Fri-El Green House: una produzione agricola 100% sostenibile
Nelle campagne di Ostellato (Fe) è in continua espansione un progetto di coltivazione idroponica che riduce al minimo l’impatto ambientale grazie a 31 Ha di serre hi-tech. Il prossimo obiettivo la transizione energetica entro il 2025
Mottainai è un termine giapponese, semplice ma potente. Letteralmente significa “non sprecare” ed esprime, “a tutto tondo”, il rammarico che si prova quando viene sprecato qualcosa di prezioso, buttato via senza dargli una seconda possibilità. La parola identifica anche una antica scuola filosofica del “Sol Levante” che insegna a rispettare l’ambiente e le risorse. Elementi questi, fondanti della cultura del “vivere sostenibile” improntata al rispetto per gli altri e l’ecosistema, anche in termini di utilizzo razionale delle risorse a cominciare da acqua ed energia.
Fri-El Green House: un’agricoltura che rispetta l’ambiente
Nella campagna ferrarese, precisamente ad Ostellato, un piccolo comune tra Ferrara ed il mare, è in piena attività una azienda la cui produzione è 100% sostenibile, in termini di compatibilità ambientale ed efficienza economica. Si sta parlando di Fri-El Green House, una impresa virtuosa, leader nella produzione di pomodoro di alta qualità, con coltivazione idroponica, in serre altamente tecnologiche, che si distendono su una superficie di 31 e passa ettari di terreno. La società è partecipata dal Gruppo Fri-El, uno dei principali produttori italiani di energia elettrica da fonti rinnovabili (eolica, biomassa e biogas).
La sua virtuosità è certificata dal fatto che le serre hi-tech permettono di produrre pomodori, di varie tipologie, 365 giorni l’anno fuori suolo, con l’utilizzo di lana di roccia e fibra di cocco. Questo ottimizza il numero di piante che possono crescere in un metro quadrato ed anche la quantità di pomodoro prodotto.
Con tale sistema, il consumo idrico e l’utilizzo di superficie sono del 70% inferiori rispetto a quelli necessari per la coltivazione tradizionale. A questo bisogna aggiungere che l’acqua di drenaggio, cioè quella in eccesso non assorbita dalle piante, viene recuperata, filtrata e immessa nuovamente nell’impianto, mentre quella piovana è raccolta e utilizzata per l’irrigazione.
Tutto il processo è garantito da un software di ultima generazione, che controlla il clima, l’irrigazione e l’umidità delle serre in un ciclo chiuso. Ciò per ridurre significativamente l’impatto ambientale, ottimizzare la capacità produttiva e garantire che nel terreno e nelle falde acquifere non siano immessi direttamente composti nocivi.
L’energia utilizzata è 100% verde
Altro elemento importante è l’energia utilizzata per riscaldare le serre: è 100% green, pulita ed affidabile, in quanto arriva dalla vicina centrale a biogas.
«Cercavamo un modo intelligente ed ecosostenibile per non disperdere il calore generato dalle nostre centrali elettriche a biogas - spiega Florian Gostner, ceo di Fri-El Green House – ed abbiamo deciso di affiancare a tali impianti delle serre tecnologiche per la produzione di pomodori».
«In questo modo – gli fa eco Davide D’Ignoto sales department manager dell’azienda – viene recuperata energia preziosa e, nel contempo, si dà vita ad un ciclo virtuoso che fa bene all’ambiente e ai prodotti agricoli coltivati e rispetta i principi dell’economia circolare a cui l’azienda si ispira».
Trentuno ettari di serre ipertecnologiche
L’azienda, pioniera in Italia e leader nel suo settore, è nata nel 2015 a Crevalcore (BO) con una serra pilota di un ettaro. L’anno successivo ha avviato il sito produttivo nella piana ferrarese con due serre, cinque ettari di superficie cadauna, una per il ciclo estivo e l’altra per quello invernale.
Nel 2021 e fine 2022 ci sono stati due ulteriori ampliamenti che hanno portato l’area produttiva a poco più di 31 ettari, interamente coperti da serre ipertecnologiche in ferro-vetro. All’interno corrono 220 km di luci Led di ultima generazione che integrano la luce naturale e sono indispensabili per la produzione invernale e 240 km di tubi, di varie dimensioni, per fare arrivare alle piante coltivate “fuori terra” l’acqua e gli indispensabili apporti nutritivi. Le serre sono anche dotate di finestrature mobili per consentire il circolo dell’aria; sono comandate da sensori che le richiudono immediatamente in caso di pioggia o altri problemi.
Il fatturato è in continua crescita: nel 2022 si è attestato su 31 milioni di euro (era di 13 milioni nel 2020) con una produzione annua di 15 mila tonnellate di pomodoro e 380 lavoratori occupati (41% donne ed età media di 34 anni) tra fissi ed avventizi.
Piano di sviluppo e transizione energetica
È stato già abbozzato un piano di ulteriore espansione per arrivare, in pochi anni, a 60 ettari di superficie produttiva. Però nel breve periodo il suo obiettivo principale è quello della transizione energetica da attuare entro il 2025.
«Infatti la nostra sfida più imminente - conferma il ceo Gostner – è il raggiungimento della transizione energetica. Sono già avviati i lavori della nuova centrale geotermica e dell’impianto fotovoltaico e vogliamo diventare indipendenti dai combustibili fossili e rendere il bilancio di anidride carbonica pari a zero dal punto di vista energetico entro il 2025».
La produzione: dal classico pomodoro a grappolo allo Strabena
La Fri-El Green House ha fino ad oggi coltivato solo pomodori. All’inizio è partita con il classico pomodoro a grappolo, dalla polpa compatta, a cui si sono aggiunti prodotti premium quali il pomodoro cocktail con un retrogusto fruttato dolce, il datterino ed il ciliegino. Recentemente è stato lanciato lo Strabena, un pomodoro ramato con bacche da 20-25 grammi, un alto tasso zuccherino da 7 a 9 gradi brix ed un sapore veramente particolare in termini di dolcezza. «Strabena – evidenzia Davide D’Ignoto - è una nuova varietà di pomodoro premium, di qualità superiore, di cui abbiamo l’esclusiva a livello nazionale. Ha la forma ed il gusto di fragola, ha un alto tasso zuccherino e si caratterizza per unicità ed alta qualità. Arriva dopo dieci anni di ricerca, è “nichel free” come tutti i nostri pomodori ed è disponibile tutto l’anno. Sono certo che ci regalerà grosse soddisfazioni ed in breve tempo conquisterà il mercato italiano».
L’intera produzione viene commercializzata sia con il marchio proprio che è l’H2Orto e sia con i loghi delle principali catene della Gdo in Italia, Austria e Germania. Il prodotto viene venduto sfuso o confezionato in comodi pack ecologici e riciclabili.
Recentemente sono state avviate alcune sperimentazioni finalizzate all’ampliamento della gamma produttiva. Sono in fase avanzata i test agronomici su zucchine, melanzane, cetrioli, tre diverse varietà di meloni e peperoni snack (che pesano da 40 a 60 grammi) di tre colori. Mentre non hanno dato i riscontri sperati quelli sugli esotici papaya e mango.
Le certificazioni di qualità e sostenibilità
Infine un ultimo elemento importante. L’azienda è in possesso delle principali certificazioni a garanzia della qualità dei suoi prodotti, tutti coltivati senza uso di erbicidi ed altri additivi chimici. Tra le attestazioni spiccano quelle Nichel Free; Ifs Food; Water Footprint, che garantisce la conformità allo standard per la riduzione dell’impatto idrico ambientale; Hccp Certified, Climate Change e Friends of the Earth.
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Alberto Lupini