Fuggono dal ristorante senza pagare, altro caso in provincia di Macerata
È l'ennesimo fatto di questo tipo registrato nel giro di meno di un mese. Il più recente, assieme a quello di Terni di cui vi avevamo parlato ieri. Fatti analoghi negli ultimi giorni in Albania, Tropea, Malta e Napoli
Il dubbio, a questo punto, è più che legittimo. Solo ora si denuncia (correttamente) in pubblico un simile atteggiamento, oppure tutti i casi vengono registrati solo ora, quasi in virtù di un trend sempre più diffuso? È infatti quasi incredibile come per l'ennesima volta si parli di clienti che fuggono dal ristorante lasciando il conto non pagato. È successo in provincia di Macerata stavolta, dove due uomini si sono furtivamente allontanati dal locale dopo un pasto a base di bistecche. Lasciando, oltre che di sasso i gestori del ristorante, anche un conto di quasi 100 euro.
È l'ennesimo caso di questo tipo registrato nel giro di meno di un mese. Il più recente, assieme a quello di Terni di cui vi avevamo parlato ieri, ma alla luce dei fatti probabilmente non sarà nemmeno l'ultimo. Quasi ogni giorno, infatti, vengono ormai denunciati comportamenti di questo tipo. I quali, ricordiamo, sono punibili penalmente per legge. Una contravvenzione di oltre 500 euro o una reclusione fino a due anni: è quello che rischiano i due clienti insolventi (così come tutti gli altri furbetti dalla fuga facile) del ristorante Alla Scaletta di Pollenza, in provincia di Macerata. Una cena a base di due fiorentine da oltre un chilo, bevande, due contorni e altrettanti caffè: 100 euro di conto rimasti non pagati per l'ennesimo caso dell'estate. E, stando al racconto riportato da chi gestisce il locale a Cronache Maceratesi, non è nemmeno la prima volta che avviene un fatto simile considerati i precedenti tra Albania, Tropea, Malta, Napoli e il già citato caso di Terni.
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Non pagare il conto al ristorante è insolvenza fraudolenta
Come detto non si rischia solo una sanzione amministrativa per comportamenti del genere, ma a seconda delle circostanze anche una reclusione fino a due anni. L'insolvenza fraudolenta, prevista dall’articolo 641 del Codice Penale, scatta quando il cliente ordina e consuma simulando di essere in grado di poter pagare. L’articolo in questione recita testualmente: «Chiunque, dissimulando il proprio stato d’insolvenza, contrae un'obbligazione col proposito di non adempierla è punito, a querela della persona offesa, qualora l'obbligazione non sia adempiuta, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 516».
Fipe: «Assoluta condanna per comportamenti simili»
A questo proposito abbiamo chiesto di esprimere una posizione ufficiale alla Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, che ci ha risposto nella persona del presidente Lino Enrico Stoppani: «I ristoratori hanno poche tutele in tal senso. La posizione della Federazione non può che essere di critica e condanna, non solo per un problema di carattere economico che comunque ha la sua importanza, ma per un diffuso quanto inaccettabile malcostume. Siamo reduci da un periodo in cui i pubblici esercizi, anche per loro errori, sono stati messi a pubblico ludibrio per la questione dei sovrapprezzi, ora mi piacerebbe che lo stesso livello di attenzione mediatica e critica venisse data verso tali episodi. Questo degrado sociale costante dei valori porta le persone a essere autorizzate a fare di tutto e di più, compiendo comportamenti arroganti, poco etici e soprattutto criminali. La nostra posizione, quindi, non può che essere di condanna».
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Alberto Lupini
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