Fuggono dal locale senza pagare. Ma ora rischia il ristoratore: ecco perché

La condivisione sui social media di immagini, o video, tratti da sistemi di sorveglianza non è ammessa, a meno di oscurare i volti delle persone riprese. Il caso paradossale avvenuto a Tropea, noto borgo calabrese

21 agosto 2023 | 13:40

Il paradosso dei paradossi. Vedere due propri clienti fuggire al termine di una cena, senza pagare il conto, ma rischiare di passare dei guai per aver denunciato il fatto sui social. È quanto successo di recente a Tropea, ma andiamo con ordine. 

Tropea dopo l’Albania: altri clienti in fuga

Altro caso, il secondo del genere nel giro di pochi giorni, di turisti che fuggono dal ristorante senza pagare il conto. Già vi avevamo raccontato dell’episodio registrato in Albania al quale, poi, ha messo una toppa l’Ambasciata Italiana a Tirana. Più di recente una sorta di dejà-vu, stavolta a Tropea, dove due villeggianti si sono dati alla fuga al termine di una cena nel borgo calabrese. Con buona pace del ristoratore, che si è visto così costretto a “regalare”, seppur involontariamente, un servizio a due furbetti i quali, però, sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza poste al di fuori del ristorante "La pentola d'oro".

I video in questione sono al vaglio delle forze dell’ordine, peccato però come il ristoratore, cedendo a una condivisibile impulsività, abbia deciso di pubblicare il materiale anche sulla propria pagina Facebook, tra l’altro senza nemmeno oscurare i volti. Una denuncia comprensibile, uno sfogo figlio di un caso tanto eclatante quanto condannabile, ma di fatto illegittimo. Il motivo?

Clienti in fuga pubblicati sui social: perché non si può fare?

Le immagini provenienti da sistemi di videosorveglianza infatti sono comprese nella categoria dei dati personali. Chi utilizza questo tipo di sistemi, ai fini della sicurezza, deve rispettare il Codice in Materia dei Dati Personali. Secondo lo stesso Codice non è permesso pubblicare o diffondere video (o audio, ma non è questo il caso) senza il consenso della persona interessata. Questo, infatti, rappresenta una violazione del diritto alla privacy.

In tal caso si delineano due tipi di illeciti: la violazione della privacy e l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Tutto ciò non sarebbe stato valido, invece, nel caso in cui i volti dei furbetti in questione (ripetiamo, il cui atteggiamento è assolutamente da condannare) fossero stati oscurati o pixellati. Ma nel video in questione è ben visibile la faccia di uno dei due clienti insolventi.

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Alberto Lupini


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