Forte dei Marmi senza i russi: quale futuro per il turismo?

Il legame tra la Russia e la cittadina della Versilia è nato negli anni '90. È impossibile quantificare di quante ville e di quanti alberghi siano proprietari. Di certo la guerra in Ucraina avrà pesanti ripercussioni

23 marzo 2022 | 11:19
di Gianluca Pirovano

Quella che nelle idee di molti, Putin in primis, doveva essere una guerra lampo, sta diventando un lungo e logorante conflitto che si protrae da ormai un mese con città rase al suolo e migliaia di vittime. Un dramma senza fine alle porte dell'Europa che sta avendo e avrà pesanti ripercussioni anche dal punto di vista economico

Tra i vari settori, uno di quelli maggiormente colpiti nel panorama italiano rischia, ancora una volta, di essere il turismo. I russi sono infatti un mercato importante per il turismo del Bel Paese. Lo sono dal punto di vista numerico, si parla infatti di quasi sei milioni di presenze nel 2019, ultimo anno prima del Covid. Lo sono anche e soprattutto dal punto di vista economico. I russi sono per tradizione un popolo altospendente: 980 milioni di euro in Italia nel 2019. 

Sardegna e Toscana: due mete amate dai russi 

L'impatto dell'assenza del turismo russo si farà quindi sentire in tutta Italia ma peserà particolarmente in due aree geografiche precise. Sardegna e Toscana sono storicamente le regioni che più di tutte accolgono i turisti russi. Sull'isola per il 2022 era previsto l'arrivo di 220mila russi ed entrate legate alla loro presenza di circa 80 milioni di euro. La guerra li terrà lontani con conseguenze pesanti: il sindaco di Arzachena, cuore della Costa Smeralda, ha parlato di centinaia di posti di lavoro a rischio ed ha aperto un tavolo di crisi per cercare soluzioni

Non va diversamente in Toscana, dove i russi sono di casa, soprattutto in Versilia. Solo Forte dei Marmi nel 2019 ne ha accolti 31mila ma i numeri non rendono l'idea di un legame forte, nato negli anni '90 e cresciuto fino al punto in cui molti russi si sono integrati nel tessuto sociale locale e hanno deciso di spostare la residenza a Forte e di far studiare in Toscana i propri figli. E adesso? 

 

 

Russi e Forte dei Marmi: com'è nato tutto? 

A raccontare com'è nato il legame tra Russia e Forte dei Marmi è il vicesindaco e assessore al Turismo del comune della Versilia Graziella Polacci. «Il legame nasce negli anni ‘90 con l’arrivo a Forte dei Marmi del grande regista russo Andrej Konchalowsky che soggiornò nel nostro Paese per diversi anni creando intorno a sé un agglomerato di intellettuali che amavano particolarmente la Toscana, il nostro modo di vivere e la cucina - spiega - Lo stesso  Konchalowsky donò alla città la visione del film “La casa dei matti”. Al suo seguito era presente il famoso padre Sergej Vladimirovic Michalkov, scrittore poeta e librettista sovietico, autore di libri per bambini, che ha avuto la possibilità di scrivere in tre occasioni il testo dell'inno nazionale del proprio Paese. Sempre in questo periodo Forte dei Marmi vedeva frequentazioni di famosi cantanti lirici russi, protagonisti della televisione nazionale, giornalisti. Un turismo intellettuale». 

Poi negli anni Duemila la svolta verso un turismo ricco e a volte eccessivo nelle sue esternazioni, presto sostituito però da un nuovo approccio. «Si arrivò a un turismo stanziale, diverso, costituito da famiglie borghesi russe e anche ucraine, prima frequenti sulla Costa Azzurra, che decidono di investire in Forte dei Marmi acquistando immobili e trascorrendo nel paese lunghi periodi - prosegue l'assessore - Negli ultimi anni si possono notare normali famiglie che prendono in affitto anche case di media struttura e frequentano i nostri alberghi. L’attuale turismo non è più quello dei primi anni dove le cronache favoleggiavano su mance stratosferiche e Ferrari, Rolls Royce e guardie del corpo, ma di persone che prediligono il nostro paese proprio per la tranquillità, per la spiaggia, e per la bellezza di girare in bicicletta in assoluta serenità». 

Turismo russo a Forte dei Marmi: una stima 

È di fatto impossibile individuare con certezza quante ville e quanti alberghi a Forte dei Marmi e dintorni siano di proprietà russa. Alcune stime che rendono l'idea comunque ci sono: otto sono gli alberghi di proprietà russa, almeno 500 le famiglie russe, ma anche ucraine, che frequentano stabilmente o addirittura vivono in Versilia. Persino il presidente ucraino Volodymyr Zelensky quindici anni fa ha comprato una villa a Vittoria Apuana, frazione di Forte, per quasi 4 milioni di euro. 

Insomma, un legame forte la cui assenza si farà per forza di cose sentire. Di certo, uno dei settori maggiormente colpiti sarà quello degli affitti. D'estate erano infatti i russi a coprire gran parte del mercato legato alle abitazioni di lusso con prezzi che spesso arrivavano anche a 250mila euro a stagione. «Dalla Russia si sono già fatti vivi per far sapere che non verranno. E lasceranno sfitte le abitazioni che prendevano in affitto estate dopo estate - ha spiegato all'Agi un agente immobiliare che opera soprattutto con i turisti stranieri - Confidiamo che parte di questa fetta di mercato possa essere rimpiazzata dai turisti italiani. Ma, a livello di affari, non potrà essere la stessa cosa». 

Il punto di vista dell'Amministrazione 

«È difficile isolare ed analizzare gli effetti del conflitto in corso sul turismo a Forte dei Marmi prescindendo dal contesto più generale: il turismo mondiale è profondamente cambiato negli ultimi due anni, e Forte Dei Marmi non fa certo eccezione - evidenzia invece l'assessore - Oggi arrivano turisti dai paesi dai quali è possibile muoversi in auto, come la Francia ,la Svizzera, la Germania, l'Olanda, la Gran Bretagna, ed è così da due anni; a questi turisti si sono aggiunti molti italiani lombardi, emiliani, piemontesi che hanno scelto la Versilia anziché mete estere. È quindi la pandemia che ha ridotto del 90% la presenza dei turisti russi, passati dai più di 31mila del 2019 ai 3mila del 2020; una situazione di conflitto armato non fa che allungare nel tempo una situazione dalla quale speravamo di poter uscire con la prossima estate. In questo quadro, nel quale ad una situazione pandemica si va a sostituire una situazione di conflitto armato, risulta quantomeno velleitario individuare conseguenze a lungo termine; quello che si cerca di fare piuttosto analizzare i dati via via che arrivano, studiare le tendenze delle prenotazioni che delle richieste di informazione, per essere il più possibile pronti a rispondere ad ogni situazione di tendenza positiva che potesse presentarsi, a breve e medio termine». 

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Alberto Lupini


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