Grana balneari. Ultimatum dall'Europa: 2 mesi per sistemarla
L'Ue avanza obiezioni sulle concessioni balneari in Italia. La questione centrale riguarda la richiesta dell'Unione di mettere a gara la gestione delle spiagge e dei lidi in conformità con le norme sulla libera concorrenza
La Commissione Europea ha emesso un parere motivato contro l'Italia, accusandola di violare la Direttiva servizi (Bolkestein) e il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea in relazione alle concessioni balneari nel Paese. Questo sviluppo è emerso nel pacchetto infrazioni di novembre appena pubblicato. Il parere segue una lettera di messa in mora, in cui all'Italia è stato concesso un periodo di due mesi per rispondere alle accuse.
Se lo Stato membro non risponde entro il termine indicato o fornisce risposte insoddisfacenti, la Commissione ha il potere di emettere un parere motivato e di portare lo Stato davanti alla Corte di giustizia UE. La questione centrale riguarda la richiesta dell'Unione Europea di mettere a gara la gestione delle spiagge e dei lidi in conformità con le norme sulla libera concorrenza.
L'Italia all'Ue: «Non c'è scarsità del bene da assegnare»
Il Governo italiano, con una risposta tardiva, ha esteso le concessioni esistenti fino al 31 dicembre 2024, impegnandosi nel frattempo in una "ricognizione" sulla disponibilità degli spazi assegnabili. L'obiettivo è dimostrare che non c'è una "scarsità" del bene da assegnare, un dettaglio che escluderebbe l'applicazione della direttiva Bolkestein come richiesto da Bruxelles. La Commissione europea ha affermato che il parere motivato non pregiudica le trattative in corso con le autorità italiane, sottolineando la preferenza per trovare un accordo anziché procedere con azioni legali.
Balneari: Centinaio, «Proseguire con convinzione dialogo con Ue»
«La lettera della Commissione europea non pregiudica una soluzione positiva alla questione delle concessioni balneari. Invito quindi il Governo a portare avanti con convinzione e autorevolezza il dialogo con Bruxelles, forte di una mappatura delle coste che ha fatto emergere con chiarezza come solo un terzo di queste siano attualmente assegnate. L’Europa non può ignorare questo dato, che dimostra come le concessioni demaniali marittime italiane non debbano essere sottoposte alla direttiva ‘Bolkestein». Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.
«Crediamo che continuare ad accanirsi contro circa 30mila imprenditori balneari – continua – sia solo una intollerabile questione di principio, che non concede nulla né al libero mercato né ai cittadini e ai turisti che popolano le nostre spiagge. Ancora meno tollerabile è che a farlo sia una Commissione ormai in scadenza e sostenuta da una maggioranza politica sempre più precaria. Mi auguro che tecnici e politici di Bruxelles abbiano un sussulto di ragionevolezza e si rendano disponibili a un accordo che tuteli la concorrenza e chi in questi anni ha investito e dato lavoro nei propri stabilimenti. Noi continueremo a muoverci su quella strada».
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Alberto Lupini
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