Vongole italiane sotto misura secondo l'Ue Poche raggiungono i 25 mm richiesti

17 luglio 2015 | 16:52
L’Europa colpisce ancora in materia di alimentazione, dettandoci leggi su come dovremmo mangiare. Stavolta tocca alle vongole. La maggior parte di quelle pescate in Italia sarebbero troppo piccole. Dopo il braccio di ferro sull’uso del latte in polvere nei formaggi, altre normative imposte dall’alto calano sulla grande tradizione culinaria italiana per impoverirla. Si tratta in verità di un regolamento in vigore da alcuni anni (articolo tre del regolamento europeo 1967 del 2006) secondo cui non si potrebbero pescare vongole dal diametro inferiore ai 25 millimetri, pena una salatissima multa che può arrivare (secondo un altro decreto del 2012) fino a 4mila euro.



Purtroppo la media italiana in questi anni si è abbassata a 22 millimetri, media che diminuisce ulteriormente per quanto riguarda la Campania. Pare che nella patria dello spaghetto con le vongole, sarà sempre più difficile riuscire a mangiarne un piatto che le contenga. Per non parlare dei danni subiti dai pescatori della provincia di Rimini, per cui ormai la pesca della cosiddetta “poverazza” (un tipo di vongola che veniva pescata dai poveri, appunto) si sta trasformando in un ricordo del passato. Le quantità di vongole che rispettano i requisiti europei sono molto poche rispetto al pescabile e il rischio troppo grosso: basta una sola vongola sotto la media a far scattare la salatissima multa.

Questo perché nel nostro mare le vongole hanno cominciato a crescere meno, in seguito ad alcuni cambiamenti nella composizione salina delle acque. Riescono, in media, ad arrivare ai 22 mm di diametro. Una volta raggiunto questo massimo, però, il declino è inevitabile e ovviamente da morte non sono più pescabili. Perché è questo il destino naturale di una vongola, se lasciata in mare nella vana attesa che continui a crescere. Ma la burocrazia europea ormai non si ferma di fronte a nulla, nemmeno ai cambiamenti naturali. Certo sarebbe auspicabile capire i motivi di questo mutamento, per invertirne la rotta. Ancora meglio sarebbe, almeno per il momento, evitare la rigida applicazione di questa norma, fino a quando permarrà questa situazione che mette in seria crisi i pescatori. Come Cicerone nella sua invettiva contro Catilina, che si era presentato al Senato romano dopo che i suoi complici avevano tentato di assassinare il famoso oratore romano, ci chiediamo fino a quando l’Europa continuerà ad abusare della nostra pazienza.

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Alberto Lupini


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