Il futuro dell'accoglienza di lusso? Spazi, autenticità ed emozioni

Ne abbiamo parlato con Andrea Spalletti Trivelli di Villa Spalletti Trivelli a Roma e referente per l'Italia e la Svizzera di Small Luxury Hotels, comunità di piccoli alberghi di lusso sparsi in tutto il mondo

01 novembre 2023 | 09:30
di Gianluca Pirovano

Il lusso nel mondo dell'accoglienza ha numerose declinazioni. Una delle più apprezzate è, senza dubbio, quella che da anni porta avanti Small Luxury Hotels. Stiamo parlando, in sostanza, di una comunità che riunisce più di cinquecento alberghi sparsi in tutto il mondo. Le loro caratteristiche? Un numero ridotto di stanze, in media cinquanta, e... nient'altro. Ogni struttura, infatti, ha, come caratteristica principale, la sua unicità. Ogni albergo sceglie liberamente come declinare la propria ospitalità di lusso ed è, a suo modo, custode e promotore della sua storia e di quella del luogo in cui si trova. Il tutto condito dai più alti standard dell'ospitalità e da servizi di altissimo livello. In Italia le strutture che possono vantarsi di far parte di questo circuito sono 77 e hanno registrato nell'ultimo anno un'impennata nelle prenotazioni: «Un profondo affetto ci lega all'Italia, che è anche la destinazione di punta di Small Luxury Hotels of the World fin dal suo lancio nel 1990 - ha spiegato Richard Hyde, chief operating office Slh - Quest'anno le prenotazioni nella penisola sono andate ben oltre le nostre previsioni, registrando un notevole aumento del 65% dei ricavi su base annua (se confrontati con lo stesso periodo allo scorso anno). I nostri ospiti continuano ad essere affascinati dal patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia grazie, anche, alla vasta scelta di eleganti dimore storiche presenti nel nostro portafoglio». Tra le strutture Slh italiane c'è Villa Spalletti Trivelli, a Roma, dimora di famiglia trasformata nei primi anni Duemila in lussuoso boutique hotel, oggi gestita da Raimonda e Andrea Spalletti Trivelli.

Small Luxury Hotels: quale futuro per l'accoglienza di lusso?

Proprio Andrea è ambasciatore e referente di Small Luxury Hotels per l'Italia e la Svizzera. Lo abbiamo incontrato a Milano, all'hotel Magna Pars, dove i direttori delle strutture Slh si sono dati appuntamento, per un momento di confronto e condivisione. Con lui abbiamo parlato del futuro e delle prospettive dell'accoglienza di lusso, ma anche dei punti di forza del progetto Small Luxury Hotels.

La caratteristica fondamentale di tutti gli Small Luxury Hotels è la loro unicità. Non è, però, sempre stato un vantaggio...
Siamo più di 500 strutture nel mondo, abbiamo più di 500 proprietà diverse. Questo significa avere più di 500 modi diversi di fare accoglienza, di gestire l'ospitalità. Un tempo questa caratteristica era considerata un limite. La domanda che sorgeva spontanea era: ma se vado in quella struttura troverò un servizio allo stesso livello delle grandi catene oppure mancherà qualcosa? Oggi, invece, la situazione si è completamente ribaltata. Proprio l'autenticità è uno dei principali fattori che ricerca l'ospite di una struttura di lusso. Guarda noi, per esempio. L'ospite arriva nella nostra struttura e trova me e mia sorella, si sente subito parte di qualcosa, vive un'esperienza unica.

E in tutto questo la pandemia ha avuto un ruolo?
Sicuramente. Quel periodo ci ha lasciato il segno. Così, anche quando siamo lontani da casa, vogliamo sentirci comunque a casa. Non siamo pronti a stare in mezzo alla folla e cerchiamo una struttura che ci offra tranquillità e spazi riservati, pur senza rinunciare a nulla nel servizio.

Quali sono, quindi, i nuovi orizzonti dell'ospitalità di lusso?
Il primo aspetto da sottolineare è che siamo di fronte a clienti che sono sempre più abituati a viaggiare e, di conseguenza, il livello del servizio deve essere sempre più alto. Un servizio che, però, deve rimanere allo stesso tempo caloroso, con un lato umano ben visibile e presente. Un altro aspetto a cui è necessario prestare ogni giorno massima attenzione sono gli spazi a disposizione degli ospiti. Si cercano spazi comuni, luoghi in cui poter fare una chiacchierata, sia essa formale o informale, in totale tranquillità. Uno spazio fisico che diventa uno spazio personale.

E poi c'è la già citata autenticità...
Esatto. L'ospite deve sentirsi a pieno nel luogo in cui si trova. Sei a Roma? Devi sentirti a Roma. Sei a Milano? Devi sentirti a Milano, non in qualsiasi altro posto nel mondo. E questo è ancora più bello e più importante per un Paese come il nostro, con la cultura e con le tradizioni che ha...
dobbiamo fargliela vivere, non soltanto farla vedere. Anche perché, un viaggiatore australiano, americano o canadese, per citare tre esempi, quando entra in strutture come Villa Spalletti Trivelli resta senza fiato. Noi italiani, invece, siamo viziati. Siamo cresciuti con la bellezza negli occhi.

Mi sembra di capire, quindi, che lo stato di salute degli Small Luxury Hotels sia ottimo. Non resta, allora, che chiedere cosa si possa fare per il futuro. Come cambierà  l'accoglienza di lusso?
Gli spazi di crescita sono infiniti, ma credo che sia fondamentale, in primis, mantenere intatto ciò che siamo diventati. Mi spiego: in passato eravamo un settore in cui la gente avrebbe fatto carte false per lavorare. In tanti volevano lavorare in un cinque stelle lusso. Oggi non è più così. Quindi, guardando al futuro, il primo grande obiettivo è quello di tornare a far innamorare i giovani di questo lavoro. Senza il raggiungimento di questo obiettivo sarà difficile riuscire a mantenere gli standard di qualità che abbiamo raggiunto in tanti anni di impegno e di lavoro. L'importanza delle persone, nella nostra professione, deve sempre essere al centro, da qualsiasi parte la si guardi. Non siamo rivoluzionari, non salviamo vite, ma facciamo stare bene la gente e questo non è un fattore da sottovalutare, ancor di più in un mondo che ha perso empatia e sentire umano. Tutte le differenze spariscono quando è il momento di fare il check-in in un albergo. E le esperienze nelle nostre strutture contribuiscono a creare ricordi e memoria, grazie al rapporto personale e umano. Se perdiamo quello, è tutto finito. Credo si debba guardare in questa direzione se vogliamo un futuro roseo per l'accoglienza di lusso.

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Alberto Lupini


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