Firenze e Venezia si svuotano Albergatori: venite, belle come mai
I dati di affluenza al ribasso nelle città d’arte e le disdette a valanga hanno ingessato il mercato alberghiero. Uno stallo, in attesa di tempi migliori, dovuto agli effetti del coronavirus . Le due città però di solito iper affollate risultano molto più vivibili in questo periodo. Un'occasione ghiotta per godersi atmosfere diverse
05 marzo 2020 | 07:30
di Gabriele Ancona
Venezia
Poi il reset, imponderabile. Desiderate e assalite, Venezia e Firenze sono state fino a una manciata di giorni fa le capitali dell’overtourism, una piaga per alcuni, una manna per altri. Una nota dell'associazione italiana Confindustria Alberghi è eloquente: "A dieci giorni dall'esplosione dell'emergenza coronavirus in Italia il settore turistico alberghiero sta affrontando una situazione di fermo assoluto su tutto il territorio nazionale. Aumentano le segnalazioni di aziende costrette a chiudere a fronte della completa assenza di ospiti. Abbiamo molto apprezzato - ha puntualizzato la nota - la tempestività del Governo che già nel Decreto Legge pubblicato con le prime Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha inserito alcune prime misure per le imprese del settore”.
In particolare è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Dl 2 marzo 2020, n. 9 con i primi provvedimenti a sostegno del settore turistico-alberghiero. L’articolo 8 prevede, per tutto il territorio nazionale, la sospensione fino al 30 aprile 2020 (termine aggiornato rispetto a quello di fine marzo comunicato in precedenza) dei termini relativi ad adempimenti e versamenti delle ritenute alla fonte e dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria.
Questo il contesto. Ma Firenze e Venezia come stanno reagendo? Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo dove si segnala una tendenza al ribasso dei prezzi in alcuni alberghi della Serenissima. Italia a Tavola ha voluto sentire il polso dell’andamento della domanda e offerta ricettiva con un campione di 4 stelle nelle due città d’arte per antonomasia.
Firenze
Siamo partiti da Firenze. «Il calo è percepibile - commentano dall’Hotel Horto Convento - siamo noi che in base agli eventi moduliamo i prezzi. Il tariffario è flessibile». Nessuno sbilanciamento sui prezzi. Bocche cucite anche all’Hotel L’Orologio, dove però si si segnala un calo delle presenze che oscilla tra il 70 e l’80%. Un dato che rappresenta un po’ la forbice delle disdette nel centro del capoluogo toscano, segnalata tra il 60 e l’80% dall’Hotel Brunelleschi. Su questa linea, «tra il 60 e il 70%» anche l’Hotel Lungarno Vespucci 50 dove sul fronte prezzi si è disponibili a un minimo di commento: «Al momento siamo ai prezzi di sempre. Si aspetta che passi la buriana». Navigazione con pilota automatico.
Assenza di gravità anche a Venezia. «Non abbassiamo i prezzi, teniamo quelli che ci sono» e «Nessuna promozione», sono i commenti a denti stretti dall’Hotel Royal San Marco e dal Cavalletto & Doge Orseolo. Sempre garbati, ma un minimo più disponibili al Relais Piazza San Marco: «I prezzi cambiano di giorno in giorno in base alla domanda. Al momento sono abbastanza bassi».
Una presa di posizione energica e onesta quella di Gabriele Marchiori, direttore dell’Hotel Monaco&Gran Canal, l’unico che non era fuori sede e che appena si è liberato ci ha richiamato. «I dati al ribasso al 60-80% sono ottimistici - spiega a Italia a Tavola - In termini di presenza alberghiera il calo rispetto allo scorso anno è dell’80-85% e riguardo la ristorazione noi possiamo parlare di una riduzione del 95%. Non pensiamo di abbassare i prezzi, anche perché quando tutto sarà passato ritornare alle tariffe normali sarà difficilissimo. Nel nostro piccolo invitiamo la clientela a venire a visitare Venezia che in questo periodo difficile si offre in una dimensione paesaggistica, ambientale e architettonica unica».
Una Venezia silenziosa e d’atmosfera, la città di uno splendore che ha attraversato i secoli. Marchiori comunica l’essenza dell’accoglienza offrendo un’ospitalità sensibile, coraggiosa e potente.
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Alberto Lupini