L'ex ministro Bersani è tornato alla carica contro la presunta evasione fiscale dei ristoratori
UN PAESE CON IL PROBLEMA DELLA MANCATA «FEDELTÀ FISCALE»
«Come faccio a dare un sostegno a bar e ristoranti che rischiano di chiudere?», ha detto l’ex ministro, tra le altre cose, dell'industria, del commercio e dell'artigianato ospite di DiMartedì, nonostante oggi non ricopra più alcun incarico governativo di riferimento per il settore. «Guardo la dichiarazione dei redditi de 2019, la divido per i mesi, e gli dico: “ti do l’80, il 70, il 60 o il 50% di quello che ti è venuto meno rispetto all’anno scorso. Ma io non oso proporla una cosa così. Perché metto nei guai qualche milione di italiani. Non siamo un Paese di fedeltà fiscale». Dunque rieccola qua, la polemica trita e ritrita sul nero nel comparto della ristorazione.
LA FIPE: «ORMAI LO STATO HA I MEZZI PER CONOSCERE I FATTURATI»
Frecciatina però rispedita subito al mittente dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), tramite le parole un po’ stizzite del direttore generale Roberto Calugi a Italia a Tavola: «Qui probabilmente occorre che la mano sinistra si metta d’accordo con la mano destra. Ormai in questo Paese esiste tutta una serie di controlli e adempimenti che permette allo Stato di avere precisa contezza dei livelli di fatturato delle aziende».
POS, DIGITALIZZAZIONE, SCONTRINO ELETTRONICO: I FURBETTI SI BECCANO
Come l’obbligo di Pos (con tanto di costi delle commissioni aumentati) e altri piccoli e grandi processi di digitalizzazione, dallo scontrino elettronico in su. Insomma per la Fipe «c’è da sorprendersi se ancora si dubita sulle capacità di scoprire se un imprenditore evade o meno».
MEGLIO ALTRE "POLEMICHE": COME SULLA CASSA O SULLA BUROCRATIZZAZIONE
Dunque basta generalizzare, secondo Calugi vanno «premiati gli onesti, visto che ormai ci sono tutti i mezzi per capire chi fa nero. Beccassero i furbetti e basta». Polemica che sa di stantio? «Bisogna aggiornarle anche queste polemiche, io le farei sulla mancata erogazione della cassa integrazione o sull’eccessiva burocratizzazione. Quella sull’evasione fiscale nella ristorazione non la accetto».
INTANTO ARRIVANO I SOSTEGNI: PROROGA DELLA CIG E FONDO PERDUTO
Scontro politico e questione etica a parte, c’è poi tutta la partita vera, quella concreta sul sostegno che bar e ristoranti attendono per avere un po’ di ossigeno anche alla fine dell’anno e all’inizio del 2021. Detto che la cassa integrazione va verso una proroga fino al 31 dicembre (molte imprese a metà novembre esauriscono il monte delle settimane utilizzabili), in arrivo dovrebbe esserci il ritorno del fondo perduto (sul tavolo ci sono 3 miliardi) per le partite Iva.
IL CALCOLO? SULLA DIFFERENZA TRA IL SEMESTRE DEL 2020 E QUELLO DEL 2019
E la mano tesa ad artigiani, commercianti, agricoltori e autonomi con ricavi fino a 5 milioni, come spiegato da Il Sole 24 Ore, dovrebbe essere calcolata proprio sulle perdite subite nell’intero semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (con buona pace di Bersani).
CONTRO L'EVASIONE CI PENSA IL VIRUS: CROLLA L'USO DEL CONTANTE
Sarà quindi l’ammontare delle risorse finali disponibili a fissare l’asticella su cui si fermerà la percentuale di calo del fatturato e dei corrispettivi (cioè gli scontrini battuti): al 33% come è accaduto nella prima edizione del fondo perduto o al 50%. Contro il nero invece, almeno per il momento, sembra fare di più il virus che il governo: per paura del contagio 9 milioni di italiani hanno praticamente smesso di toccare banconote e monete, notoriamente un covo di germi e batteri, optando per i pagamenti elettronici. Ma non ditelo all’ex ministro Bersani. «Abbiamo perso le elezioni combattendo l’evasione fiscale», ha ribadito sempre in quell’intervento a DiMartedì. Ora sarebbe meglio non perdere anche la bussola, visto che c’è un intero settore sull’orlo del crac e pronto a scendere in piazza il 28 ottobre per far sentire la sua voce.
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Alberto Lupini
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