Fiavet chiede aiuti al Governo Turismo italiano a rischio paralisi

Ivana Jelinic, presidente della Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo chiede che non ci siano discriminazioni o dimenticanze fra tutti gli operatori del comparto

24 aprile 2020 | 11:06
«Dal Governo, Fiavet si aspetta degli interventi decisi, mirati, su tutto il comparto del turismo, che non si assumano pesi e misure diversi a vantaggio di alcuni e con estremo danno per altri». Lo ha detto Ivana Jelinic, presidente della Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo in un’intervista rilasciata a Mobility Magazine.


Riuscirà a ripartire il turismo italiano?

«Ci attendiamo, inoltre, che finalmente si vada a costituire una cabina di regia per la ripartenza immediata, e successivamente si pensi a un Fondo per il Turismo che possa mettere in sicurezza le imprese, dando loro supporto in situazioni come quella che stiamo vivendo, al contempo dando tranquillità e certezze a milioni di consumatori che oggi si trovano in una situazione di forte dubbio riguardo ai voucher a loro beneficio. I voucher ammortizzano il contraccolpo del fermo totale delle attività, pongono gli operatori nella condizione di riaffacciarsi sul mercato con la loro offerta nel momento della ripartenza, riducono al massimo l’impatto sui livelli occupazionali ed assicurano il rispetto degli impegni presi in questa fase con i clienti dei loro servizi. È straordinario come in questo momento così difficile, ci si possa svegliare la domenica di Pasqua con un commissario europeo, incaricato di occuparsi di Giustizia, che rilascia interviste sul turismo esprimendo pareri del tutto personali in materie che non lo riguardano in alcun modo, ma che contribuiscono a danneggiare mercati già in ginocchio».

Critiche su quanto si prova a fare, sì, ma anche qualche proposta concreta già sul tavolo per ripartire in tempi rapidi e in modo efficace. «Andrà ripensato l’approccio al viaggio - spiega la presidente - il nuovo scenario, infatti, prospetta nuove complessità: i posti saranno contingentati con le conseguenze che ne derivano, sia a livello di marketing che di costi. Il turismo di massa potrebbe scomparire a favore di target sempre più piccoli e specifici. La forbice che ne verrebbe fuori vedrebbe da un lato un turismo sempre più mordi e fuggi, e dall’altro un turismo sartoriale con esigenze sempre più specifiche».

Niente sarà più come prima è la frase più utilizzata da politici ed esperti nel guardare al rientro e così, probabilmente, sarà anche nel mondo del turismo. Forse però è il caso di dire che si tornerà a come era in passato, vivendo dunque dinamiche già vissute prima che il mondo cambiasse faccia e velocità. Ad esempio viene da chiedersi se il turismo “mordi e fuggi” low cost continuerà la sua corsa.

«L’impatto sul trasporto aereo è stato devastante - dice Jelinic - nei prossimi mesi un week end in una città europea alle tariffe di una pizza non sappiamo se sarà possibile, quindi è veramente un mistero la pianificazione delle low cost in questo frangente. Ma anche il trasporto della compagnie di linea avrà un calo, probabilmente. I posti occupati su un apparecchio dovranno essere meno e quindi il prezzo pensiamo non potrà essere alla portata di tutti per coprire i costi vivi del trasporto, viaggerà, forse, chi dovrà o chi potrà. E lo stesso discorso potremo farlo per l’alta velocità. La maggior parte delle persone, abituate ormai alla situazione antecedente, aspetterà, per viaggiare, il ristabilirsi del mercato. Il nostro timore è che si crei un turismo di tipo elitario. Una volta prendere un aereo era un lusso per pochi, ma abbiamo le nuove generazioni che sono abituate a viaggiare fin dall’infanzia, e considerano questo come un bisogno irrinunciabile nella propria vita, dunque pianificheranno probabilmente con maggiore attenzione, ma l’attesa è quella di un ritorno alla “normalità”».


Ivana Jelinic

Guardando in casa nostra non è possibile dire con esattezza cosa accadrà. Sicuramente i mezzi di trasporto assumeranno un ruolo chiave e per quanto riguarda il sistema Italia c’è molto da fare in questo senso. «L’Italia - osserva - purtroppo rischia di essere penalizzata. Se non saremo capaci di attuare una politica unitaria e sostenere il comparto in questo momento, fronteggiando anche la possibile ripresa di nazioni nostre competitor, rischiamo un divario incolmabile. Molto spesso le piccole imprese, come le agenzie di viaggi, hanno ruoli importantissimi anche in termini di coesione, perché ogni singola agenzie contribuisce a spostare, assieme alle altre, grandi numeri di fatturato».

Proprio per aiutare l’Italia, il Governo sta pensando di incentivare gli italiani a restare nel Belpaese nel corso delle eventuali vacanze estive 2020 e 2021. «Siamo favorevoli al bonus vacanza - ha spiegato la presidente - quale prima misura di sostegno alle persone che decidono di viaggiare in Italia, ma non crediamo che il mercato interno sia in grado di sopperire al deficit creato in questa situazione. Qualsiasi intervento piuttosto che niente è certamente visto da Fiavet con favore, ma gli operatori hanno in questo momento problemi di carattere oggettivo: le persone e le imprese vivono in un momenti di difficoltà economica, molti hanno non hanno più le ferie, alcuni hanno bisogno di maggiori certezze sugli scenari che si prospettano, ad esempio nel balneare. A tutto ciò si aggiunge la questione dei costi che si paventa in un turismo “per pochi”. Quindi i bonus vacanza possono essere un’opportunità che forse non verrà colta».

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Alberto Lupini


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