Il fusion rende di più: chiuso il più antico ristorante giapponese di Milano
Aperto nel 1968 in una galleria di via Vittor Pisani a Milano e gestito dal 1990 Kato Shozo e sua moglie Masako Sato, offriva classico cibo giapponese, in un ambiente nipponico con sushi master del Sol Levante
Un angolo di autentico Giappone a Milano (forse possiamo anche dire anche l’unico) se ne va: chiude il Tomoyoshi Endo, il più antico ristorante giapponese della città. Aperto dalla signora Endo nel 1968 in una galleria di via Vittor Pisani, zona stazione Centrale, e gestito dal 1990 Kato Shozo e sua moglie Masako Sato, offriva rigorosamente classico cibo giapponese, in un ambiente giapponese (fu disegnato da un architetto giapponese, con tutti gli stili e la simbologia del Giappone), con camerieri giapponesi e il sushi master giapponesi. Ma la coppia, ormai di 73 anni e non avendo figli, non può continuare la tradizione. Anche perché nessuno vuole prendere il testimone: «La cucina nipponica tradizionale richiede fatica – dicono al Corriere della Sera - Il fusion è più facile e si guadagna di più».
Milano perde il Tomoyoshi Endo
Ma così Milano si impoverisce non solo di ristorante di autentica cucina giapponese, ma anche di parte della sua storia: il ristorante era, infatti, l'ultimo testimone del passato di questo quartiere della città che negli anni '60-'70 aveva visto nascere i primi “grattacieli” di Milano, sedi di grosse compagnie internazionali. Tutto “cancellato” dagli yuppies degli anni ’80 tra soldi, successo, modelle, cocaina e sushi.
Anche se come sottolineano Kato Shozo e Masako Sato «Ormai ci sono pochissimi sushiman professionisti. È difficile trovare cuochi giapponesi e personale disposti a trasferirsi in Italia».
Tomoyoshi Endo, il Giappone autentico a Milano
Una cultura, quella giapponese, che Kato Shozo (originario della provincia di Senda) e Masako Sato (della provincia di Tokyo) hanno mantenuto viva rispettando fino all'ultimo giorno i dettami della vecchia proprietaria: «Per rispetto della tradizione e della precedente proprietaria – raccontano ancora al Corriere - abbiamo portato avanti fino all'ultimo l'autentica tradizione giapponese. In un ambiente arredato come fosse un piccolo angolo di Tokyo a Milano».
E ora? «Rimaniamo in Italia – continuano -: abbiamo casa a Pavia, vicino alla Certosa. Non siamo mai tornati in Giappone negli ultimi 30 anni, il Paese è molto cambiato. Restiamo qui».
Kato Shozo e Masako Sato l’ultima “stagione” sul lago di Caldaro
Ma per chi volesse un’ultima volta assaggiare la cucina di Kato Shozo e Masako Sato c’è, in verità, un’ultima possibilità sul lago di Caldaro, in Alto Adige: «Abbiamo un amico che ha un bellissimo ristorante. In quella zona producono dell'ottimo vino e noi andremo a fare per l’ultima volta dell'ottimo sushi, per dell'ottimo Gewürztraminer. Non c'è niente di meglio». Perché in fondo la buona cucina non ha confini…
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Alberto Lupini
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