Contagi e smart working, bar e ristoranti deserti a Firenze

Le strade del centro storico sembra siano tornate indietro al lockdown. Molti locali sono chiusi e quei pochi aperti sono deserti. La variante Omicron fa sentire il suo peso sull’economica del capoluogo toscano

17 gennaio 2022 | 13:04
di Gabriele Ancona

Firenze non è in lockdown, ma sembra di viverlo. Un triste flashback si abbatte sulla città. Le strade del centro storico sembra siano tornate indietro di un anno. Molti locali sono chiusi e quei pochi aperti sono deserti. La variante Omicron si fa sentire e in aggiunta tiene lontani i turisti. Per non parlare dei fiorentini chiusi in casa in quarantena (oltre 20mila), dieci volte di più il numero che riguarda gli abitanti della regione. Unica nota vivace – che la dice lunga – la frenesia dei rider che consegnano il cibo a domicilio. Già da Milano nei giorni scorsi si era levato un disperato grido di allarme, a causa della prrogressiva reintroduzione dello smartworking, che aveva fatto svuotare bar e ristoranti.

Chi è aperto annaspa

In piazza della Repubblica, gli storici bar Gilli e Paszkowski hanno chiuso qualche giorno; ora sono aperti ma faticano. «Diversi nostri dipendenti sono stati contagiati e quindi sono rimasti in quarantena — ha dichiarato al Corriere Fiorentino Marco Valenza, titolare di entrambi i locali — Per questo siamo stati costretti a restare aperti per un solo turno nell’arco di tutta la giornata, quello che va da metà mattinata a metà pomeriggio».

 

«Invece che chiudere alle 17.30 come di consueto, adesso chiudiamo alle 15.30 visto che c’è poca gente in giro», si commenta dalla celebre panineria Ai Fratellini. In molti esercizi dove c’è sempre stata la coda, ora regna il vuoto. Alla fiaschetteria Nuvoli emerge lo sdegno: «Ci hanno fatto togliere i tavolini, erano l’unico modo per avere clienti», ha rimarcato titolare Rossano Nuvoli. Amarezza dalla macelleria Menoni: «Siamo rimasti tre dipendenti su otto, andiamo avanti con difficoltà», ha commentato Luca Menoni.

Alberghi, un grido d'allarme

Medesimo leitmotiv anche sul fronte alberghiero. Le parole di Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze e titolare dell’Hotel Paris: «La situazione è drammatica, gli hotel hanno camere occupate all’8 per cento, il Governo deve soccorrerci e invece al momento nessun aiuto, mentre le bollette aumentano e si paga la Tari anche se produciamo pochissimi rifiuti». Un grido d’allarme anche da Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana e vicepresidente vicario Federazione italiana pubblici esercizi: «Il centro storico vuoto rispecchia una tragedia in corso. Se non si attua subito una politica per aiutare gli esercenti si rischiano danni ingenti».

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