Grano e Mais: gli agricoltori campani pronti a produrre 2 milioni di quintali in più

Per sopperire alla carenza di materie prime, che sta facendo lievitare i costi del pane, della pasta e dei mangimi per gli animali, Coldiretti segnala che i contadini in Campania sono pronti a fare la loro parte

14 marzo 2022 | 18:10

Contro la penuria di materie prime, e in particolare del grano e del mais, i cui prezzi sono schizzati alle stelle negli ultimi giorni, gli agricoltori campani sono pronti a fare la loro parte aumentando, per le prossime semine, di 2 milioni di quintali la produzione di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione e la pasticceria. Lo ha fatto sapere la sezione campana della Coldiretti, guidata dal presidente Gennarino Masiello e vicepresidente nazionale. L'italia, secondo quanto riferisce Ismea, nel 2020 produceva 2 milioni e 687mila tonnellate di frumento tenero e ne importava 4 milioni e 843mila;  produceva inoltre 3 milioni e 997mila tonnellate di grano duro e ne importava 3 milioni e 151mila. Produceva, infine, 6 milioni di tonnellate di mais e ne importava 5 milioni e 995mila. Produrre quindi maggior frumento duro, tenero e mais è un’esigenza fortemente sentita per la crisi del settore agroalimentare, colpito duramente dagli effetti del conflitto bellico in Ucraina. Al Governo Coldiretti chiede però di fare la sua parte, favorendo operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, adottando misure per sostenere la domanda interna e finanziando specifiche misure a favore delle filiere più esposte.

Grano e mais: l'Italia punta all'autosufficienza partendo dalla Campania

L’obiettivo per Coldiretti è puntare alla costruzione dell’autosufficienza alimentare di grano e mais. In particolare in Campania, «una Regione che oggi non riesce a soddisfare la domanda e, dove viste le quotazioni del prezzo del grano in borsa sempre più crescenti, la coltivazione potrebbe rappresentare un investimento capace di produrre reddito per le aziende agricole - ha spiegato Masiello - Un’occasione che potrebbe segnare la svolta per l’intero comparto nel ridurre la dipendenza dall’estero, da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del bestiame, più del 30% del grano duro (3 milioni e  151mila tonnellate, secondo i dati Ismea del 2020) per la produzione di pasta e oltre il 60% (pari a 4 milioni e 843mila tonnellate, secondo i dati Ismea del 2020) del grano tenero per la panificazione. Inoltre, legherebbe le produzioni al territorio nel perseguire un modello di biodiversità e sostenibilità».

 

Coldiretti: «Per aumentare la produzione bisogna puntare sui terreni incolti»

Pertanto, per Coldiretti Campania è importante rafforzare il comparto attraverso la coltivazione dei terreni incolti con un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio e con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità. «Non si può più pensare di dipendere da altre realtà perché alla prima situazione come quella in corso, si rischia di rimanere a terra», ha ripreso Coldiretti. Quanto propone l'associazione all’industria alimentare e mangimistica, è lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti nel rispetto della nuova normativa sulle pratiche sleali, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato».

 

Dal Governo può arrivare un aiuto concreto

L'obiettivo dell'autosufficienza alimentare per Coldiretti può essere più facilmente raggiunto grazie all’impegno del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il quale ha accolto in Consiglio dei Ministri le proposte della Coldiretti per incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, adottare misure per sostenere la domanda interna, finanziare specifiche misure a favore delle filiere più esposte e appunto sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali. Dal Ministero è stato anche annunciato un regime di aiuto straordinario sul modello dell'emergenza Covid e sostenuta l’esigenza, per quanto riguarda la Politica agricola comune (Pac), di rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare.

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Alberto Lupini


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