Fresco vincitore nella categoria “Pizzaioli e Panificatori” del 14° sondaggio “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza - Premio Italia a Tavola”, incontriamo Gino Sorbillo nella sua pizzeria nel ventre di Napoli, in via dei Tribunali. Non è ancora orario di cena, ma manca poco. Contentissimo per l’aggiudicazione di questo premio, si è già radunata una piccola folla di suoi amici (ma chi NON è amico di Gino a Napoli?!) per fargli di persona le congratulazioni.
Gino Sorbillo, nato a Napoli nell’agosto del 1974, appartiene ad una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli. I suoi nonni, Luigi Sorbillo e Carolina Esposito, fondarono la prima pizzeria nel 1935 su via dei Tribunali, definita da molti la “Via della Pizza Napoletana” nel centro antico della città. I coniugi Sorbillo misero al mondo 21 figli. Il papà di Gino, Salvatore, è il 19° dei ventuno figli. Gino cresce nella pizzeria di famiglia e ben presto impara i segreti della vera pizza napoletana, che lui ama precisare essere «quella dei vicoli poveri della città», cioè più grande, generosa e accessibile a tutti.
Ben presto Gino manifesta il suo stile e la sua impronta; il mestiere di famiglia abbinato ad una sua spiccata e naturale vena artistica gli consentono di comunicare attraverso le sue creazioni. La centenaria tradizione viene così proposta in chiave contemporanea contribuendo ad uno dei più grandi cambiamenti avvenuti nel mondo della pizza negli ultimi decenni. Numerosi sono infatti i servizi giornalistici e televisivi nazionali e internazionali che si sono occupati di Gino e della sua pizza. Assieme a suo fratello minore Toto, Gino ha aperto altre sedi chiamate Gino Sorbillo Lievito Madre, Gino Sorbillo Pizza Gourmand, Casa Sorbillo, Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo, oltre che a Napoli anche a Roma, Milano, Genova e Torino in Italia; Tokyo, Miami, Ibiza alcune delle sedi all’estero.
Gino Sorbillo è anche il fondatore della Casa della Pizza, luogo che nasce nel centro storico di Napoli, a pochi passi dalla pizzeria, in quella che fu l’abitazione della zia Esterina. La Casa della Pizza, aperta non solo ai pizzaioli, bensì a tutti gli amanti della pizza, si propone come luogo di confronto, di scambio, di incontri e dibattiti sul piatto napoletano più famoso e amato al mondo. Questo luogo, già sede dell’Accademia della Pizza, accoglie, parimenti alla pizzeria, anche numerose opere di artisti ed artigiani napoletani, al fine di promuovere sempre più le varie arti partenopee. La nuova frontiera di Gino è l’utilizzo di farine di agricoltura biologica e l’aggiornamento continuo dei menu data la costante ricerca delle migliori eccellenze gastronomiche italiane.
Caro Gino, hai ricevuto 7.030 preferenze nel sondaggio, risultando il 3° candidato più votato in assoluto. Consentimi che io sia tra i primi a congratularmi per l’importante risultato.
Caro Vincenzo, ti ringrazio e soprattutto ringrazio gli oltre 7mila vostri lettori che mi hanno votato nella sessione finale. Plaudo ad Italia a Tavola per questa sua ultradecennale iniziativa che tanto bene fa al nostro mondo, il mondo dell’hospitality e della ristorazione.
Qual è stata la tua prima reazione alla notizia dell’aggiudicazione del Premio?
Una grande emozione e una prorompente felicità, che ho subito condiviso in famiglia e con tutti i miei collaboratori.
Dimmi una cosa, Gino: tu che giri il mondo per buttare occhio alle tue pizzerie, mi individui un’affinità che fa da collante ai clienti ed invece un paio di differenze forti tra italiani, statunitensi e giapponesi?
Le affinità sono che nelle mie pizzerie mangiano spesso anche seduti da soli a tavola. O da soli o in compagnia, l’atmosfera delle mie pizzerie è sempre familiare e rassicurante. Le differenze invece sono negli orari (in Giappone mangiano molto prima, anche alle 10.30 del mattino) e nel modo di bere o di stuzzicare qualcosa prima dell’arrivo della pizza. In America spesso mangiano fritti e bevono alcol, a Tokyo cappuccini e succhi di frutta durante il pasto.
Tuoi progetti nel futuro prossimo?
Ci saranno nuove aperture ed anche ampliamenti dei locali già in esercizio.
Non smetteremo di seguire l’evoluzione di Gino, frutto della sua lodevole tensione al miglioramento continuo. Andrà ancora per le strade del mondo, possiamo giurarci. Ed ovunque saprà portare, con il suo entusiasmo e la sua competenza, l’anima della sua città, della sua Napoli.
INTERVISTA FLASH
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
Mi reputo, per come mi conosco, generoso, intuitivo, testardo, visionario.
E un tuo difetto?
Lo ammetto, sono permaloso.
E il tuo pregio che più ti piace?
L’ipersensibilità, senza dubbio alcuno.
Il tuo vino preferito?
Non uno solo, a dire il vero, bensì i vini del Sannio.
Il tuo colore preferito?
Un colore molto particolare, che mi affascina: il color ruggine.
Il tuo hobby?
Eh, sapessi: il collezionismo!
Il tuo sport preferito?
Il ciclismo: ancora oggi, appena posso, inforco la bicicletta, pedalare mi rilassa e mi fa sentire proprio bene.
Il nome del tuo animale domestico?
Ho un animaletto in casa che è muto: si chiama Bobò, è un pesciolino!
Se tu non vivessi a Napoli, dove ti piacerebbe abitare?
Eh, a proposito di pesciolino... Chiederesti a Bobò come si vive fuori dall’acqua? Premesso che io potrei anche andare via da Napoli, ma mai e poi mai Napoli andrebbe via da me! Comunque volentieri abiterei a Milano, dove ho attività in essere.
Il tuo scrittore preferito?
Il mio illustre concittadino Maurizio De Giovanni.
Il tuo regista preferito?
Ferzan Özpetek.
Gino e Toto Sorbillo
via dei Tribunali 32 - 80138 Napoli
Tel 081 446643
www.sorbillo.it
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Alberto Lupini
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