Falsi vini Doc, Igt e Bio: sequestro da 740mila euro nell'Oltrepò Pavese
La Cantina sociale di Canneto Pavese era finita nel 2020 al centro dell'operazione “Dioniso” che portò a 5 arresti per associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio: ora è arrivato il sequestro dei beni
La Guardia di Finanza di Voghera e l'Arma dei Carabinieri di Stradella hanno dato esecuzione a un decreto applicativo di misure cautelari reali che dispone il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di disponibilità finanziarie e partecipazioni societarie per complessivi 740mila euro nei confronti di una cantina cooperativa dell’Oltrepò Pavese.
Si tratta della Cantina sociale di Canneto, decapitata il 22 gennaio 2020 con l'operazione "Dioniso" che portò i carabinieri di Stradella e Guardia di finanza di Voghera ad arrestare (ai domiciliari) 5 manager della cantina stessa (coinvolti anche due conferitori di uve, all'epoca destinatari di misura cautelare non agli arresti ma con obbligo di firma), con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agralimentari, nonché alla falsificazione e all'emissione di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti.
Oltrepò Pavese: sequestro alla Cantina di Canneto
La misura cautelare, disposta in queste ore dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pavia, rappresenta il risultato finale di una complessa attività d'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pavia, svolta dalla Compagnia Carabinieri di Stradella e dalla Compagnia Guardia di Finanza di Voghera, con il concorso del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dell'ispettorato Centrale della tutela della qualità e della Repressioni Frodi dei prodotti agroalimentari (I.C.Q.R.F.), che ha consentito di eseguire il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e partecipazione societarie per un valore complessivo pari a 740mila euro, nei confronti di una society che avrebbe beneficiato di un illecito profitto derivante dalle condotte fraudolente di tre soggetti, a vario titolo indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Vini contraffatti per qualità, quantità e origine
Nel gennaio 2020 i militari della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri avevano eseguito cinque arresti e complessive 28 perquisizioni domiciliari, locali e personali nei confronti di altrettanti soggetti indagati, aziende vitivinicole e laboratori analisi, ad esito di una prima fase di indagini. Le investigazioni avevano consentito di accertare che i vertici della cantina, con il concorso di professionisti e titolari di aziende agricole, commercializzavano vini a denominazione di origine controllata e a indicazione geografica protetta verosimilmente contraffatti per quantità, qualità e origine.
Le condotte oggetto di indagine erano state perpetrate attraverso il sistematico ricorso a conferimenti di uve diverse per tipologia rispetto a quelle attestate nei documenti ufficiali, nonché attraverso l'utilizzo di ingenti quantità di sostanze vietate dalle norme di settore, quali zucchero invertito ed anidride carbonica, o soggette a specifici.
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Alberto Lupini