Il futuro degli alberghi? Aperti anche alla comunità locale, non solo per i viaggiatori

A dirlo è Sébastien Bazin, amministratore delegato di Accor, spiegando come solo il 40% dei ricavi venga dall'occupazione delle camere e riaprendo il dibattito sull'importanza di aprire l'hotel all'esterno

19 ottobre 2022 | 12:19

Un punto di vista sicuramente differente da quello a cui siamo abituati. Anzi, per certi versi completamente capovolto. È quello che traccia Sébastien Bazin, amministratore delegato di Accor, tra i primi gruppi alberghieri al mondo per numero di strutture. Bazin in occasione dell'Italian hospitality investment conference ha dichiarato, rimpreso da Pambianco, che gli hotel devono essere progettati per la comunità locale e non solo per i viaggiatori

Parole forti, che riaccendono il dibattito, già più volte fatto emergere da Italia a Tavola, sull'importanza di aprire le strutture alberghiere all'esterno, puntando su bar e ristoranti, ma non solo. 

Per Accor gli hotel devono aprirsi sempre più all'esterno 

«Il 60% dei ricavi viene dalle persone del territorio e solo il 40% dall'occupazione delle camere - ha evidenziato Bazin - I servizi di un hotel aperti alla cittadinanza sono molteplici: dal bar al ristorante, dalla palestra alla spa alla terrazza, passando anche per le lobby e gli spazi allestiti per lavorare da remoto. Infatti è sempre più difficile distinguere il lavoro dal piacere, e gli alberghi devono aprirsi a questi nuovi mix di richieste, come la possibilità di offrirsi una vacanza in una struttura di lusso nella città in cui si vive. In Usa, ad esempio, la domenica sera c’è il pienone negli hotel». 

Ristoranti degli alberghi: un'offerta in crescita 

Le dichiarazioni di Bazin, come detto, ribaltano il concetto tradizionale di albergo, ma non sono certo una sorpresa. Anche in Italia il trend che vede una sempre maggiore "apertura" degli alberghi al pubblico esterno è da tempo evidente. A confermarlo è stata Federalberghi, nel corso della sua Assemblea Generale, durante la quale è emerso come questo fattore, nel nostro Paese, sia fortemente legato all'offerta ristorativa. 

L'89% delle strutture ricettive italiane offre servizi ristorativi. Oltretutto, il 69%, li offre sia nella forma di bar che in quella di ristorante. Dalla piccola struttura al grande albergo, è una caratteristica che attraversa orizzontalmente il sistema ricettivo, con un’offerta diversificata che comprende i ristoranti stellati e le eccellenze diffuse, il servizio tradizionale e le formule innovative. 

L’albergo negli ultimi anni si è aperto in maniera decisa anche alla cittadinanza locale, con offerte che hanno compreso un po’ tutto: dalla colazione di lavoro alla cena con gli amici, passando per l’aperitivo, le feste di compleanno, il the delle cinque, e tante altre occasioni. Senza dimenticare i centri benessere, le sale riunioni.

In più del 75% dei casi, la struttura ricettiva si è munita delle autorizzazioni necessarie per somministrare alimenti e bevande anche ai clienti non alloggiati (72% per il bar e 80% per il ristorante). Nel rimanente 25%, il servizio è rivolto solo agli ospiti dell’albergo, ma molti di questi hanno risposto all’indagine che si aprirebbero volentieri al pubblico esterno, se il comune lo consentisse.

 

 

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Alberto Lupini


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