Giuseppe Cristini: viaggio tra luci e ombre nei territori del tartufo
Un viaggio nei territori del tartufo svela primati e lacune. Serve un piano etico e culturale per proteggere questa preziosità italiana e promuoverla al mondo, in vista dell'Expo di Osaka e oltre
L'Italia ha il dovere morale di promuovere la cultura del tartufo a livello globale, soprattutto ora che si avvicina l'Expo di Osaka. È indispensabile un impegno sinergico che coinvolga i massimi esperti e professionisti del settore, supportati da un comitato scientifico di elevata caratura culturale e forte personalità, per rappresentare con autorevolezza questo gioiello della biodiversità italiana.
Occorre mobilitare i massimi esperti e comunicatori del settore e chi, già alle prime luci dell’alba, si avventura nei boschi al fianco dei tartufai. Serve inoltre un palcoscenico internazionale di alto profilo, dove il tartufo venga presentato sempre con raffinatezza, rispettando un cerimoniale rigoroso e appropriato. Tuttavia, si registra una carenza di cultura strutturata attorno al tartufo: oggi si parla quasi esclusivamente di tartufo bianco e nero, senza alcuna valorizzazione delle specificità che distinguono le diverse varietà.
Ho avuto modo di osservare fiere straordinarie, in cui il tartufo è celebrato, raccontato e degustato con autentica eleganza. Un itinerario attraverso venti territori del tartufo ha rivelato non solo la straordinaria bellezza, ma anche le fragilità di questo universo. In particolare, la città di Alba si distingue come un modello esemplare: un faro di cultura che, con i suoi eventi di respiro internazionale, rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore. Manifestazioni di tale livello offrono l’opportunità di promuovere una visione ampia e coerente di identità e tutela del tartufo.
È urgente elaborare un progetto di alto spessore etico, culturale e promozionale, che posizioni il tartufo come emblema della biodiversità italiana. Proteggere il tartufo deve diventare una priorità nazionale. Questo prodotto ineguagliabile richiede una narrazione capace di trasmettere le esperienze dei tartufai: dall'emozione delle prime luci dell’alba nei boschi alla maestria con cui il cane individua il prezioso fungo. Tutto questo deve essere incorniciato da un cerimoniale all’altezza della sua unicità, capace di conferirgli il prestigio che merita.
La costituzione di un comitato scientifico di alto livello, dotato di autorevolezza e visione strategica, è una necessità improrogabile. Il tartufo deve essere protetto e raccontato con un approccio che ne esalti il prestigio e scongiuri il rischio di una progressiva marginalizzazione. Alle soglie dell'Expo di Osaka, l'Italia ha l'opportunità di riaffermare il proprio ruolo di custode della biodiversità e dell’italianità. Il tartufo, simbolo insigne di questa tradizione, è chiamato a essere protagonista di un messaggio che celebri la straordinaria ricchezza culturale e gastronomica del nostro Paese.
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Alberto Lupini