Guida Michelin Italia: 10 i nuovi ristoranti già annunciati per il 2025

Iniziamo a percorrere la lunga strada che, il prossimo novembre, ci porterà alla presentazione della Guida Michelin 2025. Resi noti i primi ristoranti che entreranno nella Rossa più ambita: ecco le anticipazioni di febbraio che riguardano dieci locali da Nord a Sud d'Italia

23 febbraio 2024 | 14:30

A pochi mesi dalla presentazione della Guida Michelin 2024, non povera di sorprese, riparte il percorso che ci porterà all'edizione 2025. Dallo scorso anno i francesi hanno deciso di anticipare, nel corso dei vari mesi che precedono il disvelamento del vademecum gastronomico più ambito da chef e imprenditori di settore, i ristoranti che entreranno a far parte della tanto ambita Rossa. Se nel 2023 i primi locali erano stati annunciati a luglio quest'anno la Michelin "va di fretta", svelando i primi nomi già nel corso del mese di febbraio. Sono 10 i ristoranti, da Nord a Sud del Paese (Piemonte, Campania, Emilia Romagna e Toscana le Regioni interessate), che possono già festeggiare l'ingresso nella Guida, sebbene fino alla presentazione ufficiale non si saprà con che "grado" saranno riconosciuti (se con la Stella, il Bib Gourmand, Stella Verde o segnalazione).

Andiamo quindi a scoprire quali sono i ristoranti italiani già annunciati per la Guida Michelin del prossimo anno.

I nuovi ingressi della Guida Michelin 2025

I ristoranti sono già segnalati sul sito ufficiale della Michelin Italia e all'interno dell'app dedicata. Ecco di seguito i "magnifici 10" che già possono dirsi certi del loro nome segnalato nella guida 2025, con le rispettive motivazioni.

Between (Rivoli, Torino)

Un'unica sala, semplice ed essenziale, con cucina a vista, ospita una ristorazione di buon livello.

La giovane cuoca propone un felice matrimonio tra qualche prodotto piemontese e trovate più creative apprese nelle sue esperienze internazionali.

Granoturco Bistrot (Castagnole Piemonte, Torino)

Se esternamente la facciata ricorda le vecchie funzioni di pub, ora qui troverete il ristorante di un giovane cuoco le cui esperienze all'estero non hanno affatto scalfito il suo amore per il Piemonte.

Ecco servita una delle più convincenti espressioni di cucina regionale della zona, insieme a qualche piatto più creativo.

Hostaria dai Musi (Alba, Cuneo)

Il suo slogan è "cucina tipicamente moderna", la sua originalità quella di proporre, all'interno di una carta comunque contenuta nel numero delle proposte, anche piatti di pesce con tanto di crudité secondo mercato (ottime le acciughe impanate e fritte con salsa saor e gel di limone).

Ovviamente non possono mancare i classici regionali, il tutto nel contesto di un simpatico indirizzo affacciato sulla grande e centrale piazza al limitare del centro storico, in zona pedonale. Pregevole la selezione enologica, attenta anche alla produzione di birre locali.

Villa Salina (Moretta, Cuneo)

Deve il suo nome a Edoardo Salina, cuoco di casa Savoia, questa villa di metà ‘800 con diverse sale impreziosite da soffitti affrescati. Il coraggioso chef-patron Ivo Druetta l'ha totalmente restaurata e riportata a nuova vita per allargare i suoi orizzonti gastronomici, che nascono in pasticceria.

Oggi è un moderno locale multitasking che a pranzo, insieme alla carta influenzata dal territorio ma con proposte di pesce, prevede un business lunch e alla sera anche una carta di pizze gourmet. D'estate si apre all'esterno nella bella veranda ed è possibile passeggiare nel curato giardino, di proprietà comunale.

Januarius (Napoli)

Dedicato a San Gennaro, le cui reliquie sono custodite nell'antistante Duomo, insieme al santo qui si celebra il cibo, declinato nelle più tradizionali e autentiche specialità campane, come il polpo alla Luciana, lo zito spezzato al ragù della tradizione e il baccalà con scarole alla napoletana.

L'ingresso si apre su una bottega di ottimi prodotti - in prevalenza salumi e formaggi - ai cui lati troverete le due originali sale.

Sustanza (Napoli)

Nella galleria Principe di Napoli, ingresso attraverso l'ottocentesco café chantant ScottoJonno per poi prendere l'ascensore che conduce alle sale Liberty del ristorante, in un'atmosfera di raffinata rievocazione storica.

Ci pensa però la cucina a dare una sferzata di modernità con i piatti complessi ed elaborati di Marco Ambrosino, che pescano nelle tradizioni e negli ingredienti di tutto il bacino mediterraneo e del nord Africa, usando fermentazioni e qualche cottura alla griglia. Un'esperienza sorprendente per chi vuole uscire dalla tradizione gastronomica più usuale.

L'Acciuga (Ravenna)

Acciughe, mazzancolle, seppie e pesce del giorno sono solo alcune delle scelte possibili in questo locale di mare, dove la cucina conquisterà per fragranza e freschezza del prodotto, mentre la piccola carta dei vini - che si estende anche al di fuori del Bel Paese - propone un buon rapporto qualità/prezzo.

Gli ambienti in marinari riprendono gli interni delle navi di un tempo e l'accoglienza è romagnola: eccellente in tutto!

Luca's by Paulo Airaudo (Firenze)

Nell'affascinante centro storico, a ridosso del Mercato Centrale, un nuovo albergo è il fiore all'occhiello di una nota famiglia di imprenditori fiorentini. Al primo piano, una piccola sala con cucina (parzialmente) a vista è il teatro per piatti freschi e moderni, che portano la firma di Paulo Airaudo, chef argentino di grande valore.

Possibilità di un menu degustazione, ma anche di un percorso breve o della scelta à la carte. La selezione enoica spazia in ambito internazionale.

Nello (San Casciano in Val di Pesa, Firenze)

Federico in cucina e Chiara, pastry-chef nonché addetta all'accoglienza, hanno rinnovato uno storico locale della località per creare la loro proposta moderna, di cucina toscana.

Nel menu vario e intrigante, ecco un raviolo ripieno di crema di parmigiano da vacche rosse con finferli e cipolle, intenso e tecnico. La piccola carta dei vini racconta soprattutto il vicino Chianti, ma non solo.

Rendenèr Alpine Food (Pinzolo, Trento)

All'interno dell'hotel Lory, un ristorante dall'atmosfera molto famigliare, fra arredi in legno e gusto contemporaneo. Il giovane e talentuoso chef propone una cucina di montagna con grande attenzione alle materie prime stagionali; i menu variano, infatti, nel corso dell'anno.

In primavera vengono raccolti, ad esempio, radicchio dell'orso, gemme di mugo, asperula, licheni… In estate, per impreziosire i piatti, le erbe e i fiori del proprio orto coltivato in modo assolutamente naturale. Interessante scelta enoica rigorosamente regionale.

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