Estate… tempo di tasse turistiche Nel mirino stabilimenti balneari e Airbnb
13 aprile 2017 | 16:00
di Gabriele Ancona
La già denominata “tassa Airbnb” imporrebbe a tutti gli intermediari, sia agenzie immobiliari che portali tecnologici, di registrare i contratti conclusi. L’assenza di vincoli di registrazione alimenta di fatto il flusso di "nero" tra gli affittuari. In caso contrario le sanzioni pecuniarie sarebbero concrete. Non solo, la normativa potrebbe essere estesa fino a prevedere che i portali agiscano da sostituto di imposta, applicando la ritenuta all'atto del pagamento della stanza e girando il dovuto al Fisco. Nella pratica, però, la tassa esiste già: è la cedolare secca al 21% per le locazioni di lungo periodo ed è applicabile a quelle turistiche solo grazie a una interpretazione dell'Agenzia delle Entrate. In questo caso riguarderebbe tutti gli affitti turistici, anche quelli della durata inferiore ai 30 giorni.
Governo alla carica anche sulle spiagge. L’obiettivo è portare al raddoppio il gettito annuale dei canoni delle 21.300 concessioni demaniali marittime (da 103 milioni nel 2016 a 200) ed effettuare una loro revisione. Si prevede inoltre l’apertura del mercato alle gare e la fissazione di adeguati limiti di durata delle concessioni. Una vera tempesta.
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Alberto Lupini