Grano tenero ai minimi storici: mai così male la produzione in Italia
Italmopa, l'associazione industriali e mugnai d'Italia segnala che quest'anno ci sarà un calo del 15% rispetto ai volumi produttivi del 2021, insufficiente per coprire il fabbisogno dell'industria molitoria
La produzione italiana di grano tenero (da cui si ottengono la farina bianca 00, 0, 1, 2 e quella integrale, ideali per la preparazione di pane, pizza, dolci, lievitati, pasta fresca e pasta fresca all'uovo) dovrebbe situarsi, nel 2022, in circa 2,5 milioni di tonnellate, con una riduzione del 15% rispetto ai volumi produttivi registrati nel 2021, rispetto a un fabbisogno dell’Industria molitoria di circa 5,3 milioni di tonnellate.
Cosi Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d’Italia, l’Associazione di categoria aderente a Confindustria e a Federalimentare, che rappresenta in via esclusiva l’Industria molitoria italiana, in merito all’esito del raccolto frumento tenero ancora in corso ma in fase di completamento.
Mai così male la produzione di grano tenero in Italia
Per Italmopa il drastico calo della produzione di grano tenero è dovuta a un fattore: la drastica riduzione della resa di produzione.
«La nuova contrazione della produzione nazionale è ascrivibile, essenzialmente, ad una riduzione, pressoché generalizzata in tutte le principali aree produttive, delle rese per ettaro, mentre rimangono sostanzialmente invariate le superfici - evidenzia Andrea Valente, Presidente Italmopa - Il livello produttivo dovrebbe così registrare un record negativo, mai raggiunto nel corso degli ultimi 100 anni. La nostra produzione di frumento tenero rappresenta ormai il 2 percento della produzione comunitaria e poco più dello 0,3 percento della produzione mondiale. Per quanto concerne l’aspetto qualitativo, la produzione nazionale 2022 è caratterizzata da un contenuto proteico elevato, ma da valori reologici non del tutto soddisfacenti, in particolare per i frumenti teneri di forza necessari per la produzione di farine destinate a prodotti a lunga lievitazione».
I costi di produzione sono destinati a salire
«Il corretto e continuo approvvigionamento in frumento tenero di qualità ha sempre costituito l’assoluta priorità per i nostri Molini - prosegue Alexander Rieper, Presidente della sezione Molini a frumento tenero Italmopa - Tuttavia, nel corso, degli ultimi 12 mesi, si è affacciata, sempre più prepotentemente, anche la questione energetica. L’ulteriore esplosione del Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica registrata dall’inizio del mese di luglio, unitamente all’incremento sino all’80% delle quotazioni del frumento tenero rispetto allo scorso anno, è inevitabilmente destinata ad avere un forte impatto sui costi di produzione, ormai non più assorbibili, di tutti gli attori della filiera ed in particolare del settore molitorio costituito da Aziende energivore».
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Alberto Lupini
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