Guida Michelin Italia: annunciati altri 10 nuovi ristoranti per il 2025
Continuiamo a percorrere la lunga strada che, il prossimo novembre, ci porterà alla presentazione della Guida Michelin 2025. Resi noti i secondi dieci ristoranti che entreranno nella Rossa più ambita
A pochi mesi dalla presentazione della Guida Michelin 2024, non povera di sorprese, riparte il percorso che ci porterà all'edizione 2025. Dallo scorso anno i francesi hanno deciso di anticipare, nel corso dei vari mesi che precedono il disvelamento del vademecum gastronomico più ambito da chef e imprenditori di settore, i ristoranti che entreranno a far parte della tanto ambita Rossa. Se nel 2023 i primi locali erano stati annunciati a luglio quest'anno la Michelin "va di fretta". Dopo aver svelato 10 ristoranti nel mese di gennaio, la Rossa ha ufficializzato altri dieci locali che entreranno in guida, sebbene fino alla presentazione ufficiale non si saprà con che "grado" saranno riconosciuti (se con la Stella, il Bib Gourmand, Stella Verde o segnalazione).
I nuovi ingressi della Guida Michelin 2025
I ristoranti sono già segnalati sul sito ufficiale della Michelin Italia e all'interno dell'app dedicata. Ecco di seguito i secondi "magnifici 10" che già possono dirsi certi del loro nome segnalato nella guida 2025, con le rispettive motivazioni.
De LEN (Cortina d'Ampezzo, Belluno)
A pochi passi dal centralissimo e frequentatissimo corso Italia, un ristorante dall’eleganza alpina. Luci soffuse, musica soft e tanto larice a rivestire i muri, il tutto in un bel mix di tradizione e contemporaneità.
La cucina trae grande ispirazione dal territorio con tutte le sue specialità elaborate però in chiave più moderna; grande attenzione è inoltre riservata ai piatti vegetali e di solo formaggio, come l'ottima "fonduta di Saporito d'alpeggio".
Gina (Aosta)
Nel centro storico, ambiente semplice ed informale (ma al piano sottostante ci sono due sale tra le mura romane di Aosta!) per una cucina di rimarchevole qualità.
Il cuoco parte sovente dalle tradizioni locali per rielaborarle in piatti più creativi, dove protagonisti sono spesso i prodotti della montagna.
Hebbo Wine & Deli (Dobbiaco, Bolzano)
Nel contesto di un campeggio della stessa proprietà sulle rive del lago di Dobbiaco, un nuovo locale aperto con tanta passione per il vino e il cibo contemporaneo. In cucina un giovane austriaco con importanti esperienze alle spalle propone solo formule di menù degustazione a sorpresa, 7 o 9 portate alla sera, anche 5 a pranzo. Molte verdure e tanti accostamenti intriganti, come nel caso di porro bruciato, salsa romanesca e patata oppure trota (in alternativa, barbabietola essiccata, panna ridotta, timo e Schüttelbrot).
Ci si affida a produttori di continuità nonché agli stessi familiari che gestiscono un'azienda agricola biodinamica. Eccellente anche la lista vini: vera e propria passione di Andreas, simpatico e competente proprietario.
Henri Restaurant (Viareggio, Lucca)
Già, il nome ci racconta del ritorno di Henri Prosperi nel 2021 nella "sua" Viareggio, garbato maître d'altri tempi, vi guiderà con stile e professionalità ad assaggiare i piatti della figlia Serena, chef che si diletta tra classicità e modernità, col vezzo di alcune citazioni francesi.
La sua carta è divisa tra carne e pesce, in ogni caso rimane sempre incentrata su ingredienti di lusso; lo stesso carattere che distingue la cantina ricca di grandi firme internazionali da Petrus a Sassicaia passando per le migliori bolle di Francia ed Italia. Bentornato Henri!
Il Rivale in Città (Brescia)
In pieno centro - all'interno di un bel palazzo del '700 - gli ambienti sono molto eleganti e si suddividono in più salette dai colori, tessuti damascati e arredi differenti, ma tutti permeati dalla stessa storica atmosfera: bellissima l’intima saletta-bomboniera con un solo tavolo!
La cucina propone ricette di sostanza e dal carattere italiano contemporaneo con dei picchi di qualità, come la sfoglia di patate, scampi, caviale e crema alle nocciole, ma uno dei must della nuova formula è il servizio dei dessert, rigorosamente fatti in casa e proposti dal pasticciere direttamente a tavola, su un goloso carrello in legno. Buona anche la selezione enoica con particolare attenzione alla vicina Franciacorta e di facile consultazione su tablet.
Le Bistrot (Courmayeur, Aosta)
Nei raffinati ambienti del Grand Hotel Royal e Golf, la sala con la sua parete vetrata pare un palcoscenico affacciato sulla catena del Monte Bianco e il Dente del Gigante.
La proposta gastronomica è una delle più interessanti in zona: creativa più che locale, i piatti sono ricercati e tecnicamente elaborati.
Novo Osteria (Borgonovo Val Tidone, Piacenza)
Un edificio con origini risalenti all'XI secolo, nacque come convento per trasformarsi poi in locanda, chiusa agli inizi di questo secolo, è ritornata oggi - dopo un totale restauro che tuttavia non ha tradito le sue caratteristiche architettoniche - alla sua funzione di luogo d’accoglienza.
Oltre al ristorante, dove la tradizione locale è declinata all'insegna della modernità e del buon gusto (noi abbiamo apprezzato particolarmente gli gnocchi allo zabaione salato ai funghi porcini, topinambur e ribes), a disposizione anche sette camere all'interno dell'annessa Locanda Borgo Impero.
Osteria La Pimpinella (Bra, Cuneo)
Nel centro storico ma nei pressi di una piazza con parcheggio, una moderna osteria dove la tradizione piemontese si fa più attuale pur tuttavia senza perdere i necessari punti di riferimento. Quindi vitello tonnato (ottimo, l'abbiamo provato), tajarin, salsiccia di Bra, stracotti (squisito il guanciotto morbido di maialino); sempre generosi, ben presentati, accattivanti anche per gli occhi oltre che per il palato.
Alla conduzione una coppia nella vita appassionata, al servizio le necessarie gentilezza e competenza, declinate al femminile.
San Baylon (Roma)
Non lontano da piazza del popolo e dalle strade della shopping più esclusivo, il ristorante si trova all'interno dell'albergo Palazzo Ripetta, più precisamente in quella che fu la mensa del convento seicentesco.
Oggi l'atmosfera è più informale, richiama vagamente quella di un bistrot, e viene servita una cucina che si ispira ai classici piatti italiani, con diverse proposte alla griglia tra i secondi. Col bel tempo si mangia nella corte interna del palazzo.
SOOT (Milano)
Nella vivace Piero della Francesca, SOOT si aggiunge agli svariati locali che animano la via. Specialità coreane, dove i sapori tipici di questa cucina prendono una forma moderna e accattivante.
Non mancano il tradizionale kimchi (preparazione a base di verdure fermentate) e lo jeyuk bokkeum (pancetta di maiale saltata con salsa piccante).
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Alberto Lupini
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