Firenze, aumenta la tassa di soggiorno: sarà una delle città più care d'Europa

L'applicazione delle nuove tariffe dovrebbe scattare dall'1 aprile, mettendo a rischio il sistema delle prenotazioni, considerando che un gran numero di camere sono state già vendute ai prezzi finora in vigore

22 febbraio 2023 | 13:17
di Nicholas Reitano

Assohotel Confesercenti Firenze, Aia Federalberghi e Confindustria Sezione Industria Alberghiera non ci stanno e criticano aspramente la decisione di aver aumentato la tassa di soggiorno nel capoluogo toscano. Così, sottolineano, le associazioni «Firenze diventerà la città con l'imposta di soggiorno più alta d'Italia e tra le più care d'Europa». Ciò, è il risultato della decisione dell'amministrazione comunale di Palazzo Vecchio di approfittare subito dell'approvazione dell'articolo 787 della legge di bilancio che dà facoltà ai Comuni di procedere in base ai dati Istat sulle presenze turistiche qualora superino di venti volte il numero dei residenti.

Venezia, spiegano, è ad un massimo giornaliero di 5 euro, ma con il criterio della stagionalità - ossia con importi ridotti nei periodi di minor affluenza, e sconti a seconda delle zone in cui gli hotel sono ubicati. A Roma si pagano 7 euro per i cinque stelle e 6 euro per i quattro stelle, ma per i tre stelle si scende già a 4 euro, che diventano 3 per gli una e due stelle. A Firenze invece «le nuove tariffe, annunciate dal Comune durante gli incontri con le categorie economiche, prevedono 3,50 euro per gli alberghi a una stella, 4,50 euro per i due stelle, 6 euro per i tre stelle, 7 per i quattro stelle e 8 euro per i cinque stelle. Per l’extra alberghiero 5,50 euro tranne che per le residenze d’epoca a 7 euro. Firenze inoltre è la sola tra le città turistiche con i parametri per l’applicazione degli aumenti pronta a vararli da subito, per recuperare circa 20/25 milioni necessari per la copertura del bilancio 2023», hanno scritto in una nota congiunta i tre presidenti delle associazioni di categoria, Monica Rocchini, Francesco Bechi e Stefano Rosselli.

 

L'aumento dovrebbe scattare il 1° aprile

L'applicazione delle nuove tariffe dovrebbe scattare dall'1 aprile, «mettendo a rischio il sistema delle prenotazioni, considerando che un gran numero di camere sono state già vendute ai prezzi finora in vigore, cosa che potrebbe portare a contestazioni e cancellazioni, mentre sarebbe stato più opportuno darsi una scadenza più lunga per consentire al sistema di adeguarsi». Una situazione al limite del ridicolo che costerà, sicuramente, caro alle strutture ricettive della città - in particolare per quelle che offrono un pernottamento low-cost.

Una mazzata per Firenze dopo lo stop per il Covid

«In un momento così delicato, in cui il turismo esce da 2 anni di restrizioni e con forti perdite subite dal Covid, ma fortunatamente in una fase di crescita e stabilizzazione - si legge - si rischia di compromettere il delicato recupero di destinazioni, come Firenze, che stavano appena rialzando la testa, caricando di ulteriori costi i turisti e di burocrazia gli albergatori. Anche se il 2022 ha portato le aziende a marginare nuovamente, questi margini vanno solo parzialmente a coprire le perdite derivanti dalle chiusure Covid; le aziende ricettive sono tutte fortemente indebitate con tassi instabili e in crescita e a dover combattere con il rialzo dei costi energetici. Il tutto ha impoverito le aziende soprattutto quelle medio piccole del nostro territorio» concludono i vertici di Assohotel Confesercenti Firenze, Aia Federalberghi e Confindustria Sezione Industria Alberghiera.

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Alberto Lupini


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