Il Governo prepara altre restrizioni. Il 44% degli italiani chiede il lockdown
I Ministri Speranza e Gelmini valutano altre limitazioni oltre a quelle del Dpcm che entra in vigore oggi. Un sondaggio di Pagnoncelli rivela che gli italiani vogliono misure ferree
06 marzo 2021 | 10:08
di Federico Biffignandi
Gli italiani votano per il lockdown
Occhi puntati sul weekend
La “scusa” (con tutto il rispetto per chi soffre combatte tra la vita e la morte a causa del virus) sono le varianti che secondo gli esperti arriveranno a comporre il 70% dei casi positivi. E allora il ministro alla Sanità, Roberto Speranza e quello per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini stanno valutando i dati messi sul tavolo dagli esperti e meditano altre restrizioni. Nel mirino ci sono i weekend con più attività commerciali chiuse e ulteriori limitazioni agli spostamenti con annesso coprifuoco anticipato. Ma davvero tutti questi ritocchini servono?
Gli italiani vogliono maggior severità
Stando al parere degli italiani, no. Un sondaggio di Nando Pagnoncelli rivela che oggi il 45% degli italiani considera il Covid una minaccia elevata a livello personale. E più sale l’età, maggiore è la preoccupazione; ma anche tra le persone meno istruite, tra le casalinghe, i pensionati e i ceti operai il timore è alle stelle. Al contrario si mostra nel complesso omogenea tra i diversi elettorati, a conferma del fatto che si tratta di un sentimento più influenzato dalla condizione demografica che dall’orientamento politico. La minaccia percepita risulta ancora più acuta quando si fa riferimento alla propria zona di residenza (57%) o all’intero Paese (75%).
Gli italiani inoltre tornano ad essere “guardiani”. Niente a che fare con chi nel primo lockdown sparava (parole, ma non solo…) sui podisti o i padroni dei cani, ma due intervistati su tre (65%) pensano che ci siano troppe violazioni delle regole e la maggioranza dei cittadini non abbia capito l’importanza di continuare a rispettare le direttive delle autorità. Una tendenza in netta crescita rispetto agli scorsi mesi. Al contrario, uno su quattro (24%) è del parere che la gran parte continui a dar prova di senso civico e di rispetto delle regole. Forse, un po’ più di autocritica in tutto questo farebbe meglio, troppe volte si sentono persone storcere il naso sui ragazzi che animano la movida… mentre sono a due passi dalla movida stessa.
Campagna vaccinale bocciata
E il vaccino? Ad ora la campagna viene bocciata dal 46% degli italiani, mentre il 29% ne dà un giudizio positivo. Più passa il tempo e più aumentano i giudizi negativi. Il dato non sorprende tenuto conto che, a fronte di una crescita costante di persone che manifestano l’intenzione di farsi vaccinare non appena possibile (passate dal 37% di metà novembre al 53% di fine febbraio), i cittadini lamentano la penuria dei vaccini e la lentezza della campagna ma criticano anche i criteri di definizione delle priorità di vaccinazione (soprattutto rispetto ad alcune categorie professionali), le complicazioni burocratiche e gli aspetti logistici. A ciò si aggiungono le preferenze politiche, dato che i giudizi positivi prevalgono solo tra gli elettori della ex maggioranza di governo, mentre tra quelli di centrodestra e gli astensionisti sono nettamente prevalenti le valutazioni negative. Insomma, non è tutto rose e fiori, e il riferimento alle «primule» progettate da Stefano Boeri non è casuale.
Va da sé che il 53% degli italiani ha accolto con favore la decisione del governo Draghi di avvicendare il commissario Domenico Arcuri con il generale Francesco Paolo Figliuolo; le motivazioni sono due: il 34% è del parere che Arcuri non sia stato all’altezza (in particolare è di questa opinione l’elettorato di centrodestra con il livello più elevato tra gli elettori di FdI con il 72%) e il 19%, indipendentemente dalle valutazioni su Arcuri, ritiene che fosse necessario dare un segnale di discontinuità. Solo il 10% dissente con la decisione di sostituire il commissario e il 37% non si esprime. Un’ulteriore conferma della preoccupazione dei cittadini è data dalle opinioni che emergono rispetto ai provvedimenti per contenere il contagio: il 44% preferirebbe un lockdown duro, di durata limitata, ma esteso uniformemente in tutto il Paese; il 30% ritiene opportuno continuare con le restrizioni attuali, mentre il 14% vorrebbe un allentamento delle misure.
La prima opzione ha fatto registrare un aumento di ben 10 punti in sole due settimane e risulta più auspicata tra le persone meno giovani e le casalinghe, nonché fra gli elettori di Pd (60%) e M5S (50%). Nel centrodestra, pur prevalendo il consenso per provvedimenti più restrittivi, le opinioni sono più divise. Da notare che tra i leghisti il 18% chiede un allentamento. È trascorso un anno da quando il temine lockdown ha fatto irruzione nel nostro lessico. Se la campagna vaccinale non procederà speditamente il timore è che vi possa rimanere a lungo.
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