Facebook combatte le bufale italiane? Più controlli per la campagna elettorale

Per usare una metafora scolastica: lo studente si applica, ma non riesce. Lo “studente” in questione è Facebook che anche in Italia ha annunciato di lavorare contro le fake news in tempi di campagna elettorale . Come successo con altre strategie però (come quella adottata negli Usa), i modi non sembrano dei più efficaci

30 gennaio 2018 | 10:05
Con la collaborazione di Pagella Politica, il social si impegnerà ad identificare le bufale condivise, segnalarle a chi le ha postate, affiancarle a una ricostruzione più oggettiva possibile e renderle poco visibili. «Non è nostro compito decidere cosa sia vero e cosa sia falso - dichiara al Corriere della Sera il vice presidente della Public policy Emea di Facebook Richard Allan - ma lavorare con terze parti indipendenti e politicamente neutrali per contribuire a un dibattito di qualità».



I cinque “controllori” - in gergo chiamati “fact-checker” - del sito - che verrà pagato da Menlo Park - della rete internazionale della no-profit Poynter agiranno su due fronti: analizzare le segnalazioni degli utenti su Facebook, che in Paesi come l’Olanda non sono andate oltre le centinaia, e individuare materiale controverso. Quanto ritenuto falso non sarà tuttavia contrassegnato come tale, come avveniva in una prima fase: «Portavamo ancora più clic alle falsità. Chi è convinto di qualcosa, se allertato in questo modo, pensa che di essere vittima di un complotto».

A finire sotto la lente di ingrandimento saranno solo i link agli articoli. Facebook, prosegue Allan, vigilerà con attenzione pre-elettorale anche sui profili falsi, come avvenuto con le conseguenti rimozioni in Germania e Francia. Sul tema delle identità fasulle online (su Twitter), in seguito a un’inchiesta del New York Times, è intanto partita un’indagine dello stato di New York.

«Se gli italiani sono preoccupati dell’attività dei partiti - conclude Allan - devono rivolgersi alle autorità, con cui siamo contenti di collaborare». E sulla possibilità di segnalare le fake news alla Polizia: «Ha senso se i contenuti sono illegali, ma non dovrebbero essere loro a decidere cosa è falso».

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Alberto Lupini


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