazione continua: le guide turistiche sono obbligate a seguire corsi di aggiornamento professionale ogni tre anni.
- Specializzazioni: le Regioni possono organizzare corsi di formazione per il conseguimento di ulteriori specializzazioni.
- Ambito di lavoro: le guide turistiche abilitate possono operare su tutto il territorio nazionale.
- Tesserino di riconoscimento: le guide turistiche ricevono un tesserino di riconoscimento dal Ministero del Turismo.
- Divieto di abusivismo: è vietato avvalersi di guide turistiche non abilitate.
- Controlli e sanzioni: sono previsti controlli e sanzioni per chi esercita abusivamente la professione di guida turistica.
Oltre a queste novità, la riforma ha introdotto anche altre disposizioni, come la definizione della professione di guida turistica, la possibilità di accesso per le guide a musei e siti culturali per motivi di studio e lavoro, e la disciplina delle tariffe.
Le associazioni di categoria hanno espresso perplessità su alcune modifiche, come l'abbassamento del titolo di accesso e la riduzione delle lingue straniere obbligatorie. Tuttavia, la riforma rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento della professionalità delle guide turistiche e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
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Alberto Lupini
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