Farina, vendite marzo -25% Ripartire per tutelare l'Horeca

Giorgio Agugiaro, presidente della Sezione Molini a frumento tenero Italmopa - Associazione Industriali Mugnai d’Italia, analizza la generale flessione dei mercati a fronte di un incremento di quello domestico

16 aprile 2020 | 15:10
Una contrazione particolarmente significativa e senza precedenti dei volumi di vendita di farina di frumento tenero. Lo dichiara Italmopa - Associazione Industriali Mugnai d’Italia, l’organo di categoria aderente a Federalimentare e a Confindustria, che rappresenta, in via esclusiva, l’industria molitoria italiana a frumento tenero e a frumento duro.


Giorgio Agugiaro

Il quadro preciso lo delinea Giorgio Agugiaro, presidente della Sezione Molini a frumento tenero Italmopa. «Le ricorrenti notizie relative al forte aumento delle vendite di farine allo scaffale per utilizzo domestico sono effettivamente corrette e tale aumento poteva risultare anche maggiore laddove non si fossero riscontrate perduranti difficoltà nell’approvvigionamento degli imballaggi annota - È tuttavia importante precisare che esse rappresentano, mediamente, meno del 5% dei volumi totali di farina, complessivamente pari a 4 milioni di tonnellate annue, prodotti dall’industria molitoria. A fronte di un incremento nelle vendite delle confezioni da 1 kg destinate ai consumatori che hanno riscoperto, seppur forzatamente, il piacere del pane o della pizza fatti in casa, constatiamo, da un lato, un crollo della richiesta proveniente dal canale Horeca (ristoranti, pizzerie, bar, alberghi...) e dalla pasticceria e, dall’altro, una riduzione, seppur contenuta, della domanda da parte della panificazione, così come in altri Paesi comunitari, e di alcuni comparti dell’industria dolciaria con particolare riferimento, in questo ultimo caso, ai prodotti da ricorrenza. Parimenti registriamo un preoccupante tracollo dell’export dopo un trend positivo ormai ultradecennale riconducibile alla insuperabile qualità e versatilità delle farine italiane».

Un fermo immagine nitido di domanda e offerta dei singoli mercati, con l’esigenza di trovare modalità certe per riprendere il cammino allontanando lo spettro di ulteriori flessioni e per risollevare le sorti di comparti già pesantemente penalizzati come quelli legati all’accoglienza.

«Complessivamente - puntualizza Agugiaro - la riduzione delle vendite dall’inizio del mese di marzo si attesta in misura prossima al 25 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e un recupero nei prossimi mesi appare altamente improbabile tenuto conto, in particolare, che il canale Horeca sconterà, anche dopo la fine del periodo di emergenza, una contrazione riconducibile alle necessarie misure di cautela che dovranno essere adottate dagli esercizi commerciali e al forte ridimensionamento dei flussi turistici. A questo riguardo, infine, ritengo assolutamente indispensabile che sia garantita, da parte delle nostre competenti amministrazioni, la massima chiarezza sui tempi e sulle modalità di avvio della fase 2 dell’emergenza, in assenza della quale sarebbero ulteriormente penalizzati comparti, quali quelli della ristorazione e del turismo, già attualmente sull’orlo dell’asfissia».

Per informazioni: www.italmopa.com

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Alberto Lupini


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