Si dice che gli italiani una soluzione, in qualche modo, la trovino sempre. Un pregio ancora più vero se pensiamo al mondo dei ristoranti, dei bar e degli alberghi. Un mondo che non si è mai arreso, nemmeno di fronte a situazioni del tutto inaspettate, come una pandemia mondiale, una guerra nel cuore dell’Europa con tutti gli annessi e connessi. E di certo, dopo, che ne hanno passate tante, ristoratori e albergatori non intendono mollare di fronte a uno dei problemi cruciali degli ultimi tempi (accanto a quello del caro bollette e prezzi): la mancanza di personale. E proprio gli albergatori hanno una possibile soluzione: trasformare l’albergo in bed and breakfast. Una soluzione temporanea o “tappabuchi” anche perché come sottolinea Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi: «Nessuno vuole cambiare il tipo di offerta, anche perché l’impresa ci rimette, ma è innegabile che per gli alberghi questo sia un problema enorme: il Covid ci ha messo in una situazione devastante sotto il profilo della dispersione del personale e noi con le complete riaperture ad aprile 2022 ci siamo trovati in grande crisi di risorse umane». A lungo termine cosa fare? «La formazione svolge un ruolo fondamentale nel turismo dove abbiamo bisogno di nuove competenze trasversali», chiosa Colaiacovo.
A Pesaro gli hotel chiudono i ristoranti e si convertono a b&b
Ma torniamo un attimo agli alberghi che in vista della prossima stagione stanno pensando a strade alternative per rimanere a galla. Succede ad esempio a Pesaro, dove strutture, soprattutto con un numero limitato di camere che per sopperire alla mancanza di cuochi e di camerieri stanno, appunto decidendo di usare la formula bed & breakfast. È il caso, della famiglia Gasparini, storico gestore dell’hotel Clipper che ha deciso di rinunciare al ristorante perché non riesce a trovare personale preparato in cucina. «Per la prima volta invertiamo la rotta - commenta Simone Gasparini al Corriere Adriatico - da poche settimane sta circolando l’annuncio sulla nostra pagina social per informare e sensibilizzare sulle proposte di lavoro stagionale. Passiamo dalla pensione completa alla sola colazione, magari allungando gli orari. La scelta di chiudere il ristorante è legata proprio al fatto di non trovare abbastanza personale tale da garantire tutti i servizi finora offerti, e dopo le difficoltà post pandemia e le problematiche già venute a galla nella scorsa stagione, abbiamo optato per una colazione-brunch a buffet, quindi con un servizio standard e meno dispendioso».
Mancano cuochi, aiuto cuochi, lavapiatti
Stessa opinione per Paolo Campagnoli, gestore dell’hotel Mare: «Si conferma la tendenza di alcuni colleghi a cambiare l’offerta di accoglienza. Il personale è una delle concause. Il motivo principale, è che strutture piccole con 40-50 camere come nel mio caso, hanno serie difficoltà nel mantenere in piena attività un ristorante. Vanno trovati cuochi, aiuto cuochi, lavapiatti e ciò non semplice. In questi ultimi due anni tutto si è complicato, gli albergatori se piccoli, spingono sempre più per l’offerta del dormire e della colazione o provano a trasformarsi in appartamenti turistici. Per l’hotel Mare, ho appena trovato una segretaria alla reception e do la priorità alla ricerca di personale per lavanderia e pulizia, poi penserò alla sala».
Discoteche tra alcol, droga e carenza di personale: mancano barman e buttafuori
Carenza di personale, cosa fare? “Contratti adeguati e due giorni liberi”
Carenza di personale, Santanché: servirebbe un Masterchef per i camerieri
AAA cercasi autisti: 2mila euro di stipendio, ma nessuno risponde
Assumono donne ucraine (le italiane non si trovano)
Accanto a chi attua questa soluzione “temporanea”, c’è chi sta assumendo come addette alle pulizie giovani ucraine, che soggiornano temporaneamente o risiedono a Pesaro: «Una motivazione certo solidale – spiega il conte Nani Marcucci Pinoli, gestore di più hotel - ma legata anche al fatto che donne italiane di età media non si trovano. Dopo il pensionamento delle mie collaboratrici, ho trovato solo donne con permesso di soggiorno. Essendo una struttura annuale, ho lo stesso personale di sempre ma chi si è presentato in hotel per un lavoro estivo ha chiesto di lavorare in nero pur di non perdere i sussidi».
Puntare sulla formazione...
Ma se, come dicevamo, si tratta di soluzioni “tappabuchi” per salvare la situazione nell’immediato, occorre però poi trovare il nodo della matassa che per molti albergatori e ristoratori (e non solo) risiede nella formazione e un'attenzione maggiore del Governo che aiuti, come ha detto la ministra del Turismo Daniela Santaché, a far passe il messaggio che è «Figo fare il cameriere».
«Il lavoro stagionale va ripensato - spiega Paolo Costantini, presidente di Apa Hotel - considerandolo non più come un’attività saltuaria e sporadica. Serve una maggiore professionalità e va insegnato a chi si candida il concetto di farsi ambasciatori del nostro territorio verso i turisti. Si faccia conoscere la cultura dei prodotti locali, dell’enogastronomia e delle eccellenze del territorio. Questo perché ormai il turista che sceglie Pesaro parte già informato sulla meta e cerca altro nell’offerta. Apa ha già avviato un’operazione qualità delle strutture e stiamo spingendo sugli albergatori per convincerli ad implementare i propri servizi, oltre a interventi di riqualificazione».
D’accordo anche Simone Gasparini che aggiunge: «Fin dall’estate 2022 c’era tanta difficoltà a trovare giovani per la sala, camerieri e per il banco bar, disposti a lavorare anche la sera. Proprio per arrivare preparati alla nuova stagione, organizzeremo giornate di formazione per i nuovi arrivi e ci sarà a ridosso dell’avvio di stagione, un formatore esterno, nostro collaboratore che possa seguirli, se alle prime esperienze».
Per questo anche Confcommercio, con accordi con l’alberghiero Santa Marta, spinge sulla formazione: «Riproponiamo il Talent Day - spiega il vicedirettore Agnese Trufelli – 40 studenti hanno partecipato alla prima edizione. Quest’anno ci si focalizzerà su ristorazione ed enogastronomia agganciandole ai 40 anni dei Weekend gastronomici. Con il Santa Marta abbiamo in cantiere numerose iniziative, facendo incontrare imprenditori della ristorazione e studenti. Verranno avviati poi nuovi percorsi per figure che dopo la scuola, potranno lavorare nel settore della ricettività, dalla ristorazione, all’accoglienza al marketing».
... e ricordare le opportunità di carriera che il settore offre
L’obiettivo, in generale, è passare il messaggio del valore di ruoli, di competenze tecniche e manageriali così come delle opportunità di crescita professionale e personale offerte dal settore. «Con la pandemia è cambiato il mondo e la problematica della ricerca di personale nel turismo si è amplificata - ha continuato Maria Carmela Colaiacovo - Prima il turismo era un lavoro molto ambito, soprattutto dai giovani. Ora bisogna ritornare su questa rotta. Non dimentichiamoci che è anche cambiato il modo di viaggiare. Si è unito ad esempio il viaggio di lavoro alla vacanza, sono nate soluzioni ibride, e tutto questo porta a un cambio di competenze: bisogna avere la capacità di anticipare le esigenze dei clienti, serve capacità di leadership, empatia» e, dunque chi lavora negli alberghi «deve essere formato, fidelizzato, deve amare il territorio, conoscerlo e saperlo raccontare».
Un lavoro duro, certo, ma come ricorda la presidente degli albergatori di Confindustria «il settore turistico ricettivo è un ascensore sociale interessantissimo in cui è possibile iniziare come governante e arrivare ad essere amministratore delegato di un'azienda e dunque per le seconde generazioni di immigrati ci sono grandi possibilità nelle nostre imprese. Il turismo è un'economia di pace viaggiando si promuove la cultura e l'integrazione tra i popoli».
La domanda di lavoro in crescita
Secondo i dati di Unioncamere il turismo avrà, infatti, un fabbisogno occupazionale complessivo di 298.700 unità, di cui 178.800 per crescita domanda; 119.900 per “ricambio generazionale”. Nel 2022 la domanda di lavoro è cresciuta del +15,4% superando i livelli pre-covid ma permane un forte mismatch. In media le imprese del turismo impiegano 3,4 mesi a trovare il profilo idoneo. L’11,5% delle figure professionali ha bisogno di un periodo di ricerca compreso tra i 6 e i 12 mesi e per il 6,4% delle mansioni il recruitment supera i 12 mesi. Un’attività impegnativa, che incide e si riflette sui bilanci delle imprese.
Nel 2022 la mancanza di candidati è stata la principale motivazione per oltre 1/4 delle assunzioni programmate. Se a questo si aggiunge il disallineamento delle competenze per circa l’11% dei profili richiesti il settore rischia di veder ridotto di 73.500 unità il numero degli occupati.
Il nodo cruciale è, dunque, investire sui giovani e sulle persone, in un comparto dove il contatto umano fa la differenza, eccome. Per non cadere in chimere, o meglio in “furbate” di hotel senza personale (come quello che vorrebbe aprire a Rimini Nardo Filippetti)…
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024