Fabio Renzi (Fondazione Symbola): «Il virus? Segna la fine di un’epoca»
Una chiacchierata con il promotore della Fondazione per le Qualità Italiane, che annuncia per fine giugno (salvo rinvii) il Festival della Soft Economy e il Seminario estivo di Symbola
19 marzo 2020 | 18:11
di Vincenzo D’Antonio
Fabio Renzi durante la chat
Oggi chatto con l'amico Fabio Renzi, segretario generale e promotore della Fondazione Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane. Renzi organizza dal 2005 il Seminario Estivo di Symbola e dal 2013 il Festival della Soft Economy. Coordina iniziative, progetti e ricerche sui temi della Green economy, delle industrie culturali e creative, del Made in Italy, della soft e della sharing economy.
V. Ciao, caro Fabio. Premesso che do per scontato che sei a casa, ti chiedo in quale casa sei: a Roma o in amatissima terra marchigiana?
F. Sono a casa mia a Treia, nelle Marche.
V. Ah, che bella Treia, quanto mi piace. Non vedo l'ora di esserci in estate quando si terrà il seminario estivo di Symbola.
F. Il Festival della Soft economy si dovrebbe tenere dal 23 al 25 giugno e il Seminario Estivo il 26 e 27 giugno. Dico dovrebbe perché bisognerà vedere fino a quando si prolungherà l’attuale situazione. Dovrebbe nel senso delle date, non della effettuazione della manifestazione.
V. Sì, capisco. Diciamo che è un quando e non un se. Qual è il tema dell'edizione 2020 del Seminario Estivo?
F. Non c’è ancora un titolo ufficiale ma sicuramente i temi del Manifesto di Assisi saranno centrali, a partire da quello che questa crisi ci insegna: per vincere le sfide che abbiamo davanti a noi c’è bisogno di un’economia a misura d’uomo, c’è bisogno di stare insieme. Ecco, “insieme” potrebbe essere la parola chiave...
V. Insieme è un'augusta parola chiave e lasciami dire così caro Fabio, emoziona! Nessun uomo è un'isola. Symbola è fautrice della Green Economy e la vede molto bene inserita nell'agroalimentare. Ecco, da qui, cioè dall'agroalimentare green alla ristorazione green vedi un passaggio difficoltoso e poco praticabile stante il momento tragico che stiamo vivendo?
F. L’agroalimentare, in quanto produttore di beni di prima necessità, forse risentirà meno di altri settori economici, anche se la chiusura della ristorazione fa venir meno un mercato importante. Nel medio lungo periodo penso che l’agroalimentare italiano trarrà da questa crisi vantaggi competitivi verso consumatori che saranno ancor più attenti a qualità e salubrità dei cibi. È probabile che ci sia un ulteriore avanzamento nelle opinioni pubbliche nel mondo della consapevolezza della crisi ambientale, dal cambiamento climatico al coronavirus che ci ammonisce sui rischi, anche sanitari, di erosione degli habitat naturali. L’Italia ha l’agricoltura più sostenibile al mondo e i suoi prodotti sono i più sani come Symbola ha sempre dimostrato nei suoi report.
V. Sono d’accordo, caro Fabio. ll geografo Jean Brunhes disse "Mangiare, è incorporare un territorio". Io dico che c'è un a.C. e un d.C, dove qui C sta per Coronavirus. Nulla come prima!
F. Il coronavirus segna, come dici giustamente tu, caro Vincenzo, un passaggio epocale: non è la fine del mondo, ma sicuramente è la fine di un mondo. Direi che il secolo breve, il ‘900 quantitativo e muscolare, è finito veramente con questa crisi. E questa crisi ci fa riscoprire la forza e l’importanza dello stare insieme proprio perché, paradossalmente, ci isola nelle nostre case. Ci fa riscoprire la centralità in politica e in economia del pubblico, e se vuoi anche della dimensione statale. Il provvedimento Cura Italia che cosa è se non il primo provvedimento che porta definitivamente l’Europa fuori dalle politiche di bilancio e austerità di questi decenni? È grazie al coronavirus se due infrastrutture sociali come il sistema sanitario nazionale e la copertura digitale del Paese verranno potenziate e se la sburocratizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative finalmente verranno affrontate.
V. Ecco, visto che ribadisci questa centralità dell'insieme ricordiamo anche che oggi sono 159 anni che si fece l'Unità d'Italia, sono 159 anni che noi italiani stiamo insieme.
F. Un Paese che ha oggi ancor più cose da dire al mondo...
V. Insomma, se l’Italia fa l’Italia ripartiamo!
F. Sì, certamente!
V. Caro Fabio, è quasi mezzogiorno. Una mia curiosità; in cosa consiste il tuo pranzo?
F. Risotto al nero di seppia e colatura di alici di Cetara.
V. Ecco, insieme anche qui, le seppie del tuo Adriatico e la colatura di alici di Cetara del mio Tirreno. caro Fabio, ti saluto affettuosamente e ci vedremo, ed è un quando e non un se, a Treia!
F. Caro Vincenzo, sono fiducioso che ci vedremo a Treia, se non a fine giugno magari a fine luglio. Ti aspettiamo come ogni anno!
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