Fornitori certificati e riciclo Così Esselunga guarda al futuro
Dall'impatto ambientale delle confezioni dei prodotti, alle verifiche contro il caporalato, fino ai produttori agricoli, ma anche bio ed ecommerce: nel Bilancio di Sostenibilità, Esselunga si dà nuovi obiettivi al 2025
08 ottobre 2020 | 10:40
Clienti, persone, ambiente, fornitori e comunità. Esselunga guarda avanti e nel presentare il Bilancio di Sostenibilità si dà nuovi obiettivi al 2025: dall'impatto ambientale delle confezioni dei prodotti alle verifiche contro l'uso del caporalato dai produttori agricoli. In quello che la presidente Marina Caprotti definisce “Unprecedented times” a causa del covid, il gruppo della grande distribuzione da 8 miliardi di euro di fatturato, 25mila dipendenti e 5,5 milioni di clienti fidelizzati, ha così declinato la sua strategia non economica sotto queste 5 angolazioni e con lo slogan "Abbiamo a cuore il futuro" ha fissato i traguardi a cinque anni.
Tra gli obiettivi, sul fronte ambientale spiccano quelli di realizzare il 100% delle confezioni di prodotti Esselunga in materiale riciclato, riciclabile o compostabile e il taglio delle emissioni di gas serra del 30%. Su quello dei fornitori c'è l'impegno per una filiera responsabile del made in Italy, per arrivare a oltre l'80% dei prodotti a marchio Esselunga fatti in Italia, per il benessere animale e per la pesca sostenibile.
«Il bilancio di sostenibilità è stato fortemente voluto da Marina Caprotti che ci ha spinto e sostenuto nell'elaborazione d questo documento - ha premesso Gabriele Villa, chief commercial and operations officer dell'azienda fondata da Bernardo Caprotti, in un incontro con la stampa - La sostenibilità ce l'avevamo nel sangue se pensiamo che già nel 1994-1995 lanciavamo i primi prodotti per chi ama la natura anche se non abbiamo avuto molto successo in quei tempi. Poi nel 1990 è arrivata la linea Esselunga Bio: da oltre 20 anni lavoriamo con produttori che abbiamo fatto crescere e coi quali siamo arrivati a 400 prodotti. Anche se oggi non sempre tutte le attività che vanno nel senso della sostenibilità sono capite dai consumatori».
E come esempio ha portato la cauta accoglienza da parte dei clienti dello stop deciso un anno e mezzo fa, giocando d'anticipo, alla vendita di prodotti monouso in plastica. «La sostenibilità ha un prezzo, ma pensiamo che col tempo venga capita. Per questo ci siamo dati obiettivi sfidanti al 2025». Uno fra tanti, nato dalla collaborazione lunga 22 anni con Altromercato è di arrivare al 100% del cacao per i prodotti a marcio certificato equo-solidale e di estendere la certificazione ad altre filiere.
Ma la sostenibilità riguarderà anche l'e-commerce «esploso durante la pandemia», ha sottolineato a ItaliaOggi il direttore commerciale di Esselunga, Gabriele Villa. «Penso al trasporto, alla logistica, con la crescita dei dark store (i negozi per rifornire le spedizioni, ndr) passati da 3 a 7 nel 2019. Senza dimenticare i lockers (gli armadietti per le consegne in store, ndr) e i nuovi formati: questo periodo ha fatto emergere l'importanza dei format tradizionali ma quelli ibridi di prossimità come LaEsse, un po' super un po' ristorazione, ci hanno fatto scoprire l'importanza dei pagamenti veloci tramite smartphone e contiamo di estenderli a tutta la rete. Quanto a LaEsse, dopo i primi due negozi a Milano in Corso Italia e in Melchiorre Gioia, aprirà altri 3 punti la prossima settimana (nel capoluogo Lombardo e a Parma, ndr)».
C'è l'impegno per una filiera responsabile del made in Italy
Tra gli obiettivi, sul fronte ambientale spiccano quelli di realizzare il 100% delle confezioni di prodotti Esselunga in materiale riciclato, riciclabile o compostabile e il taglio delle emissioni di gas serra del 30%. Su quello dei fornitori c'è l'impegno per una filiera responsabile del made in Italy, per arrivare a oltre l'80% dei prodotti a marchio Esselunga fatti in Italia, per il benessere animale e per la pesca sostenibile.
«Il bilancio di sostenibilità è stato fortemente voluto da Marina Caprotti che ci ha spinto e sostenuto nell'elaborazione d questo documento - ha premesso Gabriele Villa, chief commercial and operations officer dell'azienda fondata da Bernardo Caprotti, in un incontro con la stampa - La sostenibilità ce l'avevamo nel sangue se pensiamo che già nel 1994-1995 lanciavamo i primi prodotti per chi ama la natura anche se non abbiamo avuto molto successo in quei tempi. Poi nel 1990 è arrivata la linea Esselunga Bio: da oltre 20 anni lavoriamo con produttori che abbiamo fatto crescere e coi quali siamo arrivati a 400 prodotti. Anche se oggi non sempre tutte le attività che vanno nel senso della sostenibilità sono capite dai consumatori».
E come esempio ha portato la cauta accoglienza da parte dei clienti dello stop deciso un anno e mezzo fa, giocando d'anticipo, alla vendita di prodotti monouso in plastica. «La sostenibilità ha un prezzo, ma pensiamo che col tempo venga capita. Per questo ci siamo dati obiettivi sfidanti al 2025». Uno fra tanti, nato dalla collaborazione lunga 22 anni con Altromercato è di arrivare al 100% del cacao per i prodotti a marcio certificato equo-solidale e di estendere la certificazione ad altre filiere.
Ma la sostenibilità riguarderà anche l'e-commerce «esploso durante la pandemia», ha sottolineato a ItaliaOggi il direttore commerciale di Esselunga, Gabriele Villa. «Penso al trasporto, alla logistica, con la crescita dei dark store (i negozi per rifornire le spedizioni, ndr) passati da 3 a 7 nel 2019. Senza dimenticare i lockers (gli armadietti per le consegne in store, ndr) e i nuovi formati: questo periodo ha fatto emergere l'importanza dei format tradizionali ma quelli ibridi di prossimità come LaEsse, un po' super un po' ristorazione, ci hanno fatto scoprire l'importanza dei pagamenti veloci tramite smartphone e contiamo di estenderli a tutta la rete. Quanto a LaEsse, dopo i primi due negozi a Milano in Corso Italia e in Melchiorre Gioia, aprirà altri 3 punti la prossima settimana (nel capoluogo Lombardo e a Parma, ndr)».
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