Garavaglia impegna il Governo sulla cassa integrazione Covid per turismo e ristorazione
Dall'1 gennaio 200mila lavoratori dell'ospitalità rischiano di non avere alcuna copertura mentre la pandemia morde alle caviglie le imprese. Mobilitati anche i sindacati. La palla passa al ministero del Lavoro
Dopo l’allarme lanciato da Confesercenti, arriva uno spiraglio d’apertura sulla proroga della cassa integrazione Covid per il mondo del turismo e della ristorazione. «Questi settori sono già stati duramente colpiti dagli effetti economici della pandemia. E la diffusione della nuova variante rischia di provocare danni sociali, oltre a quelli di fatturato. Bisogna dare certezze ai lavoratori. Ci sono migliaia di famiglie che non sanno cosa avverrà loro l’1 gennaio. Ci aspettiamo che il ministro al Lavoro, Andrea Orlando offra oggi loro garanzie», ha affermato il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia.
La sottosegretaria Nisini: «Urgente prorogare gli ammortizzatori sociali»
Sollecitazioni che arrivano anche dallo stesso ministero del Lavoro. «È urgente prorogare gli ammortizzatori sociali per il settore del turismo. Queste misure di sostegno sono di imminente necessità. Il settore che rappresenta il 13% del Pil del nostro Paese, non sta avendo nessun tipo di ripresa. Un grave danno per l'economia italiana, aziende e lavoratori. Dopo aver presieduto il tavolo di confronto con le associazioni di riferimento, ho condiviso la situazione anche con il ministro del Lavoro al quale ho riportato le richieste del comparto», ha affermato la sottosegretaria Tiziana Nisini.
Omicron ha frenato turismo e ristorazione
Come più volte raccontato da Italia a Tavola, la repentina accelerazione della pandemia spinta dalla variante Omicron ha fatto impennare i contagi e prodotto una situazione di incertezza che impatta negativamente sulle attività ricettive e ristorative. Non a caso, su 25 milioni di italiani in partenza per le vacanze fra Natale e l’Epifania, 5 milioni hanno già disdetto. Mentre per quanto riguarda il cenone di Capodanno, dei 4 milioni di italiani pronti a passare la fine dell’anno in un ristorante la media delle disdette si attesta intorno al 25-30% delle prenotazioni. Numeri che rappresentano una brusca frenata dopo la ripresa estiva e autunnale dei consumi fuori casa e mettono in difficoltà le aziende alberghiere e ristorative che, senza un’adeguata copertura relativamente agli ammortizzatori sociali, rischiano di lasciare a casa circa 200mila lavoratori.
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Capodanno, i ristoranti nel vortice delle cancellazioni: già saltate il 25-30% delle prenotazioni
I sindacati firmano una lettera unitaria
Nel frattempo, anche i sindacati del settore hanno fatto sentire la propria voce in una nota unitaria: «Senza la protrazione delle misure definite nei mesi scorsi, a rischio l’occupazione e il reddito per oltre due milioni di lavoratrici e lavoratori del turismo, del terziario e degli appalti di servizi, ancora interessati dalla crisi». E ancora: «Per le categorie del commercio, del turismo e dei servizi di Cgil, Cisl e Uil si rende necessario provvedere immediatamente ad una ulteriore proroga degli ammortizzatori con causale Covid e del blocco dei licenziamenti, per evitare che nei primi giorni del nuovo anno esploda una crisi occupazionale che, sinora, si è riusciti ad evitare», concludono i sindacati.
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Alberto Lupini